Salita del 19-03-16
Relazione di Claudio Betetto, foto di Mirco Grasso e Claudio Betetto
Premessa
E’ un periodo favorevole e siamo reduci da una due-giorni della settimana precedente in cui abbiamo accoppiato la cascata di Fontanazzo a Canazei con la salita sul Resettum in scialpinistica. Adesso vogliamo vedere di riuscire a combinare la salita sul ripido, con ramponi e piccozze alla discesa con gli sci per un altro itinerario, magari con un po’ di pellata nel mezzo.
Memori delle precedenti avventure, decidiamo per le Piccole Dolomiti, invogliati anche da presunte buone condizioni, per la precisione puntiamo alla Catena delle Tre Croci con l’obiettivo di accoppiare alla salita del Vajo del Ciclope sul Monte Campetto, la discesa con gli sci per il canale che trae origine dal Passo Rodecche, fino nei pressi della Malga Anghebe. Se le condizioni poi lo permettono sarebbe bello salire il Monte Mesole per qualche altro vajo, magari il “Diagonale” e scendere con gli sci dal Passo del Mesole. Ma andiamo con ordine…
Relazione
Partiamo dal centro fondo delle case Asnicar (1046m) e per strada sterrata e poi ben innevata, ci congiungiamo al sentiero 120. La neve inizialmente è portante poi mettiamo gli sci perché si inizia ad affondare. L’obiettivo è portarsi sotto al Monte Campetto per imboccare il Vajo del Ciclope.
Superiamo una sbarra ed usciamo dal sentiero, salendo poi fra le piante basse e gli arbusti. La neve si fa sempre meno portante man mano che ci addentriamo nella zona più in ombra: ha trasformato veramente poco!!
Il nostro vajo è il primo canale (1200m ca.), molto incassato e stretto dove troviamo una pendenza iniziale sui 40-45° che poi aumenta con qualche salto più ripido fino a 55°, prima di una biforcazione. A dx c’è il Vajo dei Noalesi, a sx il Ciclope. Questo è una magnifica rampa inclinata che tocca i 70° che percorriamo all’esterno a sx dove c’è meno neve e più dura ma con pendenze maggiori fino a 75-80° e con alcuni tratti di misto su roccia ed erba. Decidiamo di salire veloci e non ci leghiamo, Mirco sfreccia verso l’alto preso dall’estasi irrefrenabile che solo il ghiaccio e la neve sanno trasmettere, estasi veicolata da due mezzi metallici, apparentemente insignificanti ma compagni salva-vita, assetati di bucare, perforare e agganciare qualsiasi cosa si pari di fronte: le piccozze.
Ad un certo punto dobbiamo traversare a dx sempre su pendenza notevole verso il centro per portarci sotto al passo chiave su ghiaccio della salita: un doppio saltino sugli 80° abbondanti. Tralasciamo il cordone su chiodi a dx e saliamo su fantastico sorbetto che dà una sicurezza totale. Più su letteralmente nuotiamo nella neve inconsistente. Fino a che il temuto salto di roccia con difficoltà intorno al III+ (fessura per friend medio), ci sbarra la strada. Ci leghiamo e parto io. E’ la prima volta che scalo con gli sci sulle spalle. Questi si incastrano in un primo passaggio delicato, poi c’è una corda fissa che elimina ogni problema. La sosta è su fettucciona alla fine. Usciamo dal vajo (1600m ca.) che fa caldo e la neve è marcia.
Il collegamento con la Cima Campo d’Avanti avviene salendo a dx per pendio con mughi su neve marcia, poi sulla cresta piena di faggi andiamo a sx e scendiamo il primo canalino praticabile a dx con pendenza sui 45-50°. Continuiamo con un traverso a sx (faccia a valle scendendo il precedente canale) su pendenza sostenuta (55°) per collegarci al Passo della Porta (1531m) dai pressi del quale, per sentiero, con gli sci ai piedi raggiungiamo prima il pianoro antistante Cima Campo d’Avanti, il Passo Rodecche (1625m ca.) e poi la cima con modesta croce di metallo.
La discesa per il canalone dal Passo Rodecche sarà da ridere. La pendenza non supera i 40° ma la neve è difficile per accumuli da valanga, salvo che in cima, morale: siamo più per terra che sugli sci. Ugualmente ci divertiamo ma dobbiamo camminare un po’ per collegarci al sentiero in basso.
Qui ci guardiamo: l’obiettivo iniziale era quello di salire anche il Mesole ma la neve è troppo faticosa, sarebbe una annaspata inutile. Sciamo così veloci fino all’auto e mentre ci togliamo i vari ammenicoli guardiamo con soddisfazione il canale dal quale siamo scesi.
Note
Salita impegnativa non tanto per il dislivello che in totale non supera gli 800m quanto più per le condizioni trovate in cui fare tre passi avanti costava farne due indietro. Probabilmente la nevicata infrasettimanale non si era ancora compattata.
Difficoltà vajo: D+
Difficoltà scialpinistica: BS