Monte Castellato 2424m – Sulla più alta tra gli Spalti di Toro

Campanile Toro e Monte Castellato, dal canale di Forcella Le Corde, salendo il campanile nel Maggio 2015.
Il Castellato in centro alla foto, visto dal Pian Meluzzo.

Relazione e foto di Jacopo Verardo.

Introduzione

Il nodo centrale degli Spalti di Toro, ben visibile dal versante cadorino, racchiude a Nord la splendida Val Cadin, dove spiccano innumerevoli guglie tra cui il frequentato Campanile Toro, mentre a Sud sormonta la bella Val Cimoliana. Tra tutte queste guglie però c’è una cima che le sovrasta e che presenta alte e verticali pareti dolomitiche, inconfondibili da qualsiasi lato si osservino gli Spalti. Questa cima è proprio il Castellato. Sorge fra la Torre di San Lorenzo e il Campanile Toro. Trattasi della più alta (a pari quota con la grossa Cima Cadin degli Elmi) e tra le meno frequentate. Aspetto abbastanza strano, quest’ultimo, se si pensa che è una delle cime più facili di tutti gli Spalti di Toro! Ma forse è meglio così…

Salito per la prima volta da Forcella Le Corde per una via di III grado, ora viene usualmente risalito per l’ultima via scoperta dai soliti Herberg e Altamura che sale da Sud sfruttando una enorme bancata che incide la grande e gialla parete Sud.

Relazione

Si può partire sia dal Rifugio Pordenone (Val Cimoliana) che dal Rifugio Padova (dal Cadore). Nel primo caso va risalito interamente il gran canalone detritico che sale a Forcella Le Corde dalla Val Montanaja, superando un solo salto non esposto di 3 metri di III grado, circa 60 metri prima di incontrate la grande bancata dove inizia la Via Normale. Cecilia ed io, invece, abbiamo deciso di partire dallo splendido Rifugio Padova.

Si intraprende quindi il sentiero diretto a Forcella Segnata (CAI 357) e lo si abbandona a quota 1636m dove un vecchio cartello CAI indica il bivio per entrare in Val Cadin, dando la direzione per il Campanile Toro. Quindi entriamo in Val Cadin, dove, vista la stagione autunnale ormai inoltrata, i larici sono già piuttosto gialli e il forte vento scuote le loro chiome lasciando cadere gli aghi dorati. La Val Cadin è uno dei posti più belli in assoluto delle Dolomiti d’Oltrepiave e lascia sempre a bocca aperta. Sarebbe già questa una interessante meta per una breve escursione turistica.

La traccia che entra tra queste crode è segnalata da presunti/abusivi segni CAI, è ben pulita dalla vegetazione, ed è ben evidente visto il notevole passaggio.

Giunti sotto il gran ghiaione di Forcella Cadin, lasciamo la traccia e iniziamo a risalire il canalone dal penoso fondo mobile. Sarebbe stato meglio, invece, proseguire lungo la traccia che porta alla base del Campanile Toro, e dopo aver salito una rampa che punta alle pareti, abbandonarla per risalire senza traccia il ghiaione, in modo da abbreviare la sofferenza quanto più possibile.

Ad ogni modo, dopo 500 metri di dislivello su ghiaie morbide e grossolane, siamo in Forcella Cadin. Il forte vento da Nord spazza il valico e ci costringe a scendere qualche metro in versante Sud, per fare una breve sosta, nel soleggiato canale che scende in direzione della Val Montanaja. Scendiamo il canale e, dopo circa 60 metri di dislivello, incontriamo alla nostra destra lo stretto e tetro canale che scende da Forcella Le Corde, che risaliremo al ritorno e che rappresenta un’alternativa all’avvicinamento. Dopo 50 ulteriori metri di dislivello in discesa si incontra l’evidente, enorme e ghiaiosa bancata d’attacco della Via Normale (due ometti sotto-parete).

