Relazione e foto di Claudio Betetto
Premessa
“Lo sbiadito segnavia in vernice arancione non si sa per chi sia, qui non viene nessuno di nuovo e però fece storia il traverso integrale di A.Eichinger e O.Uhland nel 1904”, così ne parla Luca Visentini in Dolomiti D’ Oltrepiave e infatti da quando abbandono il Sentiero Olivato mi rendo conto di essere in un angolo negletto e perso nel tempo. In effetti già dall’ Olivato sapevo di essere entrato in una sorta di “sede staccata” del gruppo del Cridola, che tuttavia costituisce un balcone con visione di lusso sul Cadore però non immaginavo (ma speravo) di dover impegnare il fiuto e l’ occhio nella ricerca della traccia giusta.
Relazione
Dal’ ex ricovero militare Tenente Mauro Baroni (1726m) alias Caserma Miaron, prendo il nuovo segnavia con indicazione “Sentiero Olivato” che, prima attraversa una frana e poi si inoltra nei mughi. Sono partito tardissimo e pur avendo raggiunto la caserma in tempo record, sono già le 10:50. Proseguo finchè mi imbatto in uno stillicidio che costituisce la sorgente del Torrente Pissandol, incassato fra La Balota e la Cresta del Miaron. Qui svolto a sx e poi trovo un cavetto che costituisce la prima parte attrezzata del Sentiero Olivato. Superatolo e rimontato il breve pendio, a sx si apre un imponente cengione. C’è anche un’ indicazione sbiadita con scritto “Nord”. Dopo un po’ che lo percorro, lascio sulla destra una gola con cascatella nel fondo e proseguo nei mughi. Qualche segnale lo trovo e la traccia è intuibile finchè mi imbatto in un ometto dopo il quale svolto a dx; si apre un canale biforcato. Proseguo a dx con difficoltà che non superano il I+ ma il terreno, prima di ghiaie e poi a balze erbose, è instabile. Dopo queste zolle mi imbatto in alcuni gradoni rocciosi (p.II evitabili) e ,voltato un angolo, si apre un’ inconsueta visione della cima del Miaron. Prima per un canalino, poi per cresta o poco a destra di essa raggiungo l’ antecima e poi la cima. Sarò a 1000 metri scarsi di dislivello ma l’ aria calda simil Phon che mi puntano i mughi mi sta stroncando. Un’ occhiata al libro di vetta mi rivela quanto sospettavo cioè che di qui non passa nessuno: nella piccola pergamena firmata CAI di Reggio Emilia, tenuta in un contenitore di rullino fotografico, pochissime sono le firme. Scoprirò poi che gli emiliani vantano una serie impressionante di salite nei Monfalconi-Spalti di Toro.
Riprendo la salita, scendendo alla forcella fra la cima Nord e la Sud. Qui presiede un gendarme che sorpasso a sx (ometto) e per esile traccia mi aggrappo alle rocce della cima tanto agognata. Salgo la ripida rampa con difficoltà che toccano il I+ in singoli e rari passaggi finchè sono in vetta. Devo dire che il panorama non è dei migliori, una calura opprimente attanaglia le valli e fa apparire tutto il raggruppamento ancora più ostile e selvaggio. Solo il Cridola appare in tutto il suo splendore. Divoro un’ insalatissima consumando quasi del tutto il litro d’ acqua della borraccia e poi mi incammino verso la discesa. Tento di scalare il gendarme di cui già accennato ma si rivela ostica la fessurina che ne conduce in cima, così desisto: meglio evitare rogne. In discesa dalla nord infine rischio di “perdermi”(in realtà è difficile perdersi, basta scendere verso il sentiero Olivato) fra i mughi, mi fermo solo per dissetarmi ad un ruscello e sfamarmi alla caserma. Verso le 17:00 sono giù alla Mauria.
Note: 1200 il dislivello, singoli passaggi di max II grado. La difficoltà sta più nell’ ambiente ostile e per nulla addomesticato e nel terreno fortemente instabile.
Riferimenti bibliografici:
Dolomiti d’ Oltrepiave, L.V.
Dolomiti Orientali vol II, A. e C. Berti.
