Il Landre

Il Landre è un’ entità composita, formata da più elementi, in queste poche righe proviamo a sintetizzarne le parti per poi capirne il tutto…
IMG_3401 - CopiaClaudio Betetto, classe ’93 , di Mestre. So che voi vi chiederete cosa ci fa un mestrino in giro per le montagne, io rispondo che in realtà non lo so neppure io. Forse perchè in montagna trovo me stesso, forse per colmare qualche vuoto, forse solo perchè è bello e mi piace.

E’ da sempre che vado in montagna ma la mentalità è cambiata nell’ Estate 2013 quando ho capito che progettando e pianificando un’ avventura (perchè è di questo che si tratta) autonomamente e non mettendosi al traino di qualcuno, risulta tutto più gratificante e totalizzante. Ecco per me la montagna è totalizzante. E vista in questa dimensione è bello affrontarla sotto tutti i punti di vista, con l’ obiettivo di arrivare a diventare un alpinista completo. Il terreno di formazione dolomitico è perfetto ma so che in futuro mi sposterò anche altrove, proprio per inseguire questo ideale di completezza che ricerco!!

I miei più grandi idoli, che non smettono mai di ispirarmi, sono alpinisti come Bonatti,  Kukuczka, Buhl.  E’ anche grazie a quanto ci è arrivato di costoro se ormai non posso più immaginare una vita senza montagna.

JacopoJacopo Verardo. Nato anch’io nel 1993, anno in cui i miei genitori mi hanno iscritto al CAI di San Vito al Tagliamento, vivo a Fiume Veneto (PN). Si può dire che sia nato e cresciuto nella culla del CAI! Ma questo non basta per fare di un bambino un futuro ragazzo appassionato di montagna; serve appunto la passione. Passione che prima di tutti mi hanno trasmesso i miei genitori (che non smetterò mai di ringraziare) e che, anche grazie all’ambiente sezionale, un po’ alla volta è cresciuta spontaneamente in me.
Dopo una vita di escursionismo svolto in famiglia e con le gite CAI, nel 2013 presi coscienza del fatto che fosse giunto il momento di fare “il salto di qualità”; decisi quindi di seguire il Corso di Alpinismo A1 con il CAI di Padova, città nella quale studio all’università. L’idea che mi ha folgorato è stata quella di voler salire la Cima dei Preti in totale “autonomia”. E così ho capito, un po’ alla volta, che l’alpinismo classico e di riscoperta fosse la linea guida da seguire, mentre l’obiettivo finale fosse quello di unire quest’ultimo aspetto alla conoscenza più ampia possibile del territorio montano Friulano e Veneto. Infine adoro la natura, anch’essa complice nell’approccio speciale che ho avuto verso questa passione, in tutte le sue componenti, tanto da aver condizionato il mio percorso di studi.

DSCN0102Francesco Polazzo (Il Pola), classe ’93. Credo che quello che mi ha spinto verso la Montagna sia l’amore per la Natura. Natura come Forza ormai lontana dall’uomo, e per questo incorrotta. Natura in cui l’essere umano riscopre la propria condizione primordiale attraverso la fatica, togliendosi ogni maschera e ritrovando l’umanità che normalmente è soffocata dalla civiltà. Non muoviamo un’unghia senza guadagnare qualcosa, mentre in Montagna si va senza guadagnare nulla, ma ci si arricchisce più che in qualunque altro modo.
Nutro un amore sconfinato per le Dolomiti d’Oltre Piave, ed è questo il territorio che meglio voglio esplorare e conoscere. Tuttavia non sono insensibile al richiamo delle Dolomiti più famose, né a quello dei “greppi” più sperduti.
Sono molto debitore verso Jacopo e la sua famiglia che molti anni fa mi fecero scoprire come si va in Montagna, e sono molto felice di aver trovato un così bel gruppo di giovani invasati (è questo che siamo) che si ritrovano su così tanti punti e condividono una visione della Montagna e dell’Alpinismo simile alla mia.

