Sassolungo di Cibiana 2413m – Via normale

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Il Sassolungo di Cibiana visto dal passo Cibiana

Relazione di Claudio Betetto, foto di Claudio e Francesco Lazari.

Salita del 20 giugno 2014.

Premessa

Reduci, Francesco ed io, da un’ avventura più che positiva in quel del Pramaggiore 20 giorni prima,  decidiamo che è arrivato il momento di tornare sulle crode. Spinto dal desiderio di esplorare il gruppo del Bosconero, a me completamente nuovo, decido per un’ avventura breve ma che impegni in un minimo di arrampicata: la scelta cade sul Sassolungo di Cibiana, (quasi) estremo baluardo del gruppo suddetto sul Cadore.

Relazione

Cibiana è uno di quegli angoli di Cadore fuori moda, esterni al giro consueto della massa. E’ ancora presto quando passiamo attraverso l’ abitato. So che bisogna salire da lì per raggiungere il passo dal quale partiremo. Da tempo osserviamo la nostra montagna che domina come una piramide la vista a sinistra fin da quando si oltrepassa Tai di Cadore. E’ senza dubbio un bel sasso e se fosse quei 300-400 metri più alta, sarebbe sicuramente molto più considerata ma, forse, meglio così perché arrivati al parcheggio del passo Cibiana non c’ è anima viva.

Il tempo non è che sia dei migliori  ma ci incamminiamo ugualmente. Prima seguiamo il sentiero CAI che attraversa il bosco in direzione della forcella bela o impradida. Fino alla radura quotata 1873m il sentiero è in comune con quello che, senza saperlo, avrei fatto durante l’Estate per visitare gli Sfornioi con i loro due Pupe, noi invece cambiamo direzione piegando a sinistra. Per la verità qualche difficoltà la incontriamo essendo il bosco completamente sconquassato dalla neve dell’ inverno passato. Le slavine hanno sradicato alberi e molta neve residua nasconde ancora il sentiero. Chissà se qualcuno è già passato di qui… Attraversiamo il pendio cosparso di mughi, larici e varie lingue di neve. Saliamo verso la forcella bela o impradida, immersi in un ambiente dolomitico che ci fa sognare per i suoi scorci e le sue forme ardite. Dopo una breve sosta divalliamo in versante Cadore, per il sentiero che porta alla casera Campestrin. Discesi per un centinaio di metri tuttavia pieghiamo a sinistra lungo una traccia non segnata CAI ma solo con bolli e ometti che passa sotto alcune pareti e si inerpica all’ attacco della via normale del Sassolungo di Cibiana. Si perviene ad un forcellino dove un bollo segna l’ inizio della via.

La salita è tutto sommato intuitiva ma affatto lineare. Ci teniamo inizialmente a destra e superato il primo salto pieghiamo a sinistra lungo una cengia detritica aggirando la parete e portandoci in versante ovest. Qui imbocchiamo alcuni caminetti con brevi e divertenti passaggi su roccia di I+/II-  fino a raggiungere un canalino con masso incastrato: bisogna passare in un foro che è rimasto fra parete e masso. Francesco va per primo e in un batter d’ occhio è fuori, poi vado io. Il passaggio impegna sul II ed è presente anche un cordone per aiutarsi nella progressione.

Fin’ ora fortunatamente in parete non abbiamo trovato neve… anche se devo dire che tutto sommato ci piace anche quella, però mai cantar vittoria. La via segue un canale che infatti si presenta parzialmente ostruito, saliamo la piccola bancata rocciosa, evitando le ghiaie poste a sinistra. Seguendo i bolli per cenge e passaggini su roccia ci portiamo fino alla cupola sommitale che al 20 di Giugno risulta ancora parzialmente incappucciata dalla neve. Vediamo spuntare la grande croce metallica e un senso di grandezza già ci pervade, puntiamo in alto e in breve siamo sù.

Stiamo entrambi ancora alla grande, ci scambiamo una energica stretta di mano quasi a suggellare un patto che ci porterà a fare grandi cose nei mesi futuri; poi diamo un’ occhiata al libro di vetta.  Con somma gioia notiamo che siamo i primi dell’anno.

Il tempo nel mentre si è fatto parecchio incerto , i grossi cumuli si sono abbassati e non promettono nulla di buono: decidiamo che è ora di scendere. La via, fatta al contrario, si rivela un po’ più ostica e più che presentare difficoltà, richiede attenzione per frequenti passaggi abbastanza marci. Ogni tanto mi fermo a guardare certi pilastri rocciosi che con le loro forme mi ricordano dei volti scolpiti nella pietra; aguzzando la vista scopro che è possibile vederli quasi ovunque.

Ripreso il sentiero CAI, dopo la forcella bela o impradida, decidiamo per una deviazione per esplorare alcuni antri che dal basso ci sembrano interessanti…forse già inconsciamente ci sentiamo parte del “Landre”, chi lo sa. Alla fine  l’ esplorazione porta ad un nulla di fatto facendoci rischiare più che la salita appena compiuta. Nel frattempo le nuvole si son diradate, così puntiamo senza soste al passo Cibiana dove, in compagnia di una birra fresca, riposiamo al sole raccontandocela, immaginando e pianificando le avventure future.

Lungo il pendio cosparso di lingue di neve. In fondo la nostra meta
Un balcone sull’ infinito
Abbandonato il sentiero, vista sulla traccia appena percorsa che porta all’ attacco
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Il primo salto. Evidente il bollo
Sulla cengia detritica
Bel passaggio su roccia sul primo caminetto
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Il passaggio del masso incastrato
Alcuni passaggi su roccia. Presenti bolli anche gialli e frecce in alcuni punti
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In vista della croce di vetta
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In cima!!!!
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Panorama verso la conca Ampezzana sempre baciata dal sole
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Si arrampica ovunque
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Nel canalino ostruito di neve, in discesa
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Scendendo il secondo (in salita) caminetto
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Forme umane scolpite nella pietra
15 thlaspi rotundifolium1
Thlaspi Rotundifolium
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In rifugio, riposando al sole, si pensa già ai progetti futuri

 

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