Salita del 15/10/2016
Relazione e foto di Claudio Betetto
Premessa
Sono qui, dopo quasi un anno, a scrivere di questa salita compiuta con l’amico Andrea.
Il Pelf (2502m) è una delle cime principali del gruppo della Schiara. Appare, inconfondibile, salendo verso il Cadore quando si attraversa la frazione di Faè, prima di Longarone. Era una montagna che non avevo mai considerato troppo ma Andrea con il suo carisma e la sua “follia” mi ha convinto ad andare a provare a salirla, per la Cresta Nord-Est.
E’ stato un bel viaggio in un ambiente per certi versi “strano”, più simile a quello delle Alpi Occidentali per vegetazione e roccia. E soprattutto integro e selvaggio: un grebano, di quelli belli però!
<< Col nome di Crode di Caneva indichiamo le belle pareti orientali del Pelf, che dominano la conca di Caneva e che, pur formando corpo unico col monte, presentano, su questo versante, una spiccata individualità.
Esse formano una lunga cresta, con varie elevazioni (da q. 1760 a q. 2000), precipitose verso E, erbose verso O…
La parete E delle Crode di Caneva è tagliata da una grande cengia obliqua, che in alto si apre ad ampia e ripida pala erbosa (Pala Bassana), sulla quale si innalza una grande gola. La cengia e la Pala Bassana sono state certamente praticate ab antiquo dai cacciatori di camosci locali, i quali si spingevano oltre la cresta NE, fin sulle strette cenge del versante N del Pelf, classico rifugio delle loro prede >>. Piero Rossi (1982).
Relazione
Saliamo in macchina fino alla Casere di Cajada (1157m) dove dormiamo in tenda. Ha piovuto moltissimo i giorni precedenti ma in serata il cielo si apre lasciando lo spazio ad una stellata limpidissima.
Il giorno seguente per il sentiero CAI 505 saliamo prima nel bosco per poi arrivare alla radura con i resti della casera Caneva (1500m ca.).
Proseguiamo 3 minuti sul sentiero CAI 527 e poi scartiamo a sx per traccia con ometto risalendo nel bosco. Usciti dalla vegetazione puntiamo verso le evidenti pareti. Siamo in un anfiteatro bellissimo avvolti dalla pace della mattina.
Lo zoccolo della via è da salire stando il più possibile a sx. Noi ovviamente all’inizio ci teniamo troppo a dx e finiamo su della loppa brutta. Allora scendiamo e attraversiamo verso sx un piccolo anfiteatro. Con movimento atletico rimontiamo su di un saltino, sopra al quale riprende la traccia (II+ marcio).
Poi per una rampa marcia, bagnata e con ghiaino insidioso (2 buone soste presenti all’estrema sx), saliamo fino alla bancata ghiaiosa chiamata Pala Bassana (II+). Qui tiriamo un sospiro di sollievo.
La bancata è larga e comoda e la percorriamo prima su ghiaie e poi su erba. Dopo poco a sx scarta la gola di salita per le Crode di Caneva, noi invece proseguiamo sotto parete fino ad una cresta erbosa, propaggine di una dorsale maggiore.
Per cresta, stando spesso a dx in versante Nord, saliamo questa dorsale per poi seguire una labile traccia che si tiene in quota (ometti), supera degli antri e incrocia un canalino che sale a sx. (Lo saliamo (I+, p. II) pervenendo ad un intaglio che probabilmente è quello della via di salita ma per proseguire bisognerebbe salire il torrione sulla dx per terreno ripido e insidioso, così decidiamo di scendere disarrampicando il canale appena salito). Proseguiamo sulla traccia precedente fino a delle placche che scaliamo su roccia migliore (II). Perveniamo ad una forcellona dove deviamo a dx per una non difficile crestina rocciosa arrivando ad un forcellino. Scendiamo a Sud 20m abbastanza marci (II) e poi tagliamo a dx (faccia a valle) in quota portandoci a sx del primo torrione. Da qui saliamo nel canalino a fianco e in circa 15 minuti perveniamo alla forcella dove passa la via normale (II grado sui 5m finali).
Da qui per cresta mai difficile giungiamo sulla cresta del Pelf dove ci intratteniamo un bel po’, felici di essere usciti indenni da quel labirinto di rocce malsane.
La discesa avverrà per la via normale. Che giornata!!!
Bibliografia:
Schiara, Piero Rossi (1982).
Carissimi Andrea e Claudio,
leggo sempre con entusiasmo le vostre avventure e le vostre ricerche e nutro una concreta ammirazione per il vostro modo di andare in Montagna.
Complimenti per il lavoro esplorativo e per il lavoro di divulgazione, siete bravissimi.
La gioia di quel giorno la ricordo bene: era domenica 16 Ottobre, bellissima giornata autunnale: in cima al Pelf ci siamo intrattenuti un pò discutendo con Voi di temi montani e “riconoscendoci” casualmente dopo aver parlato di un’altra interessantissima salita (Cima Giaf) per la quale ci eravamo già scambiati dei commenti sempre sul vostro blog.
Siete forti ragazzi, mantenete sempre viva vostra curiosità, mi fa davvero piacere sapere che in quest’epoca moderna ci sono giovani che mantengono questo atteggiamento romantico e poetico verso i nostri Monti.
Arrivederci in Montagna, l’importante è sempre aver lo zaino in spalla, possibilmente su qualche Cima !!
Ciao/Luca