 Matteo De Piccoli, classe 1990. Frequento la montagna col CAI di San Vito al Tagliamento fin da piccolo, ma il vero interesse nasce solo dal 2013. Studio a Torino e questo mi permette di spaziare sulle Alpi Occidentali, specialmente in Val di Susa, montagne molto diverse da quelle di casa ma d’un forte fascino e ricche di storia alpinistica. Nell’estate del 2014 in patria friulana le uscite fatte con Jacopo, Pola e Claudio mi hanno dato la possibilità di vivere la montagna nel modo più intenso, realizzando delle salite che hanno ampliato i miei orizzonti e riscoprendo il fascino delle montagne di casa, in particolare le Dolomiti Friulane. Mi piacciono gli ambienti selvaggi e prediligo l’Alpinismo invernale, ma sicuramente non disprezzo la roccia!
Mi piace pensare che andare in montagna porti a riscoprire gli istinti più primordiali dell’individuo e la sua essenza, trascurati nella vita di tutti i giorni, cercando il proprio angolo di libertà.

Credo fermamente nella necessità di uno stretto rapporto tra Uomo e Natura, che ha l’Amore come filo conduttore, cercando di rispettare al massimo questo mondo meraviglioso che stiamo sfruttando avidamente e senza ritegno. Credo che in questo la Montagna, se vissuta con umiltà e rispetto, possa donare emozioni uniche e di vita vera insegnando a mettersi davvero in gioco nella nostra esistenza.

DSCN1210Francesco Lazari, il più piccolo del gruppo, classe 1997. Come Claudio vivo a Mestre, decisamente troppo lontana dalla montagna per uno come me. Ho iniziato a frequentarla sin da piccolo, in compagnia dei nonni. A questo punto, una cosa tira l’altra e mi son trovato a fare arrampicata sportiva indoor, continuando però ad apprezzare la vita in quota, partendo dalle ferrate per poi passare, una volta conosciuto il mio compagno di avventure, al mondo dell’alpinismo nella lontana primavera del 2014. Sede di questo passaggio furono le Dolomiti Friulane, gruppo che permette ancora di passare una giornata senza incrociare altri esseri umani e che sto imparando ad amare, proprio perché opposto all’ambiente cortinese che ero abituato a frequentare, in cui si viveva la montagna a metà, sempre immersi nella folla o incolonnati lungo il cavo di una ferrata.

Bellissimo mondo, quello dell’alpinismo, in cui l’appagamento di una giornata è direttamente proporzionale alla fatica fatta, in cui si può ancora sentire il silenzio di una cima solitaria, che pochi hanno la fortuna di apprezzare di questi tempi.

14 luglio 2010 (47)Matteo Basso, classe 1990. Vivo ad Azzano Decimo (PN), sono iscritto al CAI di S. Vito al Tagliamento e sono piuttosto un lupo solitario. Il richiamo della montagna per me è un suono interiore che si rende percettibile in modo a volte velato, a volte prepotente, fin da quando mio nonno mi portava da piccolo in cerca di funghi nei boschi di Sappada – il territorio a cui sono più affezionato. E’ in ogni caso un richiamo verso qualcosa di selvaggio, di primordiale, di profondo. Per me andare per monti è innanzitutto un esercizio di osservazione: impronte animali, echi ventosi, foglie secche, giochi di luce e di ghiaccio, sentori di muschio e resina, forme e sculture di roccia; tutto è degno di nota perché nessun elemento è nella natura selvaggia inscindibile dal resto. Questo sforzo di concentrazione mi porta molto spesso a fare escursioni in solitaria, nelle quali è più facile avere un incontro ravvicinato con un ungulato o con il silenzio di una valle sperduta. Nonostante questa mia attitudine, sono fiero di far parte di questo sodalizio, formato da persone che hanno la mia stima totale! Un’ultima cosa: adoro il Friuli perché, oltre a essere la mia terra, può permettere ad un appassionato di venire a contatto con sensazioni sempre più difficili da reperire oggigiorno: selvaticità, isolamento, incontaminazione.

