Piz Popena 3152m – Lo Spigolo degli Inglesi

Piz Popena e, a destra, le due spalle dello Spigolo degli Inglesi, visti dall’ingresso delle Grave di Cerigere.

Relazione e foto di Matteo De Piccoli e Jacopo Verardo

Introduzione

Stiamo salendo la Cima Ovest di Lavaredo per la via Normale (che con nostra sorpresa si rivela avere un passaggio inedito sul V+ causa crolli) quando Federico si gira verso Sud-Ovest, ammirando lo splendido spigolo del Piz Popena. Meravigliati, seguiamo la linea, e sotto proposta del suddetto decidiamo che appena possibile avremo provato l’ascensione allo Spigolo degli Inglesi.

Il Piz Popena è una splendida montagna in Dolomiti Ampezzane, da cui si gode di una vista eccezionale sul vicino Monte Cristallo e su tutto il cuore delle Dolomiti. Nonostante la sua splendida conformazione e la posizione centrale con vista eccezionale su Misurina, rimane una cima poco frequentata principalmente a causa delle difficoltà di salita della Via Normale e la lunghezza del percorso. La Via degli Inglesi che risale lo spigolo Sud, venne aperta nel 1989 dai soliti Phillimore e Raynor, assieme a tre delle più forti guide dell’Ottocento, ovvero Dimai, Innerkofler e Pompanin. Ora questa via viene scarsamente ripetuta, tuttavia probabilmente tanto quanto la Via Normale.

Sembra prospettarsi, dopo tanto tempo, un’ottima occasione per rinfrancare lo spirito da Salvadi!

Relazione

Partiamo la mattina presto, Federico, Jacopo ed io, arrivando al Passo Tre Croci attorno alle sei e mezza, imboccando l’ex mulattiera della Grande Guerra che conduce all’enorme catino delle Grave de Cerigere. Risalita la mulattiera, ormai ridotta a sentiero, si giunge alla conca dove le pareti Sud-Ovest del Piz Popena svettano imperanti, slanciandosi verticalmente al cielo per centinaia di metri e fronteggiando a viso aperto quelle del Cristallo, giusto di fronte. Attraversiamo il catino orizzontalmente, su ripide ghiaie mobili, seguendo una labile traccia e raggiungendo l’evidente e largo canale che incide la parete Sud-Ovest. Lo si risale senza problemi ma con attenzione, seguendo l’inclinato ramo di destra (passi I/I+ con ghiaino) fino a montare sullo spigolo Sud della montagna. Da qui in pochi metri si è all’attacco dello spigolo, che si scopre facilmente dipartire da una fessura verticale.

Qui comincia la vera e propria salita: con facili passi su roccia buona (II) si superano i primi passaggi, prima per fessura aperta, poi superando dei brevi blocchi. Si prosegue poi per tracce in salita e poi in leggera discesa, fino ad attraversare un tratto caratterizzato da dei torrioni di cresta, che vanno aggirati prima da un lato poi dall’altro a seconda del piacere, per cengette (I grado), fino ad arrivare ad un camino che va risalito per 60 metri, per poi uscirne a destra per stretto camino su cui si arrampica la parete di destra; qui ci si imbatte sul primo passaggino di III, divertente e su roccia buona (all’uscita sosta presente su chiodo, clessidra e cordoni). Da qui si contorna lo spigolo per cengetta esposta, per poi rimontarlo a sinistra su cresta esposta. Si continua la salita con passaggi di facile arrampicata, seguendo ometti e tracce sempre mantenendosi in cresta, per poi evitare un avancorpo anticipandolo sulla destra per traccia, fino a giungere ad un salto di tre metri di III su roccia sbrecciata, seguito da un canale aperto che torna a portare sullo spigolo ora sottile quanto una lama. Da qui il panorama si apre e la vista corre lontana tra centinaia di cime dolomitiche!

Si risale la lama per alcuni metri sul filo per poi puntare dritti ad una evidente parete gialla e grigia, leggermente strapiombante e con delle piccole nicchie (fin qui II grado). Alla base del salto strapiombante si trova un cordone e maglia rapida su clessidra per far sicura. Qui si supera il passaggio in pochi, intensi, metri (IV, consigliato un tiro di corda; almeno tre buone clessidre per rinviare. Sosta su chiodi e cordoni all’uscita del passaggio). Si prosegue a sinistra dello spigolo per circa 15 metri giungendo nuovamente sullo spigolo caratterizzato da blocchi instabili, arrampicando una paretina di III+ (sosta su spuntone da attrezzare). Poi il percorso diviene più libero e articolato, ma sempre sulle rocce dello spigolo che ora si fa più largo, per un tratto di circa 150m. Oltre a vari singoli passaggi sul II grado, si trova un solo, breve ma non banale passaggio di III+, ed infine per le ultime roccette si arriva sulla rotonda Prima Spalla.

