Messer e Antander in veste invernale – Magia e avventura in Alpago

Relazione di Matteo De Piccoli, foto di Matteo De Piccoli e Federico Furlanetto.

Introduzione

Ormai da tempo sono curioso di esplorare la zona dell’Alpago, un’area alpina vicina a casa e che soprattutto in veste invernale promette avventura. La roccia calcarea, la particolare conformazione che ricorda le alpi occidentali, le abbondanti precipitazioni e il clima rigido che la caratterizzano la rendono un perfetto ambiente alpinistico nelle giuste condizioni di innevamento. Dopo una prima salita al Crep Nudo di qualche settimana fa la voglia di tornare per esplorare meglio il territorio è tanta… Ed ecco che con Federico decidiamo di provare in che condizioni si presentano il Messer e l’Antander, che da Chies d’Alpago si presentano più simili a massicci Hiamalyani che nulla hanno da invidiare ad altri ambienti dolomitici più conosciuti…
Sabato 15 dicembre da Chies d’Alpago prendiamo verso Mont ed ecco presentarsi il primo imprevisto: la strada è chiusa per lavori. Prendiamo quindi per Irrighe e giungiamo a Pian Formosa (1207 m). Ci prepariamo per andare a dormire al Bivacco Toffolon (1990 m), per provare la normale al Messer il giorno successivo, collegandola con il Messer per poi scendere dal sentiero 935, compiendo così un anello…

Il Messer, ben visibile la via di salita e la forcelletta prima della cima, dall’Antander

