Relazione e foto di Claudio Betetto
Premessa
L’Alpago. Ho iniziato a conoscere questo mondo solamente all’inizio di questa Primavera quando con Mirco sono riuscito a salire il fantomatico Messer per il canale e la cresta dei Noni. Per il resto la mia esperienza è unicamente “topografica” e quindi quale migliore occasione di un’uscita universitaria in Cansiglio finita prima del previsto, per fare una bella sgambata? Decido per Cima Vacche attraverso la Costa Schienon. Con me il corridore Flavio, di Spert, pertanto un habituè. Questa infatti è una salita che si presta molto alla corsa “vertical” in quanto concentra un dislivello modesto ma non trascurabile (800m), in poca distanza. Non presenta inoltre difficoltà di orientamento, quanto mi ci voleva visto che la partenza è alle 17 passate.
Relazione
Abbandoniamo la strada carrabile che proviene dalla Malga Pian Grant dopo pochi minuti di percorrenza a piedi, per imboccare un sentiero sulla destra. Questo sale ripidamente la china boscosa del Coltoront e non molla la presa ma le gambe girano bene e capisco fin da subito che stavolta bisogna spingere visto l’assetto del mio compagno.
Inizialmente la traccia si tiene nel bosco di faggi e larici con qualche abete e ne esce più in alto. Da qui inizia la parte più divertente della salita, costantemente in cresta, mai esposta, prima con svariati mughi ma mai troppi (non sono mai troppi!) e poi su pietraia e loppa.
Dobbiamo fare qualche traverso su neve fraida ma non preoccupante. Negli ultimi metri l’alpagota mi semina e arriva in cima ben prima di me. Non ci fermiamo neanche un istante presso il paletto bianco e rosso della vetta ma proseguiamo lungo l’affilata cresta che conduce al Guslon in una fantastica cavalcata. Qui qualche passaggio di I grado è obbligatorio e l’esposizione aumenta. L’ora tarda però ci induce a tornare sui nostri passi prima di giungere a destinazione.
Un’ultimo sguardo alla Manera e poi la discesa sarà una lesta galoppata fino praticamente alla macchina.
Note
Breve salita, remunerativa per il paesaggio e priva di difficoltà, almeno fino a Cima Vacche. Poi per proseguire in cresta fino al Castelat, mettere in conto passaggi di I grado e un minimo di esposizione.