Cima Fanton 3142 m – L’insidiosa Via Normale

Punta Fanton vista dal Pramaggiore
L’imponenza del versante Orientale dell’Antelao da Cima dei Preti

Relazione di Claudio Betetto

Foto di Claudio Betetto, Francesco Lazari e Nicola Stefanuto

Premessa

C’è poco da fare: l’Antelao è una montagna grande. Con la sua mole è visibile da quasi ovunque ma se lo si guarda da Est, quella che appare, non è tanto la cima principale, quanto più Cima Fanton (3142 m). Questa elevazione, oltre ad essere la più settentrionale, è anche la prima che si tocca se si vuole effettuare la traversata delle quattro cime dell’Antelao: Fanton, Chiggiato, Menini e cima principale.

Laza e Nicola decidono che è arrivato il momento di provare questa traversata ed io mi aggrego all’ultimo visto che rappresenta anche per me un grande sogno. Facciamo le cose perfettamente e alle 9:50 siamo su Cima Fanton, tuttavia la seguente discesa all’omonima forcella, ci pare un azzardo troppo grosso considerata la neve ghiacciata e le incognite che seguono. Punta Chiggiato è infatti di difficile accesso e marcissima, qualcosa che ho visto veramente raramente. Ritorniamo sui nostri passi con l’idea di tornare…magari con la neve.

Quella che segue è pertanto la relazione della via normale da Est di Cima Fanton (3142 m), diciamo quella che viene percorsa preferenzialmente in condizioni estive. Con la neve, i pochi che si avventurano qui, tendono a salire da Nord, dal Ghiacciaio Superiore.

Relazione

Dormiamo in tenda nella frazione di Quoilo (1305 m), raggiunta in macchina (Opel Agila) su strada molto dissestata e alle 4:10 partiamo in direzione Forcella Cadin (2100 m). La raggiungiamo che è ancora buio ma dietro di noi sta albeggiando ed il cielo si sta tinge di rosso. Una pausa ci permette di osservare l’imponenza della parete che dobbiamo salire che da qui pare difficilmente accessibile.

Seguiamo per poco il sentiero ed appena i mughi si fanno più radi usciamo a sx ed iniziamo a risalire i pendii erbosi che portano alle Scalette, una grande rampa scalinata che solca il versante Est della montagna. Degli ometti guidano la salita. Pian piano l’erba lascia il posto alla roccia e ci ritroviamo ad arrampicare sul facile (I grado). Nella parte alta gli ometti sono posti nella porzione sinistra delle Scalette, sulla linea dello spigolo sinistro.

In cima alle Scalette si traversa a dx e prima dello spigolo destro, si imbocca un canalino che con passi di II grado conduce ad una prima forcella a quota circa 2800m. Qui si trova il barattolo con il libro di vetta poiché la croce in cima è stata divelta e probabilmente ancora nessuno si è preso la briga di portare in cima il libro. Da qui in poi la situazione si fa più alpinistica con difficoltà costanti di I e II grado e 15 m in traverso fino al III.

Dalla forcella si sale la prima paretina e si perviene ad una cengetta. Si sale il canalino a sx (ripido all’inizio) oppure la parete a dx (II) e per canalini di I grado con sfasciumi si perviene ad un cambio di direzione (ometto). Per cengia esposta con andamento sx-dx si raggiunge una seconda forcella. Si prosegue per spigolo (p.II) sporco di detrito cercando le difficoltà più basse (ometti) fino ad una terza forcella vicino a dei gendarmi. Con una discesa su rampetta esposta (II) si raggiunge un intaglio con spuntone (sicura possibile). Qui inizia il traverso di 15 m in versante Nord con le difficoltà maggiori sul finale (III, 2 ch.). Dopo il traverso si può risalire 10 m e sostare su spuntone solido (sufficiente una corda da 50 m doppiata). Da qui a destra in traverso e poi per crestina aerea si raggiunge la sezione finale della salita rappresentata da canalini e paretine di I e II grado ricoperte da molto detrito.