Descrizione della salita

Arriviamo a Pian Formosa poco dopo le 14 e dopo la dovuta selezione del materiale ci apprestiamo a salire per il sentiero 979. La giornata è splendida, e i colori sono quelli tipici dell’ambiente invernale: salendo è impossibile non farsi rapire dal cambiamento delle tonalità cromatiche, come le foglie autunnali vengano sostituite dai colori, confusi tra loro, di bianco calcare e neve. Salendo il sole comincia a confondersi con l’orizzonte, il rosso cremisi che tinge le pareti dell’Alpago è di una bellezza che lascia senza fiato: il manto nevoso accentua e esalta questo gioco di colori che si può godere solo in queste fredde giornate. Poco prima di raggiungere la nostra meta scorgiamo il canale dei Noni salito da Claudio e Laza: davvero elegante! La strada, tra chiacchiere, progetti e silenzi si confonde coi pensieri, il tempo scorre senza rendersene conto e in men che non si dica siamo al bivacco. Raggiungo Federico in Forcella Antander (2018 m) attorno alle 16.30: il sole sta tramontando e ci godiamo questi momenti unici: il bivacco Toffolon (1990) dista pochi metri dalla forcella in direzione Ovest, si può quindi godere delle splendide luci di alba (dalla forcella) e del tramonto. Non c’è molta neve, 10-20 cm, ma è ben dura e le condizioni sembrano buone. Ci apprestiamo a una fredda ma splendida serata, tra neve da sciogliere, inusuali e proficue riflessioni, un’ottima cena e spicchi di luna: momenti difficili da dimenticare.
La mattina siamo in forcella e, con ramponi e piccozze, seguiamo i segni per la normale del Messer. Giunti in forcella Antander, spettacolo meraviglioso: le nuvole coprono la pianura e l’alba riempie di colori le cime di fronte a noi, guardando verso la Va Cimoliana svetta il Campanile di Val Montanaia come un gioiello incastonato nella roccia. Saliamo il pendio prativo coperto da neve sufficiente per usufruire delle piccozze. Puntiamo quindi a destra superando il traverso in buone condizioni e dopo qualche passaggio reso interessante dalla presenza di neve giungiamo alla forcellina ben visibile anche dal bivacco, per la vetta manca ormai poco. Giungiamo alla cresta sommitale senza complicazioni godendoci in cima uno spettacolo meraviglioso dalle Giulie alle Dolomiti Bellunesi, passando per l’Oltrepiave: la giornata comincia senz’altro splendidamente! Dopo pochi minuti in cima, tempo delle foto rituali, scendiamo senza pensarci troppo; il vento in vetta fa decisamente precipitare la temperatura e non permette lunghe soste. Scendiamo in fretta e recuperiamo il materiale lasciato in bivacco, apprestandoci a prendere il sentiero 928 che “circumnaviga” l’Antander. Personalmente mi aspetto di continuare su un terreno meno insidioso, ma mi accorgerò presto dell’erronea considerazione. Proseguiamo fino all’ultima propaggine che dà verso Ovest (1920 m) da cui si vede Forcella Federola e ci interroghiamo sul da farsi: l’attacco della “normale” ce lo siamo lasciati indietro da un po’ e Federico propone di salire i prati ripidi sopra di noi puntando a due canali nevosi paralleli che ci sovrastano, salendo l’uno parallelo all’altro, i quali danno l’impressione di essere percorribili senza grandi difficoltà. Dopo aver espresso qualche personale perplessità (in particolare sulla solita odiosa “loppa” che ci separa dai canali, su cui io impreco regolarmente mentre Federico sembra una capretta), partiamo alla volta del canale di sinistra, che immaginiamo ricongiungersi sopra di noi a quello di destra. Raggiunto il canale la piccozza si rivela quantomeno necessaria, dopo una cinquantina di metri il canale si impenna costringendoci a qualche passo interessante su neve e misto (55°). L’uscita dal canale ci regala qualche bel passo di II su “loppa, neve e roccia” che ricorda il clima selvatico dell’amato Oltrepiave. Giungiamo quindi a un’impervia selletta appollaiata sul fianco delle pareti Nord dell’Antander: la speranza di raggiungere la tipica via di salita sfuma di colpo. Proviamo comunque a forzare il passaggio alla nostra destra, con la speranza di raggiungere il versante di salita corretto: Federico fa sosta su uno spuntone e giungiamo alla sommità della cresta che ci sovrasta con dei passi non proprio banali in un terreno sconosciuto, superando una pancia di roccia con pochi appigli e in seguito un muretto di III superiore che conduce alla cresta, reso particolarmente delicato dalla neve inconsistente. Giunti in cresta il sole ci inonda di luce, e si riesce a entrare nel catino che si ricongiunge al canalone visto precedentemente (quello di destra), il quale sarebbe stato un’altra splendida via di salita (canale a 45°, passi a 55°-60°). Ancora un po’ di loppa, qualche traverso su neve ben dura e giungiamo finalmente a riprendere il versante di salita corretto, lasciandoci scappare un urlo di sollievo: la cima si materializza all’istante e non ci pensiamo due volte, proseguiamo seguendo la cresta e ben presto giungiamo in vetta; che giornata stupenda! Il tempo regge nonostante le previsioni pessimistiche e l’ambiente è davvero suggestivo.
I colori, i giochi di luce, l’assenza di qualsiasi forma di vita, l’ambiente selvaggio, generano sensazioni disarmanti, che fanno stare davvero bene, in pace con quello che ci circonda.
Ci godiamo il momento stupendo e in breve scendiamo dalla cresta. Ci togliamo i ramponi e dopo qualche sorso di granita all’enervit scendiamo i canaloni prativi di quella che sarebbe stata la convenzionale via di salita, ricongiungendoci in breve al sentiero. Da qui tagliamo per prati evitando di rientrare per il bivacco, ricongiungendoci in fretta al sentiero precedente: è presto fatto, e nel giro di poco ritroviamo la macchina, carichi delle emozioni regalate in queste due giornate stupende.

Note tecniche

Necessari piccozza (/e) e ramponi in periodo invernale, utile uno spezzone di corda per assicurarsi nei passaggi più ostici. Protezioni veloci difficili da piazzare, più utili i cordini. Il giro completo si attesta attorno ai 1300 metri di dislivello complessivi, per un totale di una decina di ore.

I primi tratti di sentiero
Ecco il famoso Canale dei Noni, salito da Claudio e Laza
La conca sottostante il Bivacco Toffolon, alle pendici del Messer
Siamo quasi giunti al tramonto
Bivacco Toffolon, Antander alle spalle
In Forcella
Le splendide luci del tramonto
Ed ecco l’alba che tinge di rosso l’Alpago…
…il Crep Nudo e il versante friulano
Si parte!
La rampetta iniziale
Canali intermedi
La Forcella del Messer ben visibile da sotto. SIamo quasi in cima
La cresta finale
Vetta!
In vetta al Messer
Verso il sentiero che conduce all’Antander. Alle spalle il Messer e il bivacco Toffolon
Il ripido canalino per giungere alla cresta dell’Antander
Cresta!
Finalmente fuori dai “problemi”
La cresta terminale dell’Antander
Cresta Antander
Giornata stupenda
In vetta all’Antander
Arrivati alla macchina

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