Qui una sosta è d’obbligo, anche perché non ci siamo praticamente mai fermati. Il panorama inizia veramente a farsi ampio e magnifico, nonostante qualche nuvola intralci la vista. Sentiamo il gusto dell’alpinismo dei pionieri e cresce sempre più in noi la consapevolezza della grandezza del percorso che stiamo seguendo, frutto di un’idea logica ma quanto mai ardita per la fine dell’Ottocento!

Da qui si vede nitidamente la Seconda Spalla che dovremo risalire, separata dalla prima da una profonda spaccatura. La giornata è calda e solare ma avviso non pochi dolori nella zona addominale che mi accompagneranno per tutto il giorno, ma l’ambiente non lascia molto spazio a indecisioni e salire ormai è obbligatorio.

Dopo qualche foto proseguiamo lesti, sempre con Federico che apre la strada. La salita verso la seconda spalla è meno intuitiva ma più facile rispetto alla parte appena superata e la si inizia solo dopo esser scesi per facili ghiaie alla profonda spaccatura. Poi si sorpassano diversi muretti e spaccature su roccia solida con passaggi divertenti, per giungere a una fessura camino da superare facilmente in spaccata (II+). Risalito un largo canale, si attraversa prima in esposizione verso destra su rocce articolate (II, chiodo e cordone su spuntone), poi nuovamente sulla verticale per facili roccette sui blocchi della Seconda Spalla dove si notano dei grossi gendarmi caratteristici, fino ad arrivarci sopra. Poco più in basso, in direzione della cima del Popena, si snoda la frastagliata forcella a cui sale la Via Normale. Siamo quindi al termine della parte di Spigolo degli Inglesi, a andiamo a congiungerci con la Via Normale di salita a Popena, scendendo dei grossi blocchi a forma di lama fino a questa forcella.

Si prosegue andando ad attaccare la grossa cengia che circumnaviga lo sperone finale del Piz Popena, aggirandolo e puntando verso Ovest. Questo tratto è veramente meraviglioso! Giunti alla fine della cengia, che solo in ultimo si assottiglia un po’, si è alla base di una larga parete grigia delimitata a destra da un ripido, stretto e marcio canale. Si potrebbe risalire quest’ultimo, nel quale si incontrano anche numerose soste di calata. Noi invece scegliamo di salire l’ampia parete, da non sottovalutare in quanto si devono cercare i passaggi migliori un po’ a naso con difficoltà che non superano mai il II+ ma su roccia a tratti di qualità inferiore rispetto a quella dello Spigolo. In ogni caso questa opzione è migliore rispetto al canale di destra, poiché questo è ricoperto di detriti e roccia marcia. Nella parte finale della parete ci si tiene sulla sinistra fino ad uscire per cengetta ascendente nuovamente sullo spigolo Sud (160m molto esposti, II+, un paio di soste su chiodi, cordoni e maglia rapida). Dopo 200 metri di improperie (il mal di pancia non molla) giungiamo finalmente in vetta, superando gli ultimi, aerei, blocchi dello spigolo (4h dall’attacco dello Spigolo, 6.30 in totale).

La vista sul Cristallo è di prim’ordine e la conca di Misurina è esattamente sotto di noi. La giornata è eccezionale e ci consente una piacevole sosta in cima. Dopo una mezzoretta, riposati, riprendiamo la discesa, per la maggior parte disarrampicando e concedendoci una doppia di 20m nel tratto finale della parete grigia di 160m. Ripresa la cengia, si scende dal canale della Via Normale in direzione Ovest. Non è scontato trovare il miglior percorso di discesa e visti gli acciacchi e il ghiaino infido i tempi si allungano non poco. Tenendosi sulla destra, su ripide ghiaie, si scende fino ad un tratto dove la gola si allarga (breve passo di II grado, possibile neve a tarda stagione, kevlar su clessidra in alto a destra sotto la parete verticale), e subito si restringe concludendo con una pancia rocciosa che si può superare in disarrampicata sulla destra (III-) o scendendo con una breve doppia (5m, cordino su clessidra). Da qui il percorso si fa più intuibile scendendo su roccette fino a I+, e si giunge al termine di questo primo canale dove piegando verso sinistra (Nord) si prende una larga bancata coperta di detriti che velocemente porta all’imbocco del secondo canale, solitamente innevato fino a tarda stagione. Qui sfoderiamo picca e ramponi e si scende che è un piacere! La neve è abbastanza dura e la pendenza è mediamente sui 35-40° con qualche passo a 45° decisamente godurioso in queste condizioni! Molto dipende dalla stagione in cui lo si percorre e dall’innevamento invernale. Può capitare che a fine Agosto/Settembre, si trovi poca neve crepacciata che costringe a grosse pene. Per questo sul fianco sinistro del canale si trovano numerose soste di calata, anche ogni 20-30m, che però spesso sono difficili da raggiungere in funzione dello spessore della neve. In ogni caso la prima sosta la si trova in testa al canale, giusto alla fine della bancata che poi si riduce a cengia.