33 Risposte a “Il Landre”

  1. Salve ragazzi, devo farvi i complimenti per il lavoro e i sentimenti che ho trovato leggendo le V/S note personali e il vostro sito che trovo simpatico completo e da far invidia a molti. Ho letto alcune relazioni che sono ricche , tecniche e che coinvolgono chi le legge e che per vari motivi può solo invidiarvi. Insomma complimenti per tutto. Ciao vi faccio tanti auguri sopratutto perchè lo spirito che vi lega oggi vi accompagni con amicizia anche nel proseguo della vita . Le montagne restano, i legami
    di amicizia e di stima sono spesso messi a dura prova.Ciao a tutti

  2. Ciao Bepi. Grazie mille dei complimenti! Anche noi ce lo auguriamo…il blog, che rappresenta il gruppo, in fondo serve anche a questo. A presto!
    – Jacopo V.

  3. Ho letto talune vostre pubblicazioni su FB.
    Adesso ho guardato una pagina del vostro sito, solo quella dove vi siete presentati.
    Condivido le origini con qualcuno di voi, anch’io sono di Mestre ma … un po’ più vecchierello, classe 1960.
    Con calma, guarderò le altre pagine e spero di trovare qualche bella escursione da ripetere.
    Ciao.

  4. Grazie Riccardo,eh nobili origini;) A parte gli scherzi, per noi è bello sapere che già qualcuno legge i racconti/relazioni, sono lì apposta! Pian piano uscirà tutto su Fb! Buone avventure, buona montagna.
    Claudio.

  5. Ciao ragazzi,
    partendo dal fatto che comunque un po’ vi invidio e quando riuscirò tenterò di venire con Il Pola dalle vostre parti, sperando di riuscire a stargli dietro e magari a conoscervi, volevo chiedervi:
    come mai per voi l’esplorazione si concentra su posti inesplorati dagli altri, e magari solitari? Non si può riuscire a “esplorare” anche posti “comuni” ma nuovi per voi, magari soltanto tentando di vederli con occhi nuovi (quindi come dice il vostro lupo solitario Matteo, facendo “esercizio di osservazione”)? Per poter ottenere delle soddisfazioni in questo campo è necessario fare degli sforzi quasi atletici e forse anche rischiare qualcosa e provare sensazioni adrenaliniche?
    Ve lo chiedo perchè voglio sapere se mi perdo qualcosa ad andare in montagna in posti non così sconosciuti, ma altrettanto belli, con la stessa Natura, con gli stessi animali e con le stesse rocce. In fondo per trovare una valle solitaria è silenziosa è sufficiente che non ci siano persone quel giorno, non serve che non ci sia passato nessuno da 2 anni!
    Se il mio tono è un po’ provocatorio mi scuso, è probabile che sia stato influenzato dal Pola! 😀
    Più che altro ve lo chiedo anche perchè, seppur meno di altri, in voi vedo una forma (lieve) di estremizzazione di un ideale, che forse non è necessaria.

  6. Ciao Angelo, sono Jacopo.
    Ti rispondo io dato che ormai sono abituato a dare questa spiegazione alla gente 🙂 Partendo dal presupposto che la montagna è l’ultimo ambito libero da qualsiasi vincolo e che permette a tutti di esprimersi nel modo che preferiscono, ti racconto brevemente la mia esperienza in montagna. In tutta la mia vita ho frequentato la montagna nel modo che intendi tu: passione totale per l’ambiente, per la natura alpina, e spesso anche gusto della compagnia. Poi è cambiato qualcosa, è nata la voglia di conoscere in modo capillare, direi quasi totale, l’ambiente montano in tutte le sue caratteristiche e in tutti i suoi meandri. Ora per me andare in montagna vuol dire unire tutte queste cose: natura, compagnia, conoscenza del territorio, e, perchè no, atletismo. Per poter conciliare tutte queste cose, è necessario, anzi indispensabile, spingersi oltre il limite (attuale) “commerciale” della montagna, che oggi è più che mai marcato. E ti assicuro che le prime volte che lo si fa è un’emozione grandissima. Essere in grado di orientarsi nel bel mezzo della natura selvaggia senza alcuna traccia, segnavia o elemento umano, ti riporta indietro nella storia. Ma ciò che conta di più è il profondo rispetto che si crea con l’ambiente circostante, il rispetto di chi “per la prima volta” entra in un mondo che non è il suo, che tocca per primo elementi della natura vergini, e che quindi non sfida la montanga e cerca di ridurre al minimo i rischi, ovunque e comunque presenti. Che poi è quello che fanno i rocciatori che aprono vie. Il gusto della (ri)scoperta è impagabile. Detto questo io sono il primo a dire che andare in montagna non è solo questo e che estremizzare anche questo ambito sarebbe completamente sbagliato. Per il bene della montagna stessa in primis, è bene che pochi vadano via così. Quello che più odio/odiamo è la commercializzazione della montagna, la volontà di renderla accessibile ad ogni costo a tutti. Per questo, e penso di parlare a nome di tutti, andiamo alla ricerca di quei luoghi ancora integri da tutto ciò.
    Comunque mi fa piacere che si aprano questi dibattiti; è interessante sentire come la pensano altri giovani 😉

  7. Ciao Ragazzi! Volevo farvi i complimenti per il sito!
    Durante una ricerca\spunto per una salita da fare nel wknd sono stato catturato dalle vostre pagine.
    Sono di Pordenone, molti itinerari descritti li ho fatti anch’io e per questo vi dico che ho trovato descrizioni complete, di piacevole lettura e accompagnati da foto che danno idea dei magnifici posti “esplorati”.
    Continuate così!
    Ci si vede in giro!!

  8. Ciao Marco! Grazie mille dei complimenti!
    Buona montagna 😉
    -Jacopo.

  9. Un grosso saluto a tutto il gruppo, vi leggo da un po’ e volevo farvi i miei complimenti sia per il sito che
    per le salite!
    Ciao ragazzi 🙂
    Ilario

  10. Grazie Ilario! Circa un mese fa siamo saliti su Punta Pia e Cima Toro…avevi ragione, è spettacolare 😉
    A presto!
    Jacopo

  11. Bravi, bel blog! Come vedete anche noi ne abbiamo uno e andiamo spesso in montagna. Poi siamo anche vicini e chissà, magari ci si incontrerà per qualche sentiero! Buon cammino!

  12. Ciao, complimenti per il sito e per la scelta delle cime, intenti e descrizione storico-alpinistica compresa. Ho cominciato a bazzicare per l’Oltrepiave, anche se fatico a trovare qualche “compagno di avventura”…
    Sarebbe bello conoscersi…

  13. Grazie mille! Chissà che non ci si trovi su qualche marcia croda d’Oltre Piave 🙂
    Jacopo

  14. Ciao Landres!
    Seguo con interesse le vostre avventure e se ogni tanto passate in Giulie per avventure alpinistiche avete di sicuro un socio 😉

    P.S.: Claudio, son Luca dell’ufficio valanghe! Alla fine non ci siamo nemmeno salutati come si deve.. So che hai discusso la tesi, come è andata?
    Contattami all’indirizzo email del mio commento, manteniamoci in contatto. A primavera Antelao canalone Oppel? 😉

  15. Avevo intuito fossi tu, che piacere sentirti!:) Per me le Giulie sono ancora semi-sconosciute ma da quel poco che ho fatto me ne sono innamorato! Alla prima occasione ci faremo sentire;) Ciaooo

  16. Ciao Claudio, ci siamo incontrati oggi a Casera Valbinon.
    Ancora complimenti per il sito, le vostre relazioni sono spesso un punto di riferimento quando provo qualche salita nelle dolomiti d’oltrepiave (di cui, a parte la “bibbia” del Visentini, esiste poco materiale pubblicato). Curiosità: qualcuno di voi ha mai provato a salire la cima Pecoli dal lato Forcella Pecoli ? (come riportato molto sommariamente sulla guida Berti – in rete o altrove non si trova nulla). Era una curiosità che mi stuzzicaca da un po’.

    Luca

  17. Ciao Luca! E’ stato un piacere parlare delle Dolomiti d’Oltrepiave l’altro giorno.
    Cima dei Pecoli da forcella dei Pecoli sembra una valida alternativa alla via normale. Non difficile ma forse più articolata. Bello spunto, grazie.
    Ci vedremo in giro, un saluto!

  18. ciao!
    ho letto la tua relazione della salita sul cimon del froppa. una domanda: esiste ancora quel pezzo di
    corda nel passaggio chiave che potrebbe risultare utile in salita, specialmente se si vuole farla in
    solitaria;
    per la discesa sará sicuramente utile una corda per fare la doppia.
    grazie
    saluti

  19. Ciao Chris! Ora come ora non so se ci sia ancora il cordino. Quello che posso dirti è che un anno fa era presente! Non so il tuo livello e magari scali slegato sul IV grado ma ti dico che quel piccolo primo tiro di corda da Forc. Kugy non è per nulla scontato: anche se presente il cordino nel passo più difficile poi resta la porzione soprastante a prese rovesce:) ed in ogni caso si parla di III+ in Marmarole che non è il III+ del Passo Falzarego;) Se hai bisogno di altre info siamo qui, buona montagna!

  20. Ciao salvadis, sono Michele, è stato una cosa bellissima incontrarvi ieri al bivacco Bianchi, siete un bellissimo gruppo e dotati di una simpatia unica. Ho letto le vostre storie ed è bello sentire la vostra passione per la montagna e leggere i motivi, comuni ai miei, che vi spingono a viverla, spero di incrociarvi in altre vostre uscite, la prossima volta però mi farò trovare pure io armato di bottiglie 😉

  21. Grazie Michele!! è stato un piacere conoscervi, abbiamo passato due bellissime ore in compagnia! Siete stati molto simpatici e si vede che avete gran passione per un certo tipo di montagna.
    Alla prossima
    -Jacopo

  22. Non avevo visto bene il sito, tempo per internet non ne metto molto. Ce ne fossero di più di boce come voi! Tanta stima e condivido tutto quel che siete. Ci si troverà su per i nostri monti prima o poi.

  23. Grazie Michael! E’ un piacere iniziare a “seguirsi” a vicenda ed è inevitabile che questa cosa si traduca anche in qualche bell’avventura insieme!
    A presto, ciao!

  24. Salve ragazzi,complimenti a tutti voi per il sito, le vostre avventure,camminate escursioni arrampicate e altro ancora. Ottimi suggerimenti a chi vuole programmare uscite in montagna, volevo infatti un consiglio per passare una serata in tenda in montagna del tipo: partenza al mattino camminata circa 4 ore, bivaccare su una cresta o altipiano, all’ indomani ritornare per lo stesso sentiero o un ‘ altro, in periodo estivo. Grazie .

  25. Ciao Michele!
    Grazie mille per i complimenti, fa sempre piacere sapere di esser seguiti con interesse 🙂
    Posti per bivaccare in tenda su altipiani e creste ce ne sono veramente tanti. Non so di dove tu sia, ma pensando ad esempio alle Dolomiti Friulane, mi vengono in mente tre posti magnifici che più o meno rispecchiano quanto da te desiderato: 1_ Cason di Camporòs: si trova proprio alla testata della Val Cimoliana, poco a monte di Casera Valmenon (gestita d’estate)…è un vasto altipiano veramente incredibile (c’è anche acqua di sorgente); 2_ Busa dei Vidiei/Forcella Duranno: è un’enorme altipiano prativo d’alta quota raggiungibile sia da Casera Lodina (Cimolais), che dal Rifugio Maniago (Erto)…è un posto estremamente panoramico con visuale splendida su Duranno e Cima dei Preti; 3_ prati di Cima Cadin: sono dei prati d’alta quota, a mio parere, di bellezza unica anche per il contesto in cui si trovano. Si trovano lungo l’anello delle Cime Postegae (di cui trovi la relazione sul nostro blog), poco oltre la sommità di Cima Cadin. Questo è il posto più solitario dei tre che ti ho elencato…qui sei sicuro di non trovare nessuno e di goderti l’ambiente 😉
    In ogni caso se ti servissero ulteriori info chiedi pure.
    Ciao!

    -Jacopo

  26. Ho scoperto il vostro blog cercando esperienze di escursioni sulla Grand Hoche. Sono cresciuta sulle montagne lombarde e ora ho la fortuna di poter bazzicare facilmente Beaulard. Continuerò a leggervi, mi piace molto questo sito.

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