Siamo in cima alle 9:50 ed abbiamo tutto il tempo di:

  1. Renderci conto con somma gioia che le chiazze di neve a Nord sono marmoree pur essendo lo zero termico a 4300 m (siamo in Settembre cazzo!);
  2. Osservare che il terreno gelato non è simpatico per scendere su terreno esposto;
  3. Contemplare il marciume di Punta Chiggiato;
  4. Valutare che visti i punti 1, 2 e 3 forse è meglio scendere per oggi, anche visto il fatto che non abbiamo con noi piccozza e ramponi.

In discesa ce la prendiamo comoda e ci mettiamo più che in salita, anche perché disarrampicare su questo terreno fraido ed esposto richiede più concentrazione del previsto. Ci leghiamo solo sul tiro di III e facciamo solo una doppia (evitabile) dalla prima forcella, avvitando uno spit al fittone già predisposto (dal soccorso alpino?)  nella roccia.

Le Scalette sono eterne ma poi ci fermiamo un’ora in forcella Cadin a riposare.

Gran bella giornata con i fortissimi Nicola e Laza.

Note

Salita d’ambiente, una delle più impegnative vie normali mai fatte. Nicola dice solo leggermente meno impegnativa di quella della Croda dei Toni.

Difficoltà: I e II con 15 m fino al III

Dislivello positivo: almeno 1900 m

Fonti

– A. e C. Berti: Dolomiti Orientali Vol. I;

– Vie Normali

Dietro di noi prime luci su Duranno e Preti. Cima dei Frati in mezzo arrogante
L’alba incalza dietro di noi
Cima Fanton all’alba con le Scalette da salire
Sulle balze erbose prima delle Scalette
Pian piano l’erba lascia spazio alla roccia
“Visioni” da via normale
Sulle Scalette
In cima alle Scalette bisogna traversare a destra e salire un canalino prima dello Spigolo dove si trova Laza
Il canalino porta alla prima forcella con difficoltà di I e II grado
Lungo il canalino che porta alla prima forcella
Sulla prima forcella con evidente la prima paretina da salire
Sulla seconda paretina di II grado
Gli ometti non mancano
L’esposta cengia che porta alla seconda forcella
Nicola lungo l’esposta cengia che porta alla seconda forcella
Omettone sulla seconda forcella
Nicola impegnato sulla esposta rampetta discendente che conduce sotto ai gendarmi
Il tiro di 15 m fino al III
Le rocce finali di I e II grado
In cima!
Cima Fanton è una cresta di fatto
Verso il marciume di Punta Chiggiato. Dietro la Menini e la cima principale
Discesa non invitante in forcella Fanton
Scendendo lungo la crestina aerea
Nicola risale la rampetta e Laza fa su le corde dopo il traverso di 15 m di III
Si disarrampica su terreno esposto
In discesa nei pressi della prima forcella
Le Scalette viste dall’alto
Cima Fanton da forcella Cadin
Zoomata sulle Scalette. Dove terminano i gradoni, inizia la parte più alpinistica della salita

4 Risposte a “Cima Fanton 3142 m – L’insidiosa Via Normale”

  1. Ciao,

    ho salito la cima Fanton una prima volta nel 2010 per la via normale, e una seconda volta due anni fa con un amico per la cresta Olivo per poi iniziare la traversata delle 4 cime. Purtroppo, tra queste due salite (non so di preciso quando) un grosso sperone di roccia, che si originava dalla cresta sommitale di cima Fanton, è franato, disastrando la forcella Fanton. Questo sperone è ben visibile nelle mie foto del 2010 e in una relazione della traversata presente su un vecchio Alpi Venete.
    Abbiamo provato in tutte le maniere ad attraversare l’intaglio, ma il tratto è pressoché impossibile da chiodare per lo sporco, il detrito, e le lastre che suonano a vuoto e pertanto bisognerebbe “fidarsi” e passare senza alcuna sicurezza. E’ sicuramente preferibile effettuare la traversata in inverno come hanno fatto delle guide cadorine:
    http://www.guidetrecimedilavaredo.it/it/scheda-photogallery.php?id=13

  2. Sì brutto posto lì, il più ostico di tutta la traversata! Sicuramente meglio con un po’ di neve, diventa un viaggio pazzesco.
    La salita a Punta Chiggiato è letteralmente sulle uova!

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