Salita del 29-11-15, relazione di Claudio Betetto, foto di Claudio Betetto e Mirco Grasso
Premessa
Stagione pazza quella dell’Autunno 2015: una sola nevicata degna di nota a metà Ottobre, poi quasi nulla, ovvero Anticiclone a tutta birra fino ad adesso che scrivo (25 Dicembre) e temperature ampiamente sopra la media. Come sul Gran Vernel incocciamo una breve parentesi fredda, tanto per soffrire un po’ di più; sono anche sta volta con Mirco che mi scarrozza in auto al Passo Rolle (1989m), punto di partenza per la salita, dove dormiamo al calduccio…
Relazione
Sveglia alle 5 con la temperatura dell’interno dell’auto scesa a livelli preoccupanti e finestrini ghiacciati per dentro e partenza poco prima delle 6. In cielo non si vede più la Luna ma a più riprese, durante la notte, mi sono svegliato accecato dalla sua luce bianca.
Saliamo la carrareccia che attraversa le piste da sci del Passo Rolle ancora tristemente verde, fino ad arrivare alla baita Segantini (2180m). Qui sbagliamo e seguiamo la traccia a dx perdendo una decina di minuti, la strada corretta è quella di sx che fa perdere metri fino a raggiungere una piana con un enorme masso. Qui si collega il sentiero che arriva dalla Val Venegia. Proseguiamo ed iniziamo a risalire il vallone che porta al Passo Mulaz. La relazione parla di prendere quota per poi traversare a dx e imboccare il canale ma, vista l’assenza di neve, saliamo dritti sulle dure pietraie. Il canale si staglia imponente davanti a noi con i suoi 600m. Alla prima lingua di neve calziamo i ramponi ed estraiamo la piccozza. Inizialmente la pendenza non è eccessiva (40°), poi cresce per assestarsi sui 45-50°. Il canale è lineare, impossibile sbagliarsi, solo ad una biforcazione io salgo a sx, Mirco va a dx. Incontro un bel saltino di ghiaccio sui 60-65° molto ingaggiante. Proseguiamo in mezzo a roccette dove si inizia a fare sul serio con il freddo (scoprirò che Marmolada Punta Rocca segnava -13° quel giorno, da noi la temperatura non sarà stata troppo distante). Superiamo una bellissima strettoia di misto e poi un altro bel salto ghiacciato a 65°. Sul finale la pendenza cresce fino a toccare i 55° su neve e con un ultimo sforzo siamo fuori. Passo Bureloni (3040m), tira un bel venticello ma siamo carichissimi e quasi non lo sentiamo…anche la mano di Mirco… La via di salita prosegue a dx su bel pendio a max 45°, un breve traverso e con l’ultima facile rampetta siamo in cima.
Il panorama è quanto di più bello e completo si possa ammirare: manca all’appello solo l’Antelao! Ad Est si ammira in primo piano la Schiara; dietro compare buona parte dell’Oltrepiave con tutte le cime dell’Alpago, a Nord troneggiano Civetta, Pelmo, Sorapiss, Tofane, Cristallo…a guardar bene si notano anche Cima Belprà e il Cimon del Froppa delle Marmarole, nonché le celeberrime Tre Cime di Lavaredo. Poi finalmente vediamo la paretona Sud della Regina con a fianco il Gran Vernel, poi il Sassolungo, il Latemar… un insieme di universi separati geograficamente ma resi un unico dal complesso sistema ecologico intessuto alla base e dallo spirito alpinistico, motore di grandi imprese. Citando Paolo Colombera: Dolomiti, una sola moltitudine!
Dopo l’ultimo sorso di thè, decidiamo che è l’ora di incamminarsi. Percorriamo a ritroso le nostre orme fino al Passo Bureloni. Da qui pieghiamo a sx per canalino a 40°, diretti ai resti del ghiacciaio delle Zirocole che scendiamo senza difficoltà nella sua porzione centro-sinistra: che ambiente grandioso quello delle Pale!
Continuiamo a virare a sx quando ad un certo punto un lastrone da vento cede al nostro peso…fortuna che è piccolo! Togliamo i ramponi e saliamo al Passo delle Farangole (2939m) dal quale scendiamo verso il vallone del Mulaz muniti solo di piccozza. Prima percorriamo un canale facile e poi un pendio di neve che deposita su un pianoro. Da qui ancora a sx e imbocchiamo un canale con pendenza che non supera i 40° e divalliamo fino al sentiero. Sarà noioso il sentiero che risale alla baita Segantini ma stupenda l’atmosfera tardo autunnale fatta di luci calde e grandi contrasti. Sta volta non festeggiamo con una birra ma con una cioccolata calda giù a San Martino pensando già alle prossime avventure che ci aspetteranno in Piemonte la settimana futura…—> Becca di Gay
Note
E’ stata un’interpretazione Autunnale di un canale che di solito viene percorso con gli sci quindi le pendenze trovate sono state maggiori ed alcuni tratti presentavano ghiaccio e passi di misto, non ci siamo tuttavia legati. 4ore e 20 per la salita, quasi 9 ore per il giro completo. Condizioni più che buone con neve spesso portante, in molti tratti però non abbastanza dura, mai farinosa.
Riferimenti
-www.gulliver.it/itinerario/55310/
-www.gulliver.it/itinerario/60447/