Col Nudo 2471m – Via Comune dall’Alpago

Foto e relazione a cura di Francesco (Il Pola) Polazzo.

Salita effettuata il 21 settembre 2013.

Premessa

Il Col Nudo è la cima più alta dell’Alpago ed è una meta abbastanza frequentata sia d’estate dagli escursionisti sia d’inverno dagli scialpinisti. La salita è faticosa, ma ricompensa abbondantemente i 1400 metri di dislivello che bisogna affrontare. L’accesso dall’Alpago qui riportato è più scontato e più agevole, svolgendosi quasi esclusivamente sul sentiero CAI 965, rispetto a quello dall’amata Valcellina, ma ci ripromettiamo di documentare anche l’approccio da Cellino.

Relazione

Raggiungiamo tramite una strada sterrata casera Stabili, dove lasciamo l’auto, e proseguiamo a piedi lungo la strada forestale (sentiero CAI 965 che ci accompagnerà fino in cima) che porta in breve tempo a casera Scalet Bassa. Poco oltre la casera si trova un monumento dedicato agli alpini, subito dopo il quale giungiamo ad un bivio dove teniamo la destra imboccando un sentiero che s’impenna ripido nel bosco. Continuiamo a salire nella faggeta, che inizia a colorarsi di rosso, seguendo il sentiero che si tiene vicino alle pareti sulla nostra destra finché non raggiungiamo i ruderi della casera Scalet Alta, in posizione bella e soleggiata. Incontriamo il bivio con il sentiero che porta a forcella della Lastra, ma noi continuiamo dritti verso il passo Valbona passando accanto ad una caratteristica placca calcarea solcata da molte scanalature scavate dall’instancabile lavoro dell’acqua. Il sentiero continua a salire aggirando il Col de Piero e depositandoci in un bucolico avvallamento, appena oltre il quale incontriamo i segnavia dell’altavia numero 7. Ignorando l’altavia affrontiamo l’ultimo tratto che porta al passo Valbona, storico valico che mette in comunicazione la Valcellina con l’Alpago. Dal passo risaliamo la ripida e faticosa pala erbosa (coperta di stelle alpine) che porta sotto la cima Lastei, dove rinveniamo le indicazioni per la cima del Col Nudo. Affrontiamo un elementare gradino di roccia in discesa e in breve raggiungiamo la cresta che collega le due cime. Questa è molto stretta, ricoperta di ghiaino ed estremamente esposta, soprattutto verso la Valcellina dove la parete precipita per 1000 metri. Superiamo più o meno elegantemente la cresta e risaliamo per sfasciumi l’ultimo tratto che con dei tornanti porta in cima. La posizione dominante sull’Alpago e lo strapiombo sulla Valcellina rendono la visuale dalla cima molto interessante, peccato per le nuvole che coprono parzialmente il panorama, specialmente verso est. Dopo una lunga pausa sulla cima, ci dirigiamo verso ovest seguendo la traccia che porta ad un semplice canalino da scendere e che ci deposita sui ghiaioni sottostanti. In questo modo si evita la delicata cresta e la ripida pala erbosa, con risparmio di tempo e fatica, in quanto percorriamo correndo il ghiaione fino ad incrociare l’altavia e a ricongiungerci con il sentiero fatto all’andata.

Note conclusive

Salita faticosa e con dislivello non indifferente. Non ci sono difficoltà eccetto la cresta molto esposta, tuttavia non è una cima da sottovalutare. Se si vuole salire il Col Nudo d’inverno è consigliabile non affrontare la cresta, ma salire e scendere per i ghiaioni e il canalino. La varietà di visuali è particolare, soprattutto colpisce il contrasto Alpago/Valcellina quando si giunge al passo Valbona.

Il Col Nudo alle prime luci.
Il Col Nudo alle prime luci.
Dolada e Col Mat.
Dolada e Col Mat.
Caratteristiche scanalature.
Caratteristiche scanalature.
L'Alpago e il lago di Santa Croce.
L’Alpago e il lago di Santa Croce.
Il Teverone.
Il Teverone.
Passo Valbona
Passo Valbona.
La faticosa pala erbosa da risalire.
La faticosa pala erbosa da risalire.
Stelle alpine lungo la pala erbosa.
Stelle alpine lungo la pala erbosa.
La cresta delicata.
La cresta delicata.
Croce di Vetta.
Croce di Vetta.
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I ghiaioni sfruttati in discesa.
Col Nudo dal sentiero CAI 965.
Col Nudo dal sentiero CAI 965.

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