Relazione e foto di Jacopo Verardo.
Introduzione
Siamo a fine maggio. L’inverno appena trascorso è stato incredibilmente prolifico, la primavera che sta volgendo al termine lo è ancora di più. La voglia di muoversi è stranamente molto bassa. Quasi nulla. Starei volentieri a casa se non fosse per il Pola che accende la solita scintilla incendiaria: Cima di Bortolusc! Adoro la Val Settimana e il gruppo Caserine – Cornaget…non posso rifiutare! Con noi anche questa volta c’è l’ormai Salvadi ad honorem Leonardo, padre di Pola.
Questa cima si trova proprio nel cuore di tale raggruppamento, e, a differenza di tutte le sue compagne, “naviga” isolata e indipendente tra i due grandi mari che la attorniano: il Cadin de le Pregoane e il Cadin di Bortolusc. Grazie a tale posizione di spicco, risalta prepotentemente sia vista dall’amato Bivacco Pramaggiore, sia dal verde Cadin di Dosaip (ovvero da Nord e da Sud). Avendola osservata quindi decine e decine di volte, andava assolutamente salita. Decidiamo di compierne l’attraversata in modo da rendere più succosa l’uscita.
Relazione
Partiamo quindi dal parcheggio in fondo alla Val Settimana, poco prima del Rifugio Pussa e imbocchiamo il sentiero CAI 376, che molto ripidamente ci conduce, dopo estenuanti rampe all’interno di una faggeta asfissiante prima, e dopo una fatata pecceta poi, nel basso Cadin de le Pregoane. Il posto, già visitato in occasione di un “tragico” anello sul Cornaget, è molto bello: trattasi di un tipico anfiteatro glaciale coperto da una stupenda fioritura di rododendri. Il tempo invece inizia a chiudersi e già ci preannuncia una giornata umida e uggiosa. Proseguiamo fino a quota 1700m dove adocchiamo il canale detritico che porta all’imbocco delle placconate Nord su cui sale la Via Normale; scenderemo di qua. Per la salita abbiamo scelto il “Canale Fradeloni” che sale sulla parete Sud a cui si accede dalla amplissima Forcella delle Pregoane. Indugiamo quindi nel risalire il medesimo Cadin che ci conduce in circa due ore (dal parcheggio) alla bella Forcella delle Pregoane. Oserei dire che questo è uno dei più bei valichi dell’Oltrepiave! Ampio, comodo e pieno di fiori, ci costringe ad una prolungata sosta in cui, per scimmiottare il più celebre festival di arrampicata sportiva in Val di Mello, saliamo dei blocchi calcarei stupendi istituendo il PregoaneBlocco. Non ci facciamo mai mancare le cazzate noialtri del Landre…
Dalla forcella si risale verso Est una spalla detritica (tracce di sentiero e ometti), cha porta dapprima ad un largo canale colmo di detriti, per poi giungere alla larga cengia basale di Cima di Bortolusc, che in breve ci conduce alla base del “Camino Fradeloni”, il quale risulta evidente perché molto incavato e con le rocce di sinistra vagamente strapiombanti. Su detta cengia la traccia di sentiero è ben marcata e, volendola seguire oltre l’imbocco del canale per puro gusto conoscitivo, conduce con un altro strappo ad una forcella circa a quota 2000m dalla quale ci si potrebbe calare nell’alto Cadin di Bortolusc. Per questa volta ci accontentiamo di andare in cima. Il canale prende il nome dal forte alpinista triestino, naturalizzato pordenonese e anche clautano (scomparso oltre 20 anni fa), che esplorò a fondo questo gruppo montuoso e tutto l’Oltrepiave aprendo varie vie e scrivendo tra il 1970 e il 1972 la preziosissima monografia per Le Alpi Venete, Monografia Caserine – Cornaget. Percorse questo canale per la prima volta in discesa con Segolin. Lo salì poi, qualche anno dopo, anche in prima invernale assoluta sulla cima in questione. Le difficoltà del canale sono prevalentemente di II grado su roccia discreta; restando sulla parete di destra si hanno appigli migliori e minor detrito che all’interno del canale. Superatolo di slancio usciamo sulle ultime rampe