Dente del giudizio o Campanile del rifugio 1509m – Via Carlesso-Soravito

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Il Campanile del rifugio o Dente del Giudizio, finalmente appare. All’ imbocco della Val Montanaia non è distinguibile dall’ avancorpo di Cima Meluzzo

Relazione e foto di Claudio Betetto e Francesco Polazzo

Premessa

Jacopo ha ingaggiato il Pola e me per far legna il week end in Pramaggiore, tuttavia decidiamo di marinare la giornata del Sabato per salire questo minuscolo pinnacolo posto come punta estrema dell’ avancorpo di Cima Meluzzo, all’ imbocco della famosa Val Montanaia. Negletto e poco considerato, il Campanile del Rifugio offre invece una discreta e veloce arrampicata, adatta per le giornate incerte.

Relazione

Partiamo con calma e smontiamo al parcheggio di Pian Meluzzo (1163m) che sono quasi le 9. Qui incontriamo una combriccola che è diretta sul più famoso dei due “campanili”, quello di Val Montanaia; noi siamo invece diretti verso la quota segnata 1509m, anonima sulla Tabacco, ma percorsa da una via aperta nientepopodimeno che dalla coppia Carlesso-Soravito!

Non saliamo al rifugio ma percorriamo le ghiaie del fondovalle ed intercettiamo il sentiero CAI della Val Montanaia più in alto. Dopo poco sulla dx si stacca una traccia proprio quando si riesce a distinguere il nostro campanile, separato dalla Cima Meluzzo. Seguiamo questo sentierino stando alti e costeggiando le pareti dove sono presenti anche dei monotiri, evitando la mugheta sottostante, fino ad incontrare l’ attacco della via in concomitanza di un camino (2ch. sulla sx).  Decidiamo di procedere in alternata. La via è  interamente protetta a chiodi e spit, quasi inutili i friend, inutili i dadi. Soste tutte su spit o spit+chiodo.

  1.  Saliamo un camino di roccia discreta che impegna sul IV, p.IV+ . 2ch. e 2 spit , sosta all’ uscita del camino.
  2. Proseguiamo in un camino con molta erba. III, p. III+ delicato all’ inizio, sosta all’ uscita a sx.
  3. Tiro particolare, prima sul filo della crestina per raggiungere la guglia principale e poi arrampicando in discesa per portarsi sotto ad un saltino solcato da una fessura leggermente strapiombante, II.
  4. E’ la lunghezza più bella: scaliamo la suddetta fessura (IV+) e usciamo sullo spigolo che seguiamo fino ad uno spit dove pieghiamo a dx traversando per 3m (delicato, III+). Poi su in verticale fino alla sosta, IV e III alla fine. Sosta su chiodo+ spit con due cordoni.
  5. Saliamo per traccia fra i mughi con un solo p. di II grado alla minuscola cima.

Il cielo è rimasto coperto tutta la mattina tuttavia si sta bene, ci mangiamo qualcosa e in breve decidiamo di scendere.

Disarrampichiamo il saltino di II e pieghiamo a sx fino ad incontrare 2 spit con maglia rapida.

Con la 1° calata arriviamo all’ attacco del 4° tiro, una 2° corda doppia ci porta poi alla base.

Sono necessarie due corde da 60m in entrambe le calate.

In discesa tagliamo fra i mughi e arriviamo al Rif. Pordenone giusti in tempo per un birra, ci mangiamo qualcosa alla macchina e via su in Pramaggiore a trovare Jacopo e suo padre che ci aspettano. Trascorreremo una serata in compagnia… “etilica” al punto giusto.

Note

Salita breve e globalmente poco impegnativa, perfetta per giornate come la nostra, ovvero di mezza stagione (Ottobre) e dal tempo incerto. L’ unico inconveniente è stata la roccia umida e a tratti proprio bagnata dentro al camino.

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Arroccato sopra i mughi si difende bene, l’ avvicinamento procede dalla sx
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Il camino dell’ attacco
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Pola in azione
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Troppi chiodi…bisognava rimediare!!
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All’ uscita del secondo tiro con molta erba
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Il quarto tiro in esposizione
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In cima!!
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Discesa lungo la seconda doppia che deposita alla base
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Sempre sulla seconda doppia
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Forse abbiamo esagerato con la ferramenta??

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