Premessa
“ Quando amore chiama
segui il segno
anche se sale
rapido il sentiero ”
Da una targhetta rinvenuta lungo il sentiero.
Alpinismo invernale: un sogno che nell’ inverno 2014-2015 si è avverato. Credo di essermi innamorato della neve e probabilmente la amo più della roccia. A piedi, con le ciaspe o con gli sci non importa, è sempre bello. Ormai era dalla salita autunnale ( in una giornata che era molto più estiva) alla formidabile Torre dei Sabbioni che io e Francesco non si faceva qualcosa. Reduce da un periodo di poca attività punto a qualcosa con non troppo dislivello (intorno ai 1000m) ma che sia interessante da un punto di vista alpinistico. La scelta ricade sul Verzegnis (1914m) che, vista da Sella Cjampon, con la sua cresta, mi ha colpito poche settimane prima. Questa cima, d’estate, non presenta alcuna difficoltà alpinistica, tuttavia la salita invernale richiede uso di ramponi e piccozza per pendenze in alcuni tratti sostenute: la cosa ci allettava assai.
Relazione
Sono le 4.30 del mattino nella cupa Mestre, quando raccatto su Francesco e filiamo veloci in direzione Sella Chianzutan (950m). La giornata è incerta ma non sembra proprio così tragica e il meteo da debolissime precipitazioni solo nel pomeriggio.
Imbocchiamo il sentiero segnato verso Casera Val (1661m) che il cielo si è già schiarito e passando per casera Mongranda ci inerpichiamo lungo il bosco. Molti sono gli schianti che dobbiamo aggirare probabilmente residuo bellico della scorsa annata molto nevosa.
C’ è neve a tracce. Rimontato il crinale boscato usciamo su una costa che, aggirata, ci porta in vista di un pilone metallico. Qui ragioniamo e non ci facciamo trarre in inganno da quest’ ultimo e scartiamo a sinistra costeggiando ulteriormente la montagna per neve dura (d’estate prato). In breve siamo in Casera Val, situata in una posizione fantastica giusto nella conca dell’ anfiteatro del Verzegnis. Qui comincia ad esserci una quantità ragionevole di neve.
Breve sosta e ripartiamo sul pendio antistante, molto ripido: calziamo subito i ramponi. La neve è molto bella, dura al punto giusto. Nel frattempo esce un flebile sole, ci voltiamo un istante e ci rendiamo conto di essere già alti sopra la casera e arriviamo in cresta giusto nel punto da cui poi saliremo alla cima del Cormolina (1880m). Qui il vento ha soffiato da N-E spazzando il lato alla nostra sinistra e accumulando a destra. In alcuni punti si sprofonda ma nella maggior parte si cammina agevolmente su di una lastra dura come il marmo. E’ un’emozione infinita proseguire lungo questa grande “spina dorsale” che unisce le due montagne e che nel finale si impenna. Qui estraiamo la piccozza e decidiamo di non tenerci proprio sul filo di cresta ma in un canalino subito a destra. La pendenza è considerevole ma il tratto è breve, massimo 10-15 metri e siamo fuori e di lì in cima. Che bella montagna da scalare in inverno!! Siamo gioiosi e, mancando apparentemente il libro di vetta, lasciamo un pensiero infilato nella “croce” metallica. Si vedono il Raut fra le nebbie come anche i “soliti” ma sempre bellissimi Cima dei Preti e Duranno. Francesco contempla i suoi scarponi ramponati incrostati di neve e ghiaccio, io scatto foto in giro.
Quando la temperatura corporea comincia a calare ritorniamo sui nostri passi. L’ unica parte delicata è percorrere in discesa l’ ultimo canalino fatto in salita. Ci sentiamo ancora in forze e raggiunto l’innesto con la cresta che porta al Cormolina decidiamo di percorrerla. Mai difficile e molto breve, con un centinaio di metri di dislivello ci porta sul cupolotto sommitale. La discesa la effettuiamo in mezzo alle nuvole verso Forcella Cormolina (1784m) , pieghiamo a destra e giù in Casera Val. Questa è più un rifugio che un ricovero ed è chiusa (che delusione!) quindi ci mettiamo a mangiare sotto le tettoie della mangiatoria estiva proprio quando inizia a nevicare: tempismo perfetto!!
La discesa poi non ha storia. Buonissimo invece lo strudel caldo di pere all’albergo di Sella Chianzutan che troviamo aperto.
Queste son giornate importanti, consolidano amicizie e fanno crescere, nell’alpinismo come anche nella vita.
Sitografia
https://ilravanatore.wordpress.com/2012/05/18/sul-verzegnis-1914-m-con-la-neve-di-maggio/
Sitografia:
https://ilravanatore.wordpress.com/2012/05/18/sul-verzegnis-1914-m-con-la-neve-di-maggio/