Becco di Mezzodì 2603m – Via Normale

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Il Becco di Mezzodì visto dal Rif. Palmieri con la force. Ambrizzola a destra

Relazione e foto di Claudio Betetto

Sono i primi di Agosto e mi ritrovo reduce dall’ avventura sull’ Aiarnola e Croda da Campo quando la sera  il Pola arriva a Cima Gogna e mi trova ancora mezzo addormentato; il giorno seguente bisogna però essere belli svegli perché ci trasferiamo verso la “montagna firmata” ma non tanto per fermarci a prendere il sole in panciolle ad un rifugio, quanto per salire il Becco di Mezzodì per la sua via normale.

Questa montagna si presenta come una scaglia isolata sopra Cortina d’ Ampezzo di cui un tempo ne fungeva anche da meridiana; si può raggiungere per innumerevoli itinerari, noi scegliamo quello che si stacca dalla strada che conduce al passo Giau, precisamente Ponte di Rocurto ( 1709m) e che passa per il rifugio Palmieri (2046m). Per noi si tratta di una salita importante: per il Pola è la prima via in “autonomia” e per me la terza.

Fino al Palmieri non c’ è storia, se non il fatto che da Cima Gogna l’ avvicinamento in auto credevo fosse più breve, tuttavia iniziamo a camminare comunque presto, probabilmente prima delle sei. Dal rifugio la “nostra” montagna è lì, evidente. Per raggiungerla proseguiamo lungo il sentiero CAI che porta a forcella Ambrizzola  (2277m) e da qui deviamo a sx per traccia costeggiando il Becco di Mezzodì sulla sua parete SW. Risaliamo delle ghiaie puntando ad un intaglio e poco prima rinveniamo un camino sulla dx: qui inizia la via.

La prima sosta la attrezziamo su un solido spuntone e Pola parte, le difficoltà sono sul II/II+. Il primo tiro termina su un comodo terrazzino con sosta. A destra si stacca un sentierino che in breve ci porta sotto al secondo camino. Questo volendo può essere superato anche esternamente sulla parete, forse con difficoltà più bassa ma decido di stare all’ interno, essendo presenti 2chiodi (IV-) Superato il caminetto si sosta comodamente. Quando il Pola arriva, un commento sul passaggio appena fatto è d’ obbligo in quanto ce lo aspettavamo più facile, tuttavia i due chiodi possono agevolare la progressione.

Riparte lui e sale il terzo tiro che si articola prima in un breve caminetto e poi prosegue su scaglie con parete verticale a sx e grossa roccia strapiombante a dx(II+, max p. III). Questo tiro di corda porta ad una cresta. Decidiamo di seguirla legati e con un passaggio aereo ma con difficoltà che mai superano il II grado, arriviamo in vetta. Recupererò il Pola a spalla.

Siamo ancora alle prime armi e ci abbiamo messo forse più del dovuto ma poco importa, il panorama stupendo sulla conca Ampezzana da un lato e sul Pelmo maestoso dall’ altro, ripagano di ogni fatica.

In discesa ripercorriamo la cresta legati e poi con 3 comode doppie utilizzando una sola corda, siamo di nuovo coi piedi per terra che ci leghiamo le due corde da 60m in spalla e poi via giù per il ghiaione e di nuovo al Palmieri dove prendiamo una birra. Il Pola lo vedo chiaramente turbato dalla folla a cui sicuramente non è abituato, considerati gli standard delle Dolomiti Friulane e in breve siamo già che scendiamo alla macchina.

Giornata favolosa, inizio di un sodalizio che ci porterà a scalare insieme altre volte.

Note: le soste sono tutte attrezzate con chiodi, cordoni, cordini, salvo la prima alla base da attrezzare su spuntone e l’ ultima in cima, anche se non escludo che cercando bene si possa trovare qualche chiodo/resinato/spit data la buona frequentazione (sembra comunque meno di quanto mi aspettassi).                 I primi salitori sono stati  nel 1872 l’alpinista W. E. Utterson Kelso e la sua guida alpina, l’ampezzano Santo Siorpaes.

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L’ Antelao in tutto il suo splendore con a sinistra Cima Scotter e Cima Belprà
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Da sinistra: Civetta, Altopiano delle Pale e Pale di San Martino
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Verso il Palmieri ed il sentiero che port in forc. Ambrizzola
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Sul caminetto di IV-
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Sulle rocce ben appigliate del 3 tiro
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In cima!!
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Con il Pelmo sullo sfondo
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Pose estetiche
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In sosta ci si prepara per l’ ultima doppia
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L’ ultima doppia
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Giù per le ghiaie e poi di nuovo in forcella Ambrizzola e poi al Palmieri

 

 

2 Risposte a “Becco di Mezzodì 2603m – Via Normale”

  1. Cavolo ragazzi, sembra davvero bellissimo, in tutto! E poi una cima così, isolata… uao! è Tolkieniana! Vi invidio. E avete anche beccato una giornata con una visibilità stupenda!
    Però il Pola non è così a disagio con la folla, nei locali di Trieste, no? 😛
    Comunque cavolo, anche poter ridiscendere facendo tutto in doppia è un sogno!
    Pola, quando avrai un po’ di tempo e di pazienza (sai qual’ è il mio passo) ti chiedo se potrai portare anche me li. Per favore! sembra davvero favoloso.

  2. P.S.: quanto è lungo l’avvicinamento?
    Il ghiaione è “corribile”?

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