Qui fortunatamente non tira vento, ma piovono alcuni sassi dalle creste, strappati dalle raffiche violente, quindi indossiamo il casco ben volentieri (consigliato anche in assenza di vento forte…)! Risaliamo la gran bancata dove c’è anche qualche segno di passaggio (ometti), rasentando le pareti verticali e strapiombanti alla nostra destra. Dopo qualche minuto cessano le ripide ghiaie e si mette mano sulla roccia (tratti di I grado). Dopo aver lungamente percorso questa magnifica bancata (circa 200 metri di sviluppo!), si giunge all’ultimo suo tratto, più stretto e ripido, fino ad un pulpito con mughi. Da qui si infila un largo e marcio canale verso destra (Nord-Ovest), con alcuni facili passi di I grado e con uno solo che sfiora il II grado (occhio al friabile!), per poi proseguire su facili roccette sino ad una spalla ghiaiosa sotto due spettacolari gendarmi di cresta. Da qui infiliamo la comoda cengia verso destra (Nord-Est) fino ad una bella parete di rocce gradonate in cui si può liberamente scegliere i passaggi più facili (I/I+), fino a sorprendere la spettacolare spalla Ovest della cima, coperta di sottile ghiaia. Il panorama si apre a 360 gradi, riempiendo gli occhi e l’animo di emozioni forti. La cima si svela pochi metri ad Est, articolata e larga, con l’ometto di vetta che racchiude le poche e solite firme. La sensazione di leggerezza è forte e le tante aguzze guglie che ci attorniano stuzzicano la mente e generano desideri d’esplorazione. Che mondo affascinante quello dell’Oltrepiave! Tra tutte le cime vicine, spicca in assoluto il Campanile di Val Montanaja, che gode da qui di una visuale privilegiata e inusuale. Sembra quasi di poterlo prendere in mano!

In discesa ripercorriamo la via di salita, con la consueta cautela che si deve adoperare su queste montagne, fino alla confluenza tra i canali di Forcella Cadin e Le Corde. Decidiamo di infilare il tetro canyon che porta a quest’ultima, il quale non invoglia molto la sua risalita. Oppone anche un paio di simpatici passaggi di I + entrambi di 3 metri, e si sbuca ben presto e con gran sorpresa sul valico dove, sulla destra, parte la Via Normale al Campanile Toro. Da qui scendiamo di corsa sul ripido ghiaione fino in Val Cadin e usciamo fino al Rifugio Padova, dove le meritate birre ci aspettano!

Note conclusive

Questa colossale montagna merita di essere salita per moltissimi motivi, ma soprattutto per lo splendido panorama e per le meravigliose visuali che si hanno nell’ultima parte della Via Normale! L’integrità della via e l’isolamento che si percepisce, sono quanto mai indicativi della bassa frequentazione.

La salita richiede passo sicuro, dimestichezza con questo tipo di montagne e un pizzico d’orientamento, non essendo segnalata se non con qualche ometto.

Difficoltà sul I/I+ grado. Dislivello complessivo di 1200m. Tempo di salita di 3,30 ore.

24 Ottobre 2018.

Bibliografia

Luca Visentini, Dolomiti d’Oltrepiave;

Gruppo del Montanel e del Cridola, visti dalla Val Cadin.
Cime di Talagona, Cresta Piana, Cima Cadin di Toro e le guglie del Castello di Vedorcia.
Castello di Vedorcia.
Salendo il canale di Forcella Cadin.
Il Campanile Toro.
In Forcella Cadin.
Lungo la prima parte della grande bancata della Normale.
Uno sguardo verso la Val Cimoliana.
Il gran canale dopo la fine della bancata.
Torre di San Lorenzo, Talagona, Cima Cadin di Toro.
Gli spettacolari gendarmi poco sotto la cima.
La cima!
Il gruppo del Pramaggiore.
Val Cimoliana, Dolomiti Clautane e Gruppo Cavallo – Col Nudo.
Verso Carniche e Giulie.
Sul Monte Castellato.
Verso Marmarole Dolomiti di Sesto.
Cridola e Monfalconi.
Le due cime del Cridola e le sue torri oscure. In ultimo a destra, Cima Giaf.
Laggiù la triade Civetta, Pelmo e Antelao. Giù a destra, il Castello di Vedorcia.
Alti, sul Castellato.
Ombre…
Alla base del canale dopo la fine della bancata, appena sotto l’unico passaggio di II grado.
In discesa sulla bancata.
Oltrepiave!
Salendo verso Forcella Le Corde.
I grado superiore appena sotto Forcella Le Corde.
Campanile Toro.
Castello di Vedorcia.
Campanile Toro e Castellato.
Spettacolare Campanile Toro.

 

2 Risposte a “Monte Castellato 2424m – Sulla più alta tra gli Spalti di Toro”

  1. Bellissima descrizione con foto meravigliose , metto in lista subito , grazie Jacopo !!!

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