Cima Spè 2314m – Via normale dopo un lungo anello

Anello Cima Spe-067
Cima Spè, imponente da Forcella per Vedorcia.

Relazione e foto di Jacopo Verardo.

Introduzione

La Cima Spè si erge alla testata della Val di Santa Maria come uno grosso sperone roccioso fra la Forcella di Val Misera e la più celebre Forcella Spè, nel cuore delle Dolomiti d’Oltrepiave. E’ una vetta non molto frequentata, che conserva una certa integrità ambientale e che comunque ha un ottimo panorama sul Cadore e sulle altre Dolomiti d’Oltrepiave. La via normale sale dalla omonima forcella, opponendo difficoltà sul I grado e qualche breve tratto esposto, il tutto condito da un’eccezionale friabilità della roccia.

Nel 2013 Pola l’ha salita giungendo alla Forcella Spè attraverso la Val di Santa Maria (avvicinamento più lungo rispetto al Fosso degli Elmi, ma per noi pordenonesi più immediato) e mi aveva spiegato i dettagli della salita, sottolineando la scarsa solidità della roccia, non propriamente granitica. Così avendo informazioni di prima mano e volendo comunque salirla nell’estate dell’anno seguente mi riprometto di ritagliarmi una giornata per questa cima. Tuttavia il giorno in cui ciò accade non parto con queste intenzioni, ma con la semplice idea di farmi un giretto passando per Casera Laghet de Sora. Ma andiamo con ordine.

