Val Popena – Una scialpinistica a metà

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Nuvole, vento e neve…

Relazione e foto di Claudio Betetto

Premessa

Di quella giornata in cui ho salito la Val Popena con gli sci sulle spalle ho tenuto un bel ricordo.

E’ la fine del 2014 e nella mia testa devo per forza prepararmi per il tirocinio con l’ufficio valanghe quindi, non possedendo un paio di sci da scialpinismo, decido di arrangiarmi come meglio posso: nello zaino metto gli scarponi da sci da scambiare con quelli da montagna che avrei usato per salire, gli sci invece li aggancio fuori. Il meteo buono anche se ventoso e la veramente poca neve al suolo, mi inducono a provare. Non parto presto, non avrebbe molto senso vista la giornata fredda e l’escursione piuttosto breve.

Relazione

Parto dal Ponte Val Popena Alta (1659m) e nel silenzio mi addentro nell’omonima valle. Mi giro e dietro di me sbuca la Torre di Toblin, vedetta isolata delle più famose Tre Cime. Il sentiero prosegue nel bosco, mai ripido, finchè ne esce a quota 2025m ca. Qui al bivio proseguo dritto, davanti a me ciò che andrò a fare: vedo perfettamente la discesa da Forc. de Popena (2214m), una pista da sci al naturale. Arrivatoci sotto invece che salirci, proseguo verso la molto più invitante forc. racchiusa fra il Corno d’Angolo e i Campanili di Popena. La pendenza è modesta, solo un po’ più marcata nella parte alta. In forcella faccio una breve pausa studiando dove conviene scendere. Alla fine opto per la parte sx (faccia a valle) del pendio. Gasatissimo faccio le prime curve: una, due, tre vanno bene….la quarta e vado giù: forse è meglio non prendere troppa velocità questa prima volta. In breve sono di nuovo sul piano, mi volto a contemplare la traccia appena incisa e un’estasi profonda mi pervade. Salgo così a forc. Popena dove sorgono i ruderi di un antico rifugio. Lascio giù gli sci e salgo sulla quota 2300m della dorsale del Monte Popena poi scendo e mi fermo qualche minuto a guardare affascinato la bufera sul Corno del Doge. La discesa sarà poi una goduria, sempre larga e mai ripida anche se la neve è ridotta ai minimi termini! In breve sono di nuovo al bivio trovato in salita dove devo rimettere gli sci in spalla per scendere. Mi consola il fatto che avrei dovuto fare così anche se munito di materiale convenzionale, vista la pochissima neve al suolo: salire con gli sci ai piedi fin qui è impossibile!

In discesa incontro due ciaspolatori ed un sorriso mi tradisce lo sguardo: so di aver compiuto una salita poco convenzionale e per certi versi controversa ma a me ha dato tanto e ne sono molto felice.

Mi fermo a Misurina giusto il tempo di trangugiare un panino camminando sul lago ghiacciato e pensando a come dovrebbe essere scendere da Forcella del Nevaio sui Cadini.

Note

La particolarità della Val Popena è l’alone di silenzio che l’avvolge pur essendo molto vicina alla civiltà. La salita segue prima il sentiero CAI e poi è molto intuitiva e su pendenze basse(<35°). La vista sul Piz Popena è grandiosa.

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Salendo lungo il sentiero
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Verso il Corno d’ Angolo e i Campanili di Popena
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Compaiono la Torre di Toblin a sx isolata e a dx la Tre Cime di Lavaredo
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Yoooo
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Verso la forcella del Corno d’Angolo
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Ombre
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La neve non è molta, i massi affiorano
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In forcella del Corno d’Angolo
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Il pendio da scendere visto dall’alto…
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…e dal basso
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Salgo ai ruderi del rifugio Popena

 

 

 

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La bufera sul Corno del Doge – Per altre foto vedi Album Marmarole
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Verso la forc. del Corno d’Angolo. Alle spalle, immenso, il Piz Popena con il Cristallo che sbuca
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La seconda discesa vista dall’alto…
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E’ una pista da sci tirata a nuovo dal vento!!
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Giochi di luce
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Di nuovo al bivio dove tolgo gli sci vista la poca neve

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