Escursione del 10-08-17
Relazione Claudio Betetto
Foto di Maria Grandesso e Claudio Betetto
Premessa
Questo è un bell’anello di escursionismo spinto che da molto tempo desideravo di compiere, infatti non ero mai salito a Forcella Montanaia e neppure a Forcella Segnata. Unirle in un anello, partendo dal Rifugio Padova, risulta quanto mai logico ed interessante visto che si passa per la famosa “testa di toro”, una formazione rocciosa unica, che ricorda una testa umana (con tanto di naso e bocca!) e anche per il bivacco Perugini sotto al famigerato Campanile di Val Montanaia. E poi di base è bello compiere giri ad anello.
Contatto la Maria che mi segue volentieri, attratta dai fiabeschi scenari degli Spalti di Toro.
Relazione
Dal parcheggio del Rifugio Padova (1287 m) saliamo per il sentiero CAI 346 e poi al bivio prendiamo a dx per la silenziosa Val d’Arade. E’ bello camminare col fresco mattutino ma l’afa si fa sentire anche qui sui monti.
Quando incontriamo un grosso conoide sulla destra, deviamo, imboccando il sentiero che lo risale faticosamente. Proseguendo dritti, invece, si sale a Forcella Monfalcon di Forni dove stacca la normale dell’omonima cima.
Ci teniamo quasi sempre sulla destra e senza difficoltà alpinistiche maciniamo metri di dislivello. Ogni tanto lungo la traccia si vedono i segni di erosione dell’acqua che ha scavato dei profondi scalini: sicuramente non si può parlare di sentiero agevole! Ma a noi piace così.
Soddisfatti giungiamo in Forcella Montanaia (2333 m) che tira un bel venticello e si sta rannuvolando.
Breve pausa cibo e foto e scendiamo nel versante opposto, giusto alle spalle del blasonato Campanile di Val Montanaia. Tagliamo per ghiaie morbide che in discesa risultano essere un toccasana e in breve siamo giù al bivacco Perugini (2060 m). Qui ci fermiamo poco visto che l’ambiente si sta popolando troppo e puntiamo a dx verso una traccia che taglia il pendio in diagonale. Per prati la raggiungiamo e la risaliamo per poi entrare in un canalone di rocce rotte. Con un passo di I grado rimontiamo ad una selletta e poi per traccia proseguiamo tenendoci a dx la fantastica parete di Cima Rosina, dove corrono alcune vie storiche d’arrampicata.
Faticosamente giungiamo in Forcella Segnata (2250 m). A sx la “Testa di Toro” ci osserva benevola. L’abbiamo disturbata mentre conversava con le sue “simili” e adesso aspetta solo che ce ne andiamo.
Breve capatina a dx per traccia verso Forcella Giumelli e poi ci affacciamo sul canale dove corre il sentiero che scende nel versante opposto: non è molto invitante. Il terreno è infatti molto marcio e vi sono numerosi passi di facile arrampicata fino al I+, tuttavia la segnaletica è fin troppo evidente (molti bolli rossi).
Il sentiero è molto articolato e sul finale oppone un salto insospettabile di una decina di metri abbastanza esposti fino al II grado seguiti da una corda fissa per aiutarsi nel passaggio. Sbuchiamo infine sul largo conoide in Val Cadin dove, zig-zagando fra i mughi, ci colleghiamo alla traccia (ex sentiero CAI) sul fondovalle. Nel frattempo ha iniziato a piovere, tuonare e poi anche a grandinare: ma si prende quel che viene, è bello anche bagnarsi!
A sinistra si salirebbe verso il Campanile di Toro, le Cime Talagona, Cima Cadin di Toro…noi invece pieghiamo a destra e scendiamo al Padova per una pasta e una birra rigenerante. Gran giornata!
Note
Come scritto nella premessa, questo anello è di escursionismo per esperti. Ciò significa che si trovano passi di semplice arrampicata che non richiedono l’uso di materiale alpinistico ma molta attenzione vista anche la tipologia di terreno molto friabile. Questi passaggi sono concentrati praticamente tutti in discesa da Forcella Segnata verso la Val Cadin, come da relazione.