Croda del Sion da Pian Meluzzo

Testi e foto di Matteo Basso

 

Premessa

La Croda del Sion è l’unica cima che supera i 2400 m nel gruppo del Pramaggiore, superata solo dalle elevazioni che assieme formano il massiccio che dà il nome all’intero gruppo. Si tratta di una cima a torto poco conosciuta e frequentata (nel libro di vetta le presenze si contano in poche unità all’anno); la sua salita è interessante e anche divertente, e presenta difficoltà più “ravanatorie” che prettamente alpinistiche. La mole della Croda appare slanciata e monolitica dal basso, mentre la sua parte sommitale presenta diverse antecime che possono confondere l’orientamento in caso di scarsa visibilità. Il panorama dalla vetta è a dir poco superbo, ostacolato soltanto dalla presenza costante del vicino Pramaggiore.

Dati tecnici:

q. min: 1163 m
q. max: 2410 m
Dislivello: circa 1300 m
Tempo di salita: 3.30-4.00 h
Tempo di discesa: 3.00-3.30 h
Difficoltà: E l’avvicinamento, EE con pass. I+ la salita

Itinerario:

Da Cimolais si risale interamente la Val Cimoliana fino al Pian Meluzzo, dove si parcheggia comodamente (1163 m). Si imbocca dunque la pista che inizia a risalire la Val Meluzzo (segnavia CAI 361); dopo circa mezz’ora di cammino in falsopiano su depositi ghiaiosi, si giunge ad un bivio dove si prosegue per la Val Postegae (segnavia CAI 362). Si risale lungamente la vallata con pendenza esigua, tenendosi sempre sulla destra orografica del torrente su ottimo e comodo sentiero. Più avanti si prosegue a svolte su terreno più ripido, giungendo ad una zona paludosa dove sorgeva il Casone Val dell’Inferno. Si lascia qui la prosecuzione del sentiero per il Passo del Mus e si prende invece il 366 che, verso destra, aggira le verticali pareti del Sion e si inoltra in salita costante verso il Cadin dell’Inferno, dominato sulla destra dalla mole del Pramaggiore. L’attacco della via per la Croda dal Sion è una settantina di metri prima della forcella La Sidon e si trova nei pressi di uno sperone di roccia (2125 m circa). Non è difficile individuarlo perché buttando l’occhio alle pareti soprastanti si intuisce bene la rampa che si alza in diagonale da destra a sinistra e che si dovrà percorrere per tutta la sua lunghezza. Per raggiungerla bisogna superare inizialmente una paretina alla sinistra del suddetto sperone (I+, freccia rossa su un masso), dopodichè la si segue verso sinistra con qualche saliscendi costeggiando la bastionata gialla e nera del Cjastel del Sion. Il pendio si fa poi più largo e cosparso di pietrisco instabile mentre sulla destra in fondo appare la forcella del Cjastel verso la quale si è diretti. Il canalone che scende da questa è però visibilmente strozzato più in alto da alcuni grossi massi non superabili direttamente. Seguendo alcuni bolli rossi e ometti si vince allora una paretina sulla sinistra (I+) per portarsi su un cengia che rappresenta forse il tratto più delicato dell’escursione: infatti, dato che la parete sporge in fuori e strisciare sotto è sconveniente, occorre superare il passaggio buttandosi un po’ in fuori e passando lateralmente tenendosi su buoni appoggi e appigli (una decina di metri, molto esposto). Usciti dalla cengia la forcella del Cjastel non è lontana; la si può raggiungere e poi inerpicarsi a sinistra per facili roccette, oppure trascurarla e arrampicarsi direttamente sulle rocce soprastanti (consiglio la seconda soluzione per la salita e la prima per la discesa). In ogni caso si viene depositati sull’ampio pendio erboso del Pulpito Grande, del quale si raggiunge facilmente la sommità; di fronte si svelano le due anticime S del Sion, separate da una selletta ghiaiosa che dovremo raggiungere. Per farlo però bisogna calare alla forcelletta sottostante (I+) e poi risalire su giaie e roccette. Da qui appare la vicina cima principale, ma occorre calare ancora una volta ad un’altra forcelletta (I+). Volendo evitare questa salita e discesa sull’antecima, una volta scesi dal Pulpito Grande si può proseguire orizzontalmente a sinistra e aggirare l’elevazione su una cengia davvero esposta, raggiungendo la selletta sotto la cima principale; intuendo questa possibilità una volta giunto in vetta, mi è sembrata tuttavia insidiosa e non necessaria. Ad ogni modo si completa la salita finale prima su ghiaie e poi per una paretina (I). Eccoci finalmente in cima alla Croda dal Sion, dove il panorama si apre completamente sulla valle del Tagliamento e i rami di Brica (2410 m, ometto e libro di vetta).
Per il ritorno è d’obbligo la medesima via, prestando la massima cautela al terreno franoso e ai tratti d’arrampicata da fare in discesa, mai troppo impegnativi ma spesso esposti.

NOTE: Le difficoltà dell’ascesa non superano mai il II grado, tuttavia il terreno molto spesso instabile e la severità dei luoghi non sono da trascurare. La roccia è buona e nei tratti di arrampicata, o anche solo per tenersi in equilibrio, appigli e appoggi sono discreti. In alcuni tratti i bolli rossi sono frequenti, in altri sono scomparsi, forse a causa di franamenti. Gli ometti non sono abbondanti ma nei punti chiave guidano con cura l’escursionista; possono insorgere tuttavia problemi di orientamento. Non sono presenti attrezzature in alcun punto. Consiglio vivamente l’uso del caschetto, a maggior ragione data la frequentazione di questi luoghi da parte di stambecchi. Escursione effettuata in luglio 2013 in solitaria.

 

Cime Postegae e Torri Postegae chiudono la valle omonima sull'altro versante
Cime Postegae e Torri Postegae chiudono la valle omonima sull’altro versante
Stambecco solitario
Stambecco solitario
Attacco della via, sotto le pareti del Cjastel
Attacco della via, sotto le pareti del Cjastel
La rampa di salita
La rampa di salita
Le due anticima S viste dal Pulpito Grande
Le due anticima S viste dal Pulpito Grande
La presenza infernale del Cjastel
La presenza infernale del Cjastel
La vetta principale, finalmente
La vetta principale, finalmente
Le due anticime S viste dalla vetta. La via normale le scavalca, oppure si passa lungo l'evidente cengia sulla destra
Le due anticime S viste dalla vetta. La via normale le scavalca, oppure si passa lungo l’evidente cengia sulla destra
Altro stambecco solitario
Altro stambecco solitario
Cime Val di Guerra, Fantuline & C: solitarie e incazzate come non mai
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La mole del Pramaggiore dal Pulpito Grande
La mole del Pramaggiore dal Pulpito Grande
In bilico su una cengetta, ti volti e vedi il Cjastel che collassa sulla sua forcella...
In bilico su una cengetta, ti volti e vedi il Cjastel che collassa sulla sua forcella…
Ultimo saluto al Pramaggiore, presenza costante della giornata
Ultimo saluto al Pramaggiore, presenza costante della giornata

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