Torre Sud delle Postegae 2346m e Anello del Pramaggiore

Le tre Torri Postegae, viste da Casera Ronciada. Da sinistra: la Nord, la Centrale e la bifida Sud.

Relazione e foto di Jacopo Verardo.

Introduzione

Le Torri Postegae sono una propaggine rocciosa che diparte dalla dorsale sabbiosa delle splendide Cime Postegae, ovvero le loro “sorelle” famose. Infatti quest’ultime a differenza delle Torri sono facilmente percorribili attraverso uno degli anelli escursionistici più belli delle Dolomiti Friulane, relazionato in questo articolo.

Quando si arriva sul dosso maggiore delle Cime Postegae, nell’incanto di un panorama unico e mozzafiato, l’occhio cade ben presto su queste vicine torri rocciose, il cui aspetto appare precario e caratterizzato evidentemente da roccia marcia. Ispirano subito chi ha l’animo curioso! Tuttavia ben presto l’eventuale ricerca di informazioni riguardo le vie di salita si scontra con le poche e incerte relazioni riportate nella guida dei Berti e la totale assenza di info nel web. Ciò è chiaramente segno della scarsissima frequentazione di queste cime, nonostante siano piuttosto centrali e slanciate nella bella Val Cimoliana tanto da vederle mentre si risale l’infinita Val Meluzzo o la celebre Val Montanaja.

Viste le premesse non potevo non interessarmi e vista la voglia di ripercorrere con il bel tempo l’anello delle Cime Postegae, decido di provare a salire la Torre Sud che sembra essere quella più facilmente accessibile.

Racconto

Parto dal noto parcheggio del Rifugio Pordenone (1163m) nel fondo della Val Cimoliana, e imbocco il sentiero CAI 370 che conduce a Casera Bregolina Grande risalendo le lunghe ghiaie della Val Sciol de Mont fin quando il sentiero gira repentinamente verso Ovest ed esce da questo vallone. Sostanzialmente percorro a ritroso l’anello delle Cime Postegae. Risalgo ora l’intero canalone infernale fino alla sella di cresta a quota 2100m circa, caratterizzata da qualche mugo e un grosso blocco roccioso con un vecchio e sbiadito bollo rosso. Non è stata una grande idea risalire ‘sto canale, ma è l’accesso più veloce alla base della Torre. Risalgo ancora lungo il percorso classico dell’anello, lungo il tratto di roccette che porta ai pendii di erba mista a ghiaino fino in prossimità di uscire sulle sabbie sommitali delle Cime Postegae. La giornata è meravigliosa nonostante sia fine Agosto. È presto, fa fresco e sono solo e immerso in un silenzio totale! In questo punto, poco sotto la dorsale di cresta a quota di 2250m circa, è tempo di iniziare a salire verso la Torre Sud, lungo quella che definirei l’attuale Via Normale.

La Torre si presenta con una doppia torre incisa da un profondo e ripido canale colmo di detriti instabili e grossolani. La mia intenzione è di salire proprio per quel canale, ma prima devo avvicinarmi al suo sbocco.

Prima di uscire in cresta, arrivato su un ripido impluvio di erba e ghiaia, devio a destra (Nord) ed inizio a attraversare dei ripidi pendii ghiaiosi, evitando le rocce di cresta e i tratti più scabrosi. Non c’è segno di passaggio, né ometti, così vado liberamente cercando le zone meno ripide e franose. Infine aggiro uno spigoletto e mi trovo all’uscita del canale. Costruisco un ometto e attacco il canale superando un brevissimo muretto. L’intero colatoio è facile ma ripido ed estremamente instabile e presenta un solo salto di I grado a metà della sua lunghezza. Poi esco sull’esilissimo forcellino tra i due torrazzi di vetta. Scelgo di salire su quello Est, sperando che sia il più alto. Lo si affronta prima per facile bancata detritica verso Est, e poi per lo spigolo Sud, caratterizzato da roccette marcissime  e colme di grossi detriti (I grado, esposto e marcio). Sono in cima, ma non trovo l’ometto di vetta che manca anche sulla torretta Ovest, che è più bassa di un solo metro, segno che è molto che non ci sale nessuno oppure che su queste vette crolla tutto… Il panorama è strepitoso e la vista della parete Ovest della Torre Centrale è assolutamente impressionante! Fin qui son salito in 2 ore, ma è un tempo del tutto soggettivo.

Scendendo con estrema cautela, ripasso per il forcellino ed evito di salire anche l’altro torrazzo. Fuori dal canale tiro un bel sospiro di sollievo e penso a quanto sia fragile questa negletta torre. Arrivato sulle Cime Postegae posso finalmente guardarmi attorno e godere pienamente del panorama allucinante che si ha da lassù. Non seguirà ora la descrizione dell’anello delle Cime Postegae, già descritto in questo post. Posso solo dire che questa è stata una delle più belle giornate che abbia passato in montagna, solitaria e spensierata, e ciò è stato possibile quasi esclusivamente grazie a queste splendide montagne.

