Cima Est dei Ferùch 2134m e Alta Via Monti del Sole

Cima Est dei Ferùch 2134m

Relazione di Claudio Betetto, foto di Jacopo Verardo e Claudio Betetto, salita del 28/12/15.

Premessa

Federico mi aveva detto già da mesi che a Natale sarebbe tornato ed io gli avevo promesso che ad ogni costo ci sarei stato per una due giorni da ricordare. Il luogo: i Monti del Sole. Partono le telefonate e Jacopo si unisce così come anche l’amico Omar. Ci troviamo alle 6 di mattina al parcheggio del Bar alla Soffia (430m ca.), poco dopo il Lago del Mis per iniziare questa fantastica avventura. Le guide: Federico e Omar; i novellini: Jacopo e il sottoscritto.

Relazione

La meta della giornata è Cima Est dei Feruch però la tappa intermedia è il Bivacco Valdo (1590m) dove sarà necessario depositare alcuni pesi inutili. Iniziamo a camminare al buio un po’ su strada e un po’ nel bosco ed in breve superiamo Gena Media e poi Gena Alta (800m), paesini disabitati, persi nel tempo. Il sentiero inizia a farsi interessante e si addentra nella cupa Val Soffia con alcuni sali-scendi ma guadagnando quota poco per volta. Un tratto attrezzato con cavo metallico in un camino (I+) rompe la monotonia del camminare. La traccia prosegue e attraversa le pietraie che scendono da Forc. Zana mantenendosi evidente fino al biv. Valdo. Gli ultimi metri sono più che altro faticosi per le foglie scivolose nella faggeta. Dal bivacco prendiamo la traccia per Forc. dei Pom (1937m) attraversando il Vant della Borala ovvero un anfiteatro grandioso circondato da bastionate e vette aguzze come canne d’organo. Inizialmente costeggiamo le pareti del Tornon dove la traccia in un punto costringe ad un salto e poi si fa più agevole fino ad un traverso esposto che butta in fuori: la difficoltà non supera il I grado ma è questione di testa: una caduta risulterebbe d’altronde fatale. Successivamente si alternano varie porzioni di sentiero su loppa molto scivolosa con mughi a parti più rocciose (I) che culminano in un secondo tratto più difficile in traverso (II). Prima di Forcella dei Pom cambiamo rotta puntando ad un evidente canale roccioso. Le difficoltà consistono in un breve passo di II+ all’inizio e uno di III+ ben ammanigliato ma leggermente strapiombante, più in alto, dove ci leghiamo. Poi proseguiamo nel canale per roccette (I+) con tratti di sfasciumi. Arrivati all’insellatura la cima è quella di sinistra, per non sbagliare saliamo prima a destra. Dalla cima assaporiamo l’aria pulita e libera dei Monti del Sole di cui tanto Federico mi aveva parlato: l’aria ancora selvaggia e integra di un mondo che va preservato perché quasi unico nel suo genere!  C’è anche un panorama favoloso sulla conca Agordina e si gode di una prospettiva a me molto inusuale su alcune vette che mi sono ancora semi-sconosciute.

Sul libro di vetta nomi conosciuti e anche parecchi: non è una cima proprio così dimenticata! Possiamo comunque dire di avere fatto, almeno ufficialmente, un’invernale…che è assomigliata di più ad una salita tardo-estiva! Ormai il tempo rimasto non è proprio moltissimo, così decidiamo di incamminarci. Una doppia ci fa risparmiare il brivido di disarrampicare il tratto più ostico e poi giù per il canale oltre il quale una sosta è d’obbligo. Ammiriamo ammutoliti l’ancestrale Cima Bus del Diaol che ancora, al solo pensiero, mi fa correre un brivido sulla schiena.

In discesa dobbiamo prestare attenzione alla traccia che risulta più difficile da rintracciare rispetto al viaggio d’andata ed anche più insidiosa per le loppe secche. Man mano che scendiamo caliamo nel buio ed arriviamo al Vant della Borala che le ultime luci illuminano le “canne d’organo”. L’arrivo al Valdo è quanto di più sperato. Il bivacco non gode di panorama ed è collocato in una faggeta secchissima tuttavia ci tornerei per stare un’altra notte, forse per la compagnia, forse perché in quel momento rappresentava l’unico riparo nel raggio di chilometri o forse per il fuoco che faceva ballare le ombre del bosco risvegliando gli spiriti. Sta di fatto che quella sera mi sono addormentato pensando all’indomani e alle avventure che ci avrebbe riservato…

Note

Sentiero mai scontato, soprattutto dopo il biv. Valdo: per escursionisti esperti.  Attenzione nella parte alta, se fatta in discesa, traccia non evidente. Possono risultare utili i ramponcini da erba. Bivacco con 5 letti con reti e stuoie, tavolo e alcuni sgabelli.