Relazione

In quella pazza (metereologicamente parlando) estate 2014 in una bella giornata di settembre non trovo nessuno che voglia venire a fare una camminata, così parto da solo con l’idea di salire in Casera Laghet de Sora e scendere per la Val di S. Maria. Parto così da Pian Fontana (930m) a metà della Val Cimoliana, e salgo la strada forestale che entra sulla destra orografica della Val di S. Maria; ignoro il primo bivio per la valle appena citata e proseguo finchè la strada si esaurisce e diviene un bel sentiero che si addentra nella Val dei Frassin in un bosco misto. Si perviene quindi ad un bivio in cui il sentiero CAI 390 svolta a destra (indicazioni), mentre dritto un tempo proseguiva l’ora dismesso sentiero CAI 389 per la Val del Drap (evidenti verniciature di qualche delinquente più o meno noto). Dopo aver attraversato il torrente si risale una ripida faggeta che porta alla Casera Laghet de Sot (1580m), la quale purtroppo versa in pessime condizioni (mucchi d’immondizia al suo interno); peccato perché il pianoro che la custodisce è veramente un luogo ameno e la casera stessa con una leggera ristrutturazione sarebbe molto bella. Proseguo con buon passo e risalgo l’ultimo strappo che mi conduce, tra mughi, rigoli d’acqua e tratti pascolivi alla stupenda Casera Laghet de Sora (1871m), ricostruita più di 25 anni fa dagli amici del CAI di Monfalcone che tutt’ora la mantengono ottimamente. Già da qui la visuale è molto bella seppur i protagonisti siano conosciuti (Vacalizza, Cima dei Vieres, Turlon). Verso nord le bastionate di Cima Sella e Cima delle Monache sono incredibili. Durante una breve sosta in questo luogo fantastico guardo la cartina e valuto, vista l’ora favorevole, visto l’ottimo meteo e visto che le gambe girano alla perfezione, un bel anello attorno a Cima Spè, scendendo alla Casera Cavalet e aggirando la cima da nord. Così riparto rapidamente visto il nuovo progetto ambizioso e risalgo la testata della Val dei Frassin seguendo il sentiero CAI 365 fino a raggiungere la omonima Forcella Val dei Frassin (2209m). Da qui ammiro i prati basali dell’amena Pala Anziana soprastante la casera e quelli altrettanto spettacolari in direzione delle Porte di Gea in versante opposto. Scendo per la larga e gradevole mulattiera verso la Casera Cavalet; della conca del Cavalet da anni sento spendere ottime parole da tutti coloro che ci sono stati, così finalmente posso apprezzare le tanto esaltate caratteristiche. Devo dire in effetti che è tutto vero, è un luogo da favola: una conca alpina sospesa e isolata da un mondo che sembra lontanissimo, la quale riserva un’ottima visuale sul Cadore incorniciata dalla affascinante Cima Gea e dall’incasinato Monte Pera. La casera stessa è in ottime condizioni: divisa in tre sezioni, di cui due di recente ristrutturazione e chiuse a chiave, mentre la parte centrale permette anche il pernottamento (stufa, tavolo e qualche posto letto su tavolato). Mi soffermo un po’ e assaporo un silenzio assoluto. Riparto nuovamente. Imbocco il sentiero CAI 372 che, ben segnato ma senza traccia, sale ripidamente su prati fino alla Forcella per Vedorcia (2234m), dalla quale salgo alle vicine e facili Cime di Lares 2273m. La visuale non è più eccelsa visto che nel frattempo si sono alzate delle fastidiose nuvole; tuttavia vedo bene davanti a me la Cima Spè, che appare come un pilastro inarrivabile. Ritornato alla Forcella per Vedorcia scendo in Val Anfela. Per un breve tratto dopo la forcella il sentiero scende su una sorta di cengione esposto coperto di fine detrito, meglio fare attenzione! Si attraversano quindi i ghiaioni sotto la parete nord di Cima Spè e si giunge così nella zona antecedente la Forcella dei Lares, caratterizzata da (come dice il nome) decine di larici centenari, scolpiti dal tempo e dalle intemperie. Un luogo sicuramente da visitare, magari a metà ottobre! Poco prima della forcella decido di deviare verso destra (Est), in modo da evitare di scendere troppo verso il Rif. Tita Barba. Così inizialmente seguo una labile traccia tra i mughi evidenziata da qualche taglio abbastanza datato, per poi proseguire direttamente verso le rocce basali di Cima Spè; qui inizio ad attraversare faticosamente una serie di profondi e ripidi canaloni ghiaiosi, che mi esauriscono le ultime forze. Dopo qualche su e giù micidiale per evitare di scivolare nelle sponde più ripide dei canaloni, e dopo qualche battaglia coi mughi pervengo in Forcella Spè (2049m). Questa variante è sicuramente più breve che seguire il più comodo sentiero CAI, tuttavia la sconsiglio perché faticosa, a tratti pericolosa e non immediata nella scelta del percorso. A questo punto è quasi l’una e il dislivello accumulato in salita abbonda oltre i 1600m. La mente direbbe di scendere tranquillamente in Val di Santa Maria, ma il cuore, che da un po’ ha addocchiato la Cima Spè, vuole salirvi. Recupero le ultime forze e attacco la cresta sabbiosa che si dirama verso ovest dalla medesima forcella. Il primo tratto della salita si svolge su facile ma ripida cresta, la quale presenta solo qualche breve restringimento e qualche breve salto roccioso neanche di I grado evitabile usando gli amici mughi. Finchè si giunge ad una serie di gendarmi di cresta che obbligano ad aggirarli in versante Val di S. Maria (Sud), passando a volte su cengette brevi ma esposte e friabili (I grado). Dopodichè si arriva ad una rampa detritica che conduce alla base del massiccio che costituisce la cima. Qui ci sono due possibili vie di salita: la prima, percorsa da Pola, prosegue a sinistra lungo una cengetta esposta e poi entra in un ripidissimo canale marcio che conduce ad un forcellino di cresta (I grado, marcio); la seconda invece, da me percorsa, prosegue a destra lungo una facile cengetta che conduce ad un largo canale coperto di detriti che, anch’esso, conduce al medesimo forcellino di cresta (I grado, roccia accettabile, molti detriti). Da questo si sale la ripida china detritica che conduce faticosamente all’ampia cima! Ammiro le poche cime che sbucano da qualche squarcio tra le nuvole, scatto le foto di rito e riparto, ripercorrendo la via di salita fino a Forc. Spè, quindi imbocco la Val di S. Maria, che lungamente mi deposita all’auto parcheggiata a Pian Fontana. Devo dire che questa valle è molto lunga, a tratti noiosa e con alcuni saliscendi “fastidiosi”, ma ambientalmente è molto bella e affascinante!

Note conclusive

Questo è un anello meraviglioso: si oltrepassano 4 forcelle, si visitano 5 valli e si salgono 2 cime! Il tutto in luoghi selvaggi, pressochè incontaminati e poco frequentati (non ho incontrato nessuno!); è uno dei percorsi più belli e vari che abbia mai fatto e ne conserverò ottimi ricordi. Tuttavia è estremamente lungo (dislivello complessivo di 1900m; circa 9 ore per il giro completo, con un passo molto sostenuto), quindi consiglio di spezzarlo in due giorni dormendo in Casera Cavalet. In questo modo si può salire anche Cima Sella, la quale presenta anch’essa basse difficoltà. Per quanto riguarda la salita a Cima Spè, è adatta ad un escursionista esperto ed allenato.

