Relazione e foto di Jacopo Verardo.
Introduzione
Salire di notte in montagna? Sembra una cosa da pazzi, da svalvolati. Forse lo è. Tuttavia credo che scegliendo accuratamente la giornata e la cima, con la giusta conoscenza del posto, possa essere una delle esperienze più intense e affascinanti che si possano fare in montagna! La notte appiattisce tutto, rende misteriose cose che di giorno appaiono scontate. Offre un silenzio che, in Dolomiti, di giorno, è impensabile. Ma soprattutto rende preziosa la luce, che quando arriva regala emozioni uniche, scalda il corpo e l’animo, e lascia indelebili ricordi nella mente.
La passione per le notturne è tutta dell’amico Eugenio, grande fotografo oltre che alpinista, che da anni le compie sulle cime più panoramiche delle Dolomiti. Il periodo dell’anno migliore è l’autunno, per le sue belle giornate stabili ed asciutte. Quest’estate però il meteo è stato eccezionale, così gli viene l’idea di fare una notturna sulla Tofana di Rozes, che ancora mancava nel suo nutrito elenco. Giorno designato è il primo di agosto, giusto dopo una perturbazione ripulitrice. Lo accompagniamo più che volentieri Matteo ed io.
Relazione
Partiamo da Fiume Veneto alle 23, con una buona voglia di camminare che si affievolisce lungo il viaggio nella comoda Berlingo. A San Vito di Cadore ci fermiamo a bere un caffè e ci imbattiamo in una seratona al pub: è pieno di gente, tutti che bevono allegramente…rischiamo di impantanarci lì, anche perché il cielo è nuvoloso. Ma non ci facciamo fregare e verso le due ci incamminiamo dal Rifugio Di Bona, 2083m, quota massima a cui si può giungere in auto. Fa abbastanza caldo e le frontali quasi non servono vista la luna (quasi) piena. Camminiamo silenziosi lungo la strada sterrata che sale verso il Rifugio Giussani. Evitiamo le scorciatoie ai tornanti della strada, abbiamo tempo e l’atmosfera notturna va goduta totalmente. Lentamente entriamo tra le nuvole basse e iniziamo a sudare malamente, ma siamo sicuri: in cima saremo oltre le nuvole, l’alba sarà spettacolare! Galvanizzati procediamo ora speditamente fino a trapassare le nuvole e uscire sotto la volta stellata, la frontale ora non serve proprio più! Sembra giorno quando arriviamo al Rifugio Giussani, 2580m, ma sono solo le 3 passate. Atmosfera grandiosa: la Luna illumina il paretone della Tofana di Mezzo, le stelle, infinite, fanno il resto. Non ci fermiamo neanche, proseguiamo imboccando la Via Normale, ben evidente e marcata anche di notte. Basta seguire la dorsale rocciosa che dal Rifugio va verso la Rozes, ora ben evidente davanti a noi. Si arriva poi nella parte basale del grande “scivolo” e sempre seguendo la traccia si sale in obliquo verso destra. Devo dire che la mostruosa frequentazione di questa cima ha fatto sì che si creassero decine di tracce, le quali spesso ingannano e portano a allungare il percorso. In tutto ciò vi è un’accozzaglia di segni blu, rossi, arancioni, gialli che non aiutano di certo… Gli ometti in ogni direzione poi fanno il resto. Ad ogni modo basta puntare al crestone Nord-Ovest, al quale si giunge senza troppe difficoltà (forse qualche passaggio di I grado inferiore se si affrontano direttamente i salti tra le varie cenge). Saliamo questo tratto molto nervosamente e velocemente, quasi seccati. Usciamo sul crestone, più o meno in prossimità dell’uscita della Ferrata Lipella. La luce si fa veramente intensa, così come l’aria gelida che ora ci colpisce e ci risveglia bruscamente. Affrontiamo il facile crestone, fino a che la traccia, sempre ben evidente, si sposta sulla destra e con un percorso quasi a spirale ci porta in cima. Sta schiarendo molto velocemente, troppo. Vestiti per bene iniziamo a goderci uno spettacolo unico, con la macchina fotografica che spara foto a raffica.
Le valli sono coperte di una densa coltre di nubi, delle leggere velature lentamente si svelano sopra di noi, e il gioco di luci che ne risulta è semplicemente perfetto. L’Enrosadira ha una potenza indecifrabile e l’Ora Blu viene sostituita dal rosa e poi dal rosso. C’è dell’umidità nell’aria che stempera i colori e regala dei quadri del Romanticismo. Credo che sia l’alba più bella che io abbia mai visto. Ora sembra non terminare mai, il Sole sorge, ma poi viene coperto da una nuvola. L’atmosfera si fa ancor più strana, quasi irreale, quasi paradisiaca…ma diamine! Si gela! Per fortuna abbiamo delle pozioni divine che ci aiutano, caffè super-corretto, grappa alla salvia, e poi un paio di birre. Sono le 6 di mattina, non potrebbe andare meglio.
Poi finalmente il sole si libera e lentamente ci scalda. La piatta luminosità ora fa brillare le crode, fino al gruppo del Catinaccio! È ora di scendere. Al Giussani facciamo colazione, alla macchina una birra. Poi via a casa per ora di pranzo, un po’ assonnati e rimbambiti, ma con l’animo pieno di emozioni e colori che non dimenticheremo.
Note conclusive
Non c’è molto da dire sulla Tofana di Rozes; credo sia una delle cime più frequentate e più documentate delle Dolomiti, e uno dei 3000 più facili di questo settore alpino. Anche per questo è enormemente frequentata. Devo dire che gode di un isolamento notevole che le conferisce un panorama veramente eccezionale! Non credo l’avrei salita di giorno, non fan per me le cime brulicanti di turisti. L’idea era di salirla in invernale, magari con gli sci…magari tra qualche anno… Di sicuro averla salita di notte è stata la cosa migliore!
Dislivello di 1140m, poco meno di 3 ore per la salita.
1 agosto 2015.
“Al di là delle nuvole”
“Al di là delle nuvole” come un paradiso
E’ stata una splendida emozione 😉
Jacopo
Una salita davvero insolita e ben decritta e con un reportage fotografico… da far invidia!!!
Complimenti a tutti e tre.
Ilario
Grazie mille Ilario!
Jacopo.