 

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Nel bosco alle prime luci, salendo al Bivacco Valdo.
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Verso l’imbocco della valle all’alba.
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Il breve salto attrezzato per salire al Valdo
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Uno sguardo indietro sulla val Soffia
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L’aerea cengia che permette di salire in forc. dei Pom, vista uscendo dal boschetto del biv. Valdo
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Maestosa e arcigna, Cima Bus del Diaol
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Il traverso esposto che sbalza all’infuori
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Passi di arrampicata salendo a Forc. dei Pom.
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Federico supera senza problemi i passi di II per salire in forc. dei Pom
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Salendo alla cima Feruch Est. Sullo sfondo il Bus del Diaol
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Cima Bus del Diaol veglia durante la salita
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Il passo di III+ lungo il canale
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In cima alla Feruch Est
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Moiazza e Civetta che sbuca.
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Verso il Pelmo con l’evidente Fessura. A dx il gruppo del Tamer-San Sebastiano.
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Attraverso il Pesce…la Sud della Marmolada. Si vede anche il Gran Vernel
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La conca agordina.
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Scendendo al Valdo.
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Ultime luci sulle “canne d’organo”.
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Orsi al Biv. Valdo.
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Stellata al Bivacco Valdo.

Alta Via Monti del Sole – Dal Bivacco Valdo a Casera Nusieda

Relazione di Jacopo Verardo; foto di J. Verardo, Claudio Betetto e Omar Casanova.

Racconto

Dopo aver salito Cima Est dei Ferùch il giorno precedente, decidiamo per il secondo giorno di effettuare un’attraversata lunga e con molte incognite, ma di ampissimo respiro. Siamo curiosi di visitare questi Monti del Sole, vogliamo capirli e immortalarli. Visto il meteo favorevole e il buon allenamento fisico, optiamo per la cosiddetta Alta Via dei Monti del Sole, che, ideata ma mai realizzata sul campo, condurrebbe da Forcella Franche a Le Rosse, attraversando il Piz de Mezodì, passando poi sotto i Ferùch al Bivacco Valdo e attraversando infine il ramo orientale dei Monti del Sole. Trovandoci al bivacco possiamo quindi percorrere “solo” il tratto che da qui arriva a Casera Nusieda e all’abitato de Le Rosse.

Partiamo di buon’ora con le frontali e riaffrontiamo la cengia da brividi che passa sotto il Tornon e che poi conduce alla Forzela dei Pom (1937m), a cui arriviamo in circa 1.40 ore. Sta albeggiando e i colori sfumati di questo pazzo inverno ci animano e ci galvanizzano per la grande attraversata che andremo a percorrere. Ora iniziano le incognite. Dalla forcella scendiamo una cinquantina di metri ripidi e andiamo a montare su un esile viaz che volta l’angolo dell’immensa parete di Cima Bus del Diaol. Davanti a noi si intravvede il percorso che dovremo affrontare e che non è facile descrivere nel dettaglio. Si prosegue sulla traccia andando ad attraversare un primo grande anfiteatro roccioso alla base della compattissima parete Est di Cima Bus del Diaol. Si prosegue poi seguendo una cengetta esposta, orientandosi solo con vecchi tagli su mughi e qualche vecchissimo segno rosso; si scende ora un passaggio non evidente tra fitti mughi, si attraversa ancora per tracce e viaz, esposti ma sempre aiutati dai provvidenziali mughi. Si incontra anche un Landre in cui è possibile bivaccare (circa 30 min da Forz. dei Pom). Proseguendo poi si deve scendere un canale erboso-roccioso, con qualche movimento non facile (II grado), che conduce al fondo di un altro grande anfiteatro roccioso, dal quale si esce seguendo un evidente viaz (fin qui persi 150m di dislivello). Dopo ancora qualche battaglia con mughi e brevi salti di “misto”, si arriva sotto delle rocce gialle, dove si deve risalire un ripida rampa esposta, di terriccio e mughi, che porta ad un grande colatoio. Questo va risalito vincendo qualche breve passaggio di facile arrampicata, fino a giungere quasi alla base delle rocce dello spigolo Sud di Cima Bus del Diaol. Ora, seguendo qualche taglio sui mughi più recente si sta decisamente a sinistra e con qualche su e giù si arriva in vista dell’agognata Forzela de la Caza Granda (1879m – 2 ore da Forz. dei Pom – non facile il percorso, II grado). Poco prima di giungervi, sulla destra, si perviene ad un fantastico bivacco in grotta ben attrezzato con stuoini e muretto di contenimento. Un luogo magico, da amanti del selvatico, ma anche un buon punto d’appoggio per chi ambisce alle cime.