Giunto sotto Cima Cadin ho deciso di esplorare la dorsale prativa che scende in direzione di Forcella Dof, chiamata Costa Cadin in quanto racchiude il verde catino che dà il nome alla cimetta appena citata. La dorsale scende prima dolcemente fino ad un pulpito (quota 2132m), su cui si trova un antico e grosso ometto di sassi, per poi impennarsi fino a diventare esile e rocciosa. Non mi sono spinto oltre detta quota, ma sarebbe interessante cercare un percorso di cresta fino in Dof.

Proseguo poi fino al Passo Pramaggiore, uno dei più belli valichi d’Oltrepiave, dipinto di verde e punteggiato da tantissimi fiori colorati. È ancora presto e le gambe girano alla grande. Casera Pramaggiore è troppo vicina e mi attrae inesorabilmente, così la decisione è facilmente presa e parto lungo l’ex sentiero CAI 387 che attraversa i ripidissimi versanti Sud della Croda e dei Clap del Pramaggiore. È più corretto dire “attraversava”, in quanto la traccia è pressoché scomparsa, tra ripida loppa e pericolosi canaloni di ghiaie cementate. Infatti è bene sottolineare che non si tratta più di un percorso escursionistico, ed è necessario porre estrema attenzione all’attraversamento dei tre grandi canaloni ghiaiosi posti alla base della Croda e del Clap Piccolo, specialmente nel periodo immediatamente successivo allo scioglimento della neve. Ad ogni modo, con un po’ di attenzione e seguendo i rari vecchi segni CAI, si perviene ai grandi prati inframmezzati da chiazze di mughi fin sopra la Val de Clap, fino a giungere all’abbeveratoio d’acqua posto sul CAI 388, a 15 min. dalla Casera Pramaggiore. Ed eccomi finalmente a casa! Dopo una pausa e una risistemata alla Casera, riparto risalendo fino in Forcella Pramaggiore per il sentiero CAI 366 e da qui faccio anche un salto veloce alla vicina e familiare cima del Pramaggiore (I grado). Ora, finalmente, resta solo la lunga discesa per l’incantevole Val d’Inferno che mi gusto pienamente fino in fondo al Pian Meluzzo.

Che gran giornata e che gran giro nel cuore delle Dolomiti Friulane!

Note conclusive

Per quanto riguarda la Torre Sud delle Postegae, è bene sottolineare soprattutto l’estrema friabilità del terreno. Le difficoltà si aggirano sul I grado, ma non fa testo in questo caso la gradazione, quanto le difficoltà tipiche d’Oltrepiave. Un avvicinamento più selvaggio, ma più comodo, rispetto al canalone del Sciol de Mont potrebbe essere per la Val Postegae risalendo lungo le vecchie tracce di pascolo, oppure lungo lo stesso anello delle Cime Postegae.

È inoltre necessario sottolineare che ciò che viene riportato nella guida dei Berti riguardo la via di salita da Nord-Est (It. A) o è assolutamente impreciso, oppure non corrisponde più alla realtà. Personalmente avevo adocchiato in passato la linea da me seguita, e non corrisponde assolutamente a quanto detto nella grigia Berti. Ritengo che questa sia, per logica, la Via Normale.

Difficoltà sul I grado. Dislivello di 1200m. Tempo di salita di 2 ore (tempo del tutto soggettivo).

Per quanto riguarda il resto dell’anello delle Postegae e del Pramaggiore ci tengo vivamente a consigliarlo a chi ama anelli lunghi, dislivelli elevati e visioni mozzafiato.

Dislivello di 2300m. Tempo di percorrenza di 10 ore.

23 Agosto 2016.

Bibliografia

A. e C. Berti, Dolomiti Orientali, vol. II;

Luca Visentini, Dolomiti d’Oltrepiave.

Il canalone del Sciol de Mont.
Classica visuale su Spalti di Toro e Monfalconi.
Sotto le pareti basali della Torre Sud.
In vista della Torre Sud, evidente il canalone che la suddivide in due torri. La più alta è quella di destra.
Dentro il canalone.
Dal forcellino tra i due torrazzi sommitali. Impressionante la visione sulla Torre Centrale.
Terreno insiodioso e incredibilemtne marcio.
Dalla cima verso Duranno e Cima dei Preti.
Panorama spettacolare su tutto l’Oltrepiave!
La sabbiosa dorsale delle Cime Postegae.
La bifida Torre Sud andando verso le Cime Postegae.
Splendide Postegae.
Autoscatto sulle Postegae.
Duranno e Cima dei Preti.
Croda del Sion, Cjastiel de Sion, Pramaggiore e la verdissima Cima Cadin.
Postegae e Luna.
Dal cadin verso Cime e Torri Postegae.
Da Cima Cadin.
Torri Posteage.
Dal Passo Pramaggiore.
Sula prato del Ciol de Clap, arrivando alla sorgente del Pramaggiore.
Casera Pramaggiore.
Un caprone (Capra ibex) in cima al Pramaggiore.
Giornata strepitosa.
Croda e Cjastiel de Sion.
Val d’Inferno.
Laggiù le Torri Postegae…ne è passata di strada sotto gli scarponi.

 

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