detritiche che oppongono ancora vari passaggi su I/I+ (attenzione alle scariche se si è più di tre), obliquando prima verso destra puntando a dei torrioncini di cresta, per poi rientrare sulla sinistra e per brevi salti arrivare sulla stretta cima (ometti lungo tutto il tratto tra l’uscita del canale e la cima). Il panorama, che sarebbe ottimo, è azzerato dalle nubi, ma la soddisfazione è comunque tanta viste le circa 40 firme nei due libri di vetta in quasi 40 anni. Una persona all’anno di media non è male! Ora arriva il bello: decidiamo di scendere per la normale che dovrebbe opporre solo difficoltà di I grado. E in effetti Fradeloni non mente. Ciò che è incredibile è la totale integrità della via: nessun tipo di segnalazione (nessun taglio su mughi e nessun ometto)! Sembra quasi di essere ai tempi dei pionieri che esploravano queste montagne! La magia del Caserine – Cornaget… Detto ciò la vera difficoltà è data dal detrito che copre le ripide placconate e dall’orientamento. Per il resto basti sapere che si deve prima percorrere dalla cima un pezzo di cresta, per poi calarsi abbastanza vicini al ciglio Ovest delle placconate Nord. Si giunge così nei pressi di un forcellino di cresta con due caratteristici gendarmi, dal quale ci si cala abbastanza disagevolmente lungo il canalone che ci rideposita a quota 1700m nel Cadin de le Pregoane. E da qui, sempre ripidamente, al parcheggio del Rifugio Pussa, dove ancora una volta non riusciamo a farci vendere un birra…capiranno mai come si fa?
Note conclusive
Questa cima è sicuramente tra le più affascinanti dell’intero gruppo, sia per la posizione sia per la frequentazione. Per gli amanti di questo tipo di cime la consiglio assolutamente. Quattro erano le vie che la salivano fino a qualche giorno fa: il Canale Fradeloni, la Via Normale, una via di Casara sul lato Sud-Ovest, il canale Nord-Ovest aperto nei primi anni ’80. Poi l’amico Giorgio Madinelli ha aperto una nuova via sul lato Est, che era ancora vergine (http://www.latanadellorso.altervista.org/Bortoluth/report.html). Le difficoltà sono di I e II grado, a cui si aggiunge l’orientamento lungo la Via Normale; molto utile il casco, al contrario della corda che è superflua. Dislivello di 1230m circa, quasi 4 ore per la cima, meno di 3 per scendere. Cima adatta sicuramente ad esperti!
31 maggio 2015.
Bibliografia
A. e C. Berti, Dolomiti Orientali vol. 2;
Sergio Fradeloni, Tullio Trevisan, Montagne nel silenzio.
vi chiedo cortesemente se potete darmi maggiori indicazioni per la salita e discesa per la via normale
(quella che Fradeloni descriveva di primo grado).Cioè vorrei sapere se l’orientamento è suggerito da
ometti oppure se è comunque facilmente intuibile a vista.Inoltre se è consigliabile salire e scendere
dalla stessa parte cioè per la via normale partendo dalla Forcella Cadinut.
Grazie
Roberto Antonel
[email protected]
Ciao, la normale è molto integra: praticamente non ci sono ometti ne tracce di passaggio, se non nella parte di cresta finale. Tuttavia si può salire abbastanza liberamente senza incontrare grosse difficoltà fino alla cresta finale, dalla quale il percorso risulta poi obbligato. L’attraversata salendo per il camino e scendendo per la normale è molto bella, ma anche salire e scendere per la normale dà grande soddisfazione.
Ciao!
ciao Salvadis, ieri abbiamo ripetuto il vostro giro. Giornata stupenda e cima meritevole, incontrato nessuno ovviamente. Dopo la forcella abbiamo sbagliato attaccando per quasi 100m il primo canale sulla destra 🙂 poi siam tornati indietro trovando il canale Fradeloni. ll ritorno per la normale e’ un po’ da bestemmie effettivamente …
Grandi!! Gran bella cima il Bortolusc 😉 pensa che il giorno dopo (domenica) un nostro amico ci è salito. Due visite in due giorni…saranno stati anni che non succedeva 😀