Vedi ” La triade dei Monfalconi”
Relazione e foto di Claudio Betetto.
Si erge assieme al Monfalcon di Cimoliana (2450m) sulla testata del silenzioso Ciadin d’ Arade. Assume una forma piuttosto tozza se lo si avvicina dal Rif. Padova; è invece agile e slanciato se osservato dal biv. Marchi-Granzotto, quasi volesse duettare con il fratello gemello sul lato opposto della Forcella Monfalcon di Forni (2309m).
Decido di salirlo partendo prima dell’ alba dal Rif. Padova (1287m) in una calda giornata di Agosto.
Dal suddetto rifugio inizio a camminare in direzione Val d’ Arade prima su faggeta e poi, con un cambio di crinale, su pecceta, prendendo quota in fretta. Ignoro prima la deviazione a sinistra che porta a Forc. Scodavacca e poi il cartello per Forc. Montanaia a destra e mi addentro nel Ciadin d’ Arade allontanandomi dal limite della vegetazione arborea . Dietro di me l’ alba su Antelao e Pelmo è in crescendo.
Accerchiato sempre di più da un’infinità di guglie raggiungo Forc. Monfalcon di Forni (2309m) da cui parte la normale per la nostra montagna. Rivolgendosi verso di essa, a sinistra, parte una traccia che costeggia alla base un avancorpo roccioso e un piccolo muretto con pietrame posto al centro del sentiero indica la strada da percorrere, non me ne accorgo e proseguo su una traccia fin troppo evidente. Salgo per rocce rotte fino a trovarmi sotto ad un diedro a dir poco fantastico e proseguendo capisco che non si tratta della via giusta allora scendo e dai pressi del diedro imbocco un canale pieno di sfasciumi e rocce traballanti e con passi di arrampicata che impegna sul II grado sbuco ad un intaglio che mi riporta proprio sulla via normale!! Ringrazio il santo della montagna e il fatto di essere da solo perché non avendo il casco preferisco non avere problemi di “pietre volanti”. Da qui per cengia con ometti vado ad attaccare una caminetto di 5-6 m che supero a sinistra (II, passo chiave). Poi per sfasciumi costeggiando uno sperone roccioso stando a sinistra mi porto sotto le ultime rocce che con passi di divertente arrampicata di I e II mi portano in cima. E’ ancora presto e resto a godermi la pace ed il silenzio. Osservo le vette che mi circondano e con stupore tento di riconoscerle anche se ne conosco ancora così poche!!
In discesa inizialmente ripercorro i miei passi ma poi seguo la normale imboccando il grande canale che deposita sulle ghiaie alla base della montagna. Correndo felice ritorno al rifugio Padova per una buona birra, non facendomi tuttavia mancare una sosta sui primi tappeti erbosi del misterioso Ciadin d’ Arade.
Per ulteriori foto di veda “La triade dei Monfalconi”
Sitografia:
-www.vienormali.it
-kitalpha.altervista.org