Relazione e foto di Jacopo Verardo.
12 aprile 2015.
Introduzione
Il Monte Venal con i suoi 2212m di altezza è situato nella parte centrale della catena Col Nudo – Cavallo e fa parte della triade di grandi cime che si affacciano sull’Alpago centrale, assieme a Antander e Messer. Questo intero raggruppamento è celebre per le bellissime invernali che vi si possono compiere, tant’è vero che è complessivamente più frequentato d’inverno che d’estate, almeno per quanto concerne le cime maggiori. Così Pola ed io, dopo aver mosso i primi passi d’alpinismo invernale tra gennaio, febbraio e marzo, decidiamo di sfruttare l’ultima neve d’aprile per fare un paio d’uscite in Alpago: una sulla cresta Cornor – Castelat – Guslon e l’altra appunto sul Venal.
Relazione
Questa cima presenta almeno tre vie di salita invernali, due più complesse e pericolose da sud-est, e la “via normale” da nord-est, che è quella che scegliamo noi. La via risale un canalone molto ripido e aereo che parte direttamente dalla Forcella Venal e arriva ad un forcellino di cresta pochi metri a sud della cima.
Per salire a Forcella Venal partiamo obbligatoriamente da Casone Crosetta 1156m a cui si giunge in auto da Funes d’Alpago. Seguiamo la piacevole strada forestale che in 10 minuti ci conduce nell’amena conca del Venal di Funes in cui è situata la Casera Venal (chiusa). Da questa struttura proseguiamo addentrandoci nella conca lungo il suo versante destro seguendo i segnavia CAI; dopo poco, negli ultimi metri della strada forestale che qui si esaurisce, incontriamo il bivio tra la via normale al Crep Nudo (sinistra) e la Forc. Venal (destra). Imbocchiamo il sentiero che conduce a quest’ultima e proseguiamo addentrandoci ora ne La Valle, che in questo primo tratto si presenta coperta di una bella faggeta e con dolci pendenze. In breve però il bosco dirada e iniziamo a pestare la neve; le temperature sono abbastanza alte nonostante sia presto, quindi la dura crosta nevosa in molti punti cede e sprofondiamo non poco. Infatti, se nei versanti sud è già quasi andata via del tutto, in questa profonda e poco assolata valle ve n’è ancora molta (per questo Forcella Venal è una celebre scialpinistica). È ora di mettere le ghette!…ah no…entrambi le abbiamo dimenticate. Salendo lungamente di quota la neve diventa molto buona, così montiamo i ramponi (almeno quelli li abbiamo!). Seguiamo il tracciato del sentiero CAI estivo, che nella parte centrale de La Valle scorre sul fianco sinistro sormontando alcune balze per poi accentrarsi sopra il pianoro terminale. Giungiamo così su quest’ultimo che prende il sole già da un po’ e iniziamo a sprofondare anche fino alla vita…è una dura battaglia! Faticosamente giungiamo al cartello CAI posto in Forc. Venal 1944m. Già da qui il panorama è eccezionale, grazie anche alla splendida giornata, e lo sforzo è già appagato!
Adocchiamo il canale che sale verso la cima: sta lì, ripido, a tratti sgombro dalla neve, a tratti ancora colmo, sicuramente prende il sole da un po’ essendo rivolto ad est; la neve sembra pessima e forma ancora qualche piccolo cornicione. Dopo qualche scambio di occhiate: “Che facciamo?” “Bah, proviamo!”. Così sfoderiamo la piccozza e partiamo. Non lascia molta scelta, va preso nel suo centro e risalito. Solo che la neve è marcia, così per non dover sputare sangue sfruttiamo alcune ripidissime balze erbose che fuoriescono dalla neve e progrediamo rapidi con passaggi di misto su erba; circa a metà siamo costretti ad entrare nella neve che ci fa penare non poco; qui il canale svolta leggermente a destra. Il grosso è fatto, in breve, ora su neve più dura, raggiungiamo il forcellino di cresta dal quale ci affacciamo verso l’Antander. Da qui risaliamo la china erbosa di destra che, sgombera dalla neve, in breve ci conduce in cima al Venal 2212m, 2.30 ore da Casone Crosetta! Altra grande soddisfazione dopo quella di una settimana prima su Guslon – Cornor, altro (seppur uguale) superbo panorama! Dall’Altopiano di Asiago, fino al Monte Nero…c’è tutto!!! Poco è invece il tempo della sosta in vetta: seppur siano solo le 9.30 le temperature crescenti ci fanno stare in pensiero. Prima ci leviamo dal canale, meglio è. Così ripartiamo seguendo esattamente il percorso di salita fino in Forcella Venal, cercando di limitare il più possibile i passaggi di misto sulle ripide erbe e sfruttando la neve marcia ora amica. Poco sotto la forcella troviamo un bel masso pulito su cui facciamo una sosta per rifocillarci e per assaporare l’incredibile pace che ci avvolge. Questo Alpago da noi poco conosciuto è un luogo magico, lontano anni luce da quelle montagne di moda, ma così vicino a casa, tanto snobbato dagli alpinisti d’oggi che viene proprio voglia di andare a farla quella sconosciuta Alta Via 7…d’estate s’intende!
Scendiamo in un lampo all’auto, percorrendo a ritroso La Valle, ma restandone ora al centro del vallone in modo da evitare eventuali piccole scariche nevose. È da poco passato mezzogiorno…”e adesso che facciamo?”
Note conclusive
Questa salita primaverile, se effettuata in inverno con uno strato di neve consistente e sicuro, non crea particolari difficoltà all’escursionista esperto di questo tipo di salite. Noi abbiamo avuto qualche difficoltà solamente legata alla neve marcia e scarsa nei punti ripidi. Le pendenze del canale restano tra i 40 e i 45 gradi, quindi ramponi e piccozza sono indispensabili, utile il casco. Viste le pendenze è fondamentale che, in caso di notevole manto nevoso, vi sia un basso pericolo valanghe. Per il resto la cima merita davvero molto in termini di panorama ed è di grande soddisfazione. Dislivello di circa 1060m; abbiamo impiegato 2.30 ore in salita, 1.30 in discesa escluse le soste.
Bibliografia/Sitografia:
A. e C. Berti, Dolomiti Orientali vol. II.
www.montialpago.it/venal.htm