Questa forcella, molto ampia e coperta di fitte mughete, offre una vista incredibile sulle pareti della Croda Bianca e sullo spigolo meridionale di Cima Bus del Diaol! Ripartiamo perché il tempo stringe. Si attraversa ora facilmente su fasce ghiaiose alla base della parete Nord della Croda Bianca, andando a guadagnare un forcellino dopo qualche metro espostissimo su un’esile cengetta. Dal forcellino si deve scendere un saltino di pochi metri di III grado; decidiamo di buttare da un piccolo mugo una corda come passamano…non si sa mai… Ora la vista si fa più chiara sul percorso che dovremo fare e qualche dubbio inizia a ronzarci per la testa. Davanti a noi abbiamo la spettacolare parete strapiombante della Croda Bianca, è una meraviglia della natura. A suo fianco non sfigura assolutamente il paretone del Mont Alt. Sotto di esso si vede un esilissimo ed esposto viaz che dovremo percorrere, ma come sempre la prospettiva inganna, così ci avviamo ad affrontare quello che probabilmente è il tratto più spettacolare dell’Alta Via. Sotto gli strapiombi bianchi ci fermiamo ad apprezzare la potenza di queste architetture naturali, assolutamente mozzafiato. Sempre concentrati progrediamo ed entriamo nell’oscuro canalone che scende tra la Croda Bianca e il Mont Alt. Ci caliamo lentamente per lisce placche e qualche salto, fino ad uscirne imboccando il viaz che prima ci sembrava impercorribile: è quasi un’autostrada! Quanto si fa ingannare l’occhio umano, anche se avvezzo a certe visioni… Da qui si ritrovano anche dei vecchi segni rossi che ci accompagneranno fino al Forzelon de le Mughe. Ben presto però, voltato uno spigolo ci dobbiamo fermare. Arriviamo a quello che doveva essere l’unico passaggio attrezzato dell’Alta Via: un traverso espostissimo su lisce placche friabili. Dell’attrezzatura restano solo i chiodi, così ci leghiamo. Claudio porta fuori questo delicato tiro di corda in traverso, improvvisiamo una corda fissa e poi passiamo noi tre. Dopo aver perso quasi un’ora, ci ritroviamo su un forcellino al sole, poco sopra il passaggio incriminato. Iniziamo a essere stanchi, mentalmente soprattutto. Ad un caldo quasi estivo attraversiamo lungamente per traccia tra mughi la base del Fornel, fino ad arrivare finalmente al Forzelon de le Mughe (1756m – oltre 3 ore da Forz. de la Caza Granda – percorso intuitivo, difficoltà sul III grado). Questo “valico” è effettivamente una selva di secolari mughi; verso le rocce basali della Peralora si incontra la marcata traccia che tra mughi scende verso Est e che prosegue verso Forc. di Peralora. Si perdono subito un centinaio di metri di dislivello molto ripidi tra tagli su mughi, per poi giungere alla base di una parete caratterizzata da dei Landre. Qui è molto importante non proseguire in costa lungo l’evidente viaz, ma scendere decisamente a sinistra (Est), andando ad incontrare un famigerato canale che sarebbe dovuto essere di II grado… Il suo imbocco è molto ripido e su loppa non invitante. Così la corda torna fuori dallo zaino e buttiamo una doppia da un grosso mugo (20m); troviamo poi su un terrazzino una vecchia sosta su 2 chiodi; altra doppia da 30m con cui mettiamo finalmente i piedi per terra. Da qui ora un quasi comodo sentiero ci porta in Forc di Peralora (1666m – 1.30 ore – III grado il canale delle doppie). Sta tramontando il Sole, i colori tenui del crepuscolo ci regalano le ultime forze per scendere verso Casