“ La neve è una cosa strana, con le stelle così delicate e regolari dei suoi fiocchi. Miracolo di bellezza e di perfezione. Ma non ci si deve sempre fidare della bellezza poiché il suo carattere è per lo più insondabile e mutevole. Epperciò neppure della neve. Bisogna conoscerla da molto tempo e molto bene per intendersela con lei senza inconvenienti. La roccia è assai più leale. Buona o cattiva, solida o friabile raramente inganna l’ esperto. Essa è di gran lunga meno infida di quella cotal massa bianca che in origine è caduta dal cielo sulla terra sotto forma di incantevoli stelline esagonali. Ci sono innanzitutto le valanghe. L’ alpinista deve imparare a conoscerle e studiarne le leggi se vuole penetrare d’ inverno nella regione delle alte cime. Deve fare un mucchio di esperienze…”.
Così Hermann Buhl definisce la neve; una posizione, la sua, molto evoluta, quasi visionaria considerata l’ epoca: negli anni 40 e 50 poco si sapeva sulle valanghe.
Al giorno d’ oggi tuttavia grazie ad un approccio scientifico e a mezzi più evoluti, possiamo avvicinarci sempre di più alla conoscenza del fenomeno “neve e valanghe”.
Qui voglio presentare un piccolo approfondimento frutto di un mese e mezzo di tirocinio all’ ufficio valanghe FVG.
Buona lettura e buona neve!