Ciao, complimenti per l’attività e per la salita…in effetti non capita molto spesso di leggere di una visita alla seconda e terza cima Miaron!! Direi che probabilmente le firme emiliane che hai trovato sulla seconda (nord) cima erano nostre!! Segnalo un paio di altri percorsi per arrivare sulla cima Nord…il primo, più facile, traversando dalla forcella di uscita del canale della via normale alla prima cima (Monte Miaron) e ricongiungendosi in alto alla via che sale dal basso. Il secondo, molto interessante ma con un passaggio di II+, è dato da una lunga cengia di camosci che sale direttamente dalla Val de la Tora, originandosi poco prima dell’imbocco del canale di Forc. del Frate e con qualche tratto esposto ed una paretina di 10 m di II+, conduce direttamente in cresta poco sotto la cima Nord. Esiste anche una cengia che aggira in versante val di cridola la cima sud e che una volta scavalcata la cresta consente di scendere per un canale in val de la Tora nei pressi dell’imbocco dell’altra cengia, ma c’è un tratto molto friabile!
Altra salita consigliabile in zona, ben descritta sul Visentini, è la Cima Pitacco.
Buone salite!!!
Grazie mille! Interessanti queste altre vie; in futuro meritano senza dubbio una ripetizione!! Due anni fa, dopo aver imboccato il canale a sx di quello della via normale al Monte Miaron mi imbattei in una cengia segnalata in un tratto con ometto ma non so ancora dove possa portare, penso non sia a stessa che ci dici tu che sale direttamente dalla Val de la Tora: anche lì è da esplorare:) Per quanto riguarda Cima Pitacco qualcuno di noi so che ne è molto attratto… Visentini ha saputo colpire bene il nostro immaginario! Prossimamente metterò un articolo di un’ alba invernale dalla cima del Monte Miaron….mi ci sono proprio affezionato!
Ciao e grazie delle preziose informazioni, fa sempre piacere essere in contatto con gente appassionata:)
Non abbiamo mai percorso la cengia che dici tu…che potrebbe congiungersi a quella che viene da val de la Tora…da andare a vedere!!
Qui se interessa trovi qualche foto (dalla 4 alla 10 dell’album) del giro per cenge del Miaron sopra citato.
https://www.facebook.com/stefano.zuelli/media_set?set=a.10151117777349168.459468.651439167&type=3
Grazie del link molto interessante! La prospettiva dalla Val del la Tora è fuorviante visto che non ci sono mai stato, dovrei un attimo studiarmela cartina e Berti alla mano;) Qui vedo che avete anche fatto la cengia Ovest per tornare a Forcella del Frate, grandi!! Poi avete fatto anche la cima Sud dalla detta forcella?
Si, siamo saliti alla Cima Sud dal versante Ovest: prima di svalicare in versante est e poi scendere in forcella (non si scendeper cresta ma si scende su versante est), si sale per rocce rotte alla Cima (evidente). Anni fa eravamo scesi direttamente dalla Cima Sud in versante est, andando ad incrociare la cengia est (dove avevamo trovato un ometto che ci aveva incuriosito ed infatti siamo poi tornati a completare l’esplorazione della cengia): il camino/canale che avevamo sceso presentava però un salto strapiombante che ci aveva obbligato ad una doppia!! Amici hanno anche salito la forc. del Frate lato val di cridola, sopra l’olivato, ma la sconsigliano perchè friabile e pericolosa!
Cima fatta ieri grazie alla vostra relazione, solo punta Nord per mancanza di tempo. Tornerò a completare prima possibile. Segnalo che il contenitore del libro di vetta (rullino fotografico) è rotto, e i foglietti son distrutti o illeggibili. Ho lasciato un foglietto in una mini bustina di plastica richiudibile, appesantita opportunamente con sassi. Se tornasse qualcuno prima di me, e se lo ritenesse necessario, può portare un contenitore più adatto. Fantastici questi emiliani! Ho trovato le loro firme ovunque, persino sulla Urtisiel Ovest.
Fa sempre piacere sapere che le nostre relazioni servano e vengano usate!
Grande per il libro di vetta.
Per quanto riguarda gli emiliani…beh: inarrestabili!