L’uscita alla fine di questa lunga lingua di neve è segnalata sulla sinistra da un grosso ometto su pulpito. Giungiamo qui che ormai è tardo pomeriggio e iniziamo ad essere abbastanza provati, ma molto felici, anche perché siamo praticamente fuori dalle difficoltà!

Si imbocca la lunghissima cengia che aggira la grande parete Est del Popena, che splendidamente e comodamente ci porta all’imbocco di un ripido canalone ghiaioso che scendiamo con una spettacolare e rapida corsa su morbide ghiaie fino alla paradisiaca Alta Val Popena. Questo è un luogo veramente favoloso, da cui ora riusciamo a capire la grandiosità del Piz Popena e da cui si vede bene tutta la Via Normale. Un ricordo va anche allo splendido Ago Loschner, che noi abbiamo avuto la fortuna di ammirare ma che ora non c’è più dopo il crollo dei Settembre 2018.

Passiamo sotto le pareti delle Torri di Popena e della Croda di Pausa Marza, scendiamo fino ad imboccare il sentiero CAI 222 e con una manciata di metri di risalita arriviamo ai ruderi del Rifugio Popena, il quale sorgeva su uno spartiacque spettacolare…peccato che nessuno consideri la sua ricostruzione. Sopra il Sorapìss un violento temporale si sta scatenando e l’atmosfera è carica d’energia e di umidità. Temiamo di prendere una seria lavata, ma questa grande cella temporalesca ci risparmierà spostandosi verso Sud-Est e lasciandoci scendere tranquilli verso la macchina al Passo Tre Croci. Arriviamo stanchi, ma non sfatti. L’animo è ancora fresco di emozioni forti e tanta soddisfazione per la giornata conclusa e per ciò che ci ha regalato la montagna quel giorno!

Note conclusive

Trattasi di una via d’altri tempi che permette di fare un incredibile giro di croda, su una montagna integra, quasi dimenticata rispetto alle sue vicine, seguendo le orme dei pionieri dell’alpinismo dolomitico. L’ambiente circostante non ha bisogno di descrizioni, tuttavia va sottolineata la centralissima posizione del Popena tra le Dolomiti.

La via si svolge su roccia buona, a tratti anche ottima. Le difficoltà sono quelle descritte e mediamente non superano mai il III grado superiore, tranne in un tiro di corda di IV. Le difficoltà, per lo più sono ambientali e di orientamento, sia sullo Spigolo degli Inglesi, sia lungo la Via Normale. Va tenuto assolutamente presente che l’impegno fisico è notevole e questa via non va assolutamente sottovalutata per la lunghezza e la continuità delle difficoltà. Inoltre vi è la Via Normale da affrontare in discesa, la quale comporta pari impegno fisico della salita lungo lo Spigolo.

Dislivello di 1550 metri complessivi. 6 ore e 30 minuti per la salita. 6 ore per la discesa.

31 Luglio 2018

Cristallo a sinistra, Piz Popena a destra e Grave di Cerigere al centro.
Sorapìss, Punta Negra, Pelmo, Civetta.
Il dirupato ingresso alle Grave di Cerigere.
Attraversando le ripide ghiaie.
Il canale che porta all’attacco dello Spigolo è quello più a destra.
L’attacco dello Spigolo (II).
Lo Spigolo prosegue…si andrà a prendere quel canale ascendente da destra a sinistra.
Qualche tratto più esposto…e friabile.
Stretto camino sul III.
Cengetta d’uscita dopo lo stretto camino.
Spigolo vero e proprio! Qualche metro prima del passaggio chiave di IV.
Il saltino strapiombante di IV.
Lo scomodo passo di III quasi alla fine della Prima Spalla.
Ultimi passaggi aerei prima della Prima Spalla.
Sulla Prima Spalla, già in vista della Seconda.
Monte Cristallo.
Croda Rossa d’Ampezzo.
Si cazzeggia anche qua… All’uscita dal camino d’attacco alla Seconda Spalla.
In traverso sulle rocce articolate della Seconda Spalla.
I blocchi finali della Seconda Spalla.
Approcciando la parte finale del Popena. In basso a destra si vede la grande cengia della Normale.
Panorama su Tre Cime e Dolomiti di Sesto.
La grande cengia della Normale.
Sulla parete finale di 160m (max II+).
Risalendo la parete finale.
Monte Cristallo.
L’ex Rifugio Lorenzi.
Salvadis sul Piz Popena.
In discesa sull’esposta parete finale.
All’ingresso del canalone della Normale.
Torri di Popena e Croda di Pausa Marza.
Sulle roccette prima della bancata tra i due canali della Normale.
Verso l’imbocco del canale innevato.
Il lungo canale innevato.
Scendendo il canale innevato.
Lunga lingua bianca…
Ago Loschner..crollato nel Settembre 2018.
Le assurde Guglie di Val Popena Alta.
Torri di Popena e Croda di Pausa Marza.
Val Popena.
L’ex Rifugio Popena.
Croda di Pausa Marza.

 

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