2 – Pericolo e Rischio – Riduzione del rischio

Nell’articolo precedente si è parlato di pericolo di valanga –> Il Pericolo di valanga


Oggi parleremo di Pericolo, Rischio e del metodo 3×3 di riduzione del rischio.

Il grado di instabilità potenziale del manto nevoso, indipendentemente dalla presenza antropica, definisce il grado di pericolosità di una certa area in funzione della tipologia, della quantità e della frequenza delle valanghe che vi si possono innescare. La pericolosità (P) è dunque la probabilità che si verifichino valanghe in una determinata area in un intervallo di tempo assegnato.

La conseguenza della valanga è un danno arrecato al valore del bene esposto (vita umana in questo caso ma in generale bene sociale, economico, ambientale). Il danno (D) è funzione dell’attitudine del bene a subirlo (vulnerabilità V) e dell’entità del valore del bene stesso (Esposizione E), varia da nullo a totale.   

  • D = E x V

 

Il rischio (R) è la probabilità che si verifichino perdite umane o di beni associate ad un evento pericoloso, in questo caso valanghivo. E’ la combinazione della probabilità di un evento pericoloso e dei danni da esso provocati.

  • R = P x D

Nel caso specifico dell’alpinista, la probabilità di subire conseguenze precise è determinata quindi dal rischio ovvero dalla variazione che subisce la probabilità di incidente a seguito delle sue scelte e azioni. Infatti, a titolo d’esempio, pur con pericolo di valanga del 98% (pericolo esistente) se si resta a casa il rischio è 0% (rischio effettivo) o viceversa, pur con pericolo basso, un comportamento negligente fa salire il grado di rischio.

Non esiste il rischio zero in nessuna attività umana, tuttavia la maggior parte degli incidenti si può senza dubbio attribuire alla diffusa e colpevole ignoranza sui fenomeni della neve e dell’innevamento (fattore umano).

I principali fattori causa degli incidenti in valanga sono (Moore, 2003):

  • -Fattore umano 82.92%, il 95% delle vittime ha causato la valanga che l’ha travolto.
  • -Fattore terreno 9.76% ;
  • -Fattore Meteo 4.88% ;
  • -Fattore manto nevoso 2.44%.

Di particolare interesse è la correlazione fra morti e giorni dell’anno in cui si ha un determinato pericolo

Le criticità si hanno per pericolo 2 (Moderato) e 3 (Marcato) in quanto condizioni molto frequenti con le quali l’alpinista tenderà ad uscire.

Numero di vittime e grado di pericolo previsto
Numero di vittime e grado di pericolo previsto

In linea generale si possono identificare fattori determinanti il rischio (Harvey et al. 2009).

I fattori di aumento del rischio sono:

  • Condizioni: neve fresca soffiata (lastroni da vento), quantità critica di neve fresca, tanti strati di neve differenti (lastrone su strato brina di profondità o cristalli sfaccettati è la condizione più critica), forte riscaldamento, segnali d’allarme come valanghe recenti ed effetto “Whoom”, scarsa visibilità.
  • Fattore umano: grande sviluppo, grosso sovraccarico.
  • Terreno: sosta in conche, esposizione sfavorevole, il pendio sta sopra, prossimità di creste (maggiore effetto del vento), pendii ripidi con rocce affioranti, pericolo di caduta.

I fattori di diminuzione del rischio sono:

  • Condizioni: pochi strati di neve simili (condizioni migliori: profilo del manto nevoso idrostatico) , pendio percorso regolarmente con riduzione del rischio dato dal sovraccarico, anche se l’attraversamento da parte di altri alpinisti non è una certezza sulla stabilità del pendio.
  • Fattore umano: prudente scelta dell’itinerario, partecipanti disciplinati, piccolo gruppo per limitare il sovraccarico, attenta gestione del manto nevoso.
  • Terreno: il pendio sta sotto, esposizione favorevole, sostare sopra a dossi.

Vi sono molti provvedimenti e sistemi atti a minimizzare il rischio (Harvey et al. 2009):

  • Precauzioni: informarsi su meteo e sulle valanghe durante la pianificazione della gita, informare una terza persona sul percorso che si intende intraprendere, possedere ed utilizzare correttamente i dispositivi di sicurezza (ARTVA, pala e sonda) e valutare continuamente terreno, meteo, valanghe, fattore umano, piano orario.
  • Condizioni: valutare in modo critico gli accumuli da vento, prestare attenzione all’irraggiamento e ad eventuali aumenti di temperatura, saper rinunciare in caso di pendii sconosciuti in possibili condizioni critiche.
  • Fattore umano, comportamento: percorrere singolarmente (distanza min. in salita 10m, in discesa ben di più) pendii ripidi e passaggi chiave al fine di minimizzare il carico sul manto nevoso e poter prestare soccorso all’eventuale travolto da valanga, evitare le parti più ripide del pendio e le fasce rocciose, definire un corridoio di discesa e fermarsi in posti sicuri.

Un semplice metodo pratico che già da solo riduce di molto i rischi, è quello del 3×3: pianificazione a tavolino, verifica da valle e verifica sul pendio.

Metodo del 3x3 di riduzione del rischio
Metodo del 3×3 di riduzione del rischio

Un collegamento tra il grado di pericolo di valanghe, inclinazione del pendio ed esposizioni favorevole/sfavorevole permette una semplice verifica del rischio tramite metodo grafico (MRG, tab. 9-7).

Le esposizioni sfavorevoli sono quelle in ombra, quelle con molta neve soffiata accumulata e alle quote critiche menzionate dal bollettino valanghe. Se non si dispone di informazioni per poter valutare, si considerino critiche tutte le esposizioni (conservatività della valutazione). Il terreno valanghivo potenziale è quello con pendenza dell’area più ripida (almeno 20m x 20m) superiore ai 30°. E’ specificata anche la zona di pendio da analizzare durante l’attività alpinistica la quale diventa sempre più ampia con l’aumentare del pericolo. Inoltre la linea in grassetto definisce il limite oltre il quale non dovrebbe spingersi chi ha poca esperienza.  Vi sono 4 classi di pendenza mentre i gradi 4 e 5 di pericolo sono stati accorpati.

Con pericolo debole/moderato il pendio è parecchio/abbastanza sicuro salvo segnali specifici di instabilità. Le maggiori criticità si hanno con il pericolo marcato: è necessaria esperienza e formazione nonché capacità di valutazione ad ampio spettro su tutto il pendio e non solo sulle singole tracce. Con pericolo forte/molto forte è generalmente sconsigliata l’attività alpinistica (Harvey et al. 2009).

Metdo grafico di riduzione del rischio
Metodo grafico di riduzione del rischio

 

 

 

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