Bibliografia / Sitografia:

A. e C. Berti, Dolomiti Orientali, vol. II;

ilRavanatore

Incontri nel bosco!
Incontri nel bosco!
La stupenda Val dei Cantoni.
La stupenda Val dei Cantoni.
La Casera Laghet de Sot; dietro la Cresta del Checco.
La Casera Laghet de Sot; dietro la Cresta del Checco.
Da Casera Laghet de Sora verso Turlon, Vieres e Vacalizza.
Da Casera Laghet de Sora verso Turlon, Vieres e Vacalizza.
Casera Laghet de Sora; dietro la Forc val dei Frassin e Cima Sella.
Casera Laghet de Sora; dietro la Forc. Val dei Frassin e Cima Sella.
Stupenda e affascinante Pala Anziana.
Stupenda e affascinante la Pala Anziana.
La meravigliosa conca della Casera Laghet de Sora.
La meravigliosa conca della Casera Laghet de Sora.
Forcella Val dei Frassin (o del Frate).
Forcella Val dei Frassin (o del Frate).
L'amena conca di Casera Cavalet, racchiusa dal Monte Pera.
L’amena conca di Casera Cavalet, racchiusa dal Monte Pera.
Casera Cavalet, dietro il Monte Pera.
Casera Cavalet, dietro il Monte Pera.
Casera Cavalet, dietro Cima Gea e le fantomatiche Porte di Gea.
Casera Cavalet, dietro Cima Gea e le fantomatiche Porte di Gea.
Monte Pera e Pale de l'Aio.
Monte Pera e Pale de l’Aio.
Autoscatto in Cima di Lares
Autoscatto in Cima di Lares
Val dei Lares e Cime dei Lares, dalla Forcella dei Lares.
Val Anfela e Cime di Lares, dalla Forcella dei Lares.
Anello Cima Spe-080
Cima Cadin degli Elmi dalla Forcella dei Lares.
Forcella Spè.
Forcella Spè.
Lungo la via normale alla Cima Spè, aggirando uno dei vari gendarmi.
Lungo la via normale alla Cima Spè, aggirando uno dei vari gendarmi.
La ripida china finale sotto Cima Spè.
La ripida china finale sotto Cima Spè.
Cime dei Lares e Monte Pera.
Cime di Lares e Monte Pera.
Montanel, Cridola e Scala Grande.
Montanel, Cridola e Scala Grande.
Autoscatto di vetta in Cima Spè!
Autoscatto di vetta in Cima Spè!
In discesa sulla cengetta prima del largo canale di I grado.
In discesa sulla cengetta prima del largo canale di I grado.
La Val di Santa Maria.
La Val di Santa Maria.

6 Risposte a “Cima Spè 2314m – Via normale dopo un lungo anello”

  1. Bellissimo giro!!!!! mentre leggo la tua relazione mi torna in mente la diretta dalla forcella Pian dei Laris, ricordo la difficoltà a trovare un punto di discesa,e alla fine sono sceso per un ripido e stretto canalone erboso, con rare tracce di passaggio, se escludiamo quelle di cervo, ….. meglio non averlo incrociato perchè in due non ci saremmo passati;-))))

  2. Grazie Claudio, come sempre sei un intenditore! 😉 si la diretta dalla forcella è un pò rocambolesca…ho ravanato un pò soprattutto per attraversare quei canaloni infernali che scendono dalla cima. Però si risparmia un bel pò di tempo!
    Jacopo.

  3. Ciao!Senza dover traversare fino in forcella Spè,volevo segnalarti la possibilità di salire la cima anche dai ghiaioni che scendono lungo la Val Anfela,sbucando,con qualche passaggio non difficile(premetto che non arrampico)sulla spalla sotto l’ultima rampa detritica che ti porta in cima.

  4. Ciao Marco! Grazie dell’informazione, magari per un’eventuale ripetizione può essere una valida alternativa 🙂 Immaginavo si potessero risalire quei ghiaioni…avevo già letto qualche cosa sulla possibilità di scendere di lì nel blog del Ravanatore.
    Jacopo.

  5. Complimenti per il bellissimo giro! A me, la scorsa estate, quella zona non ha portato molta fortuna: ho fatto sia Cima delle Monache che Cima Sella. In entrambi i casi, zero panorama! Vorrà dire che dovrò tornare, magari cambiando itinerario di accesso 😉

  6. Ciao Mauro! Grazie! Entrambe le cime che hai fatto sono in lista per i prossimi anni…devono essere molto interessanti! Quella è una zona veramente stupenda 🙂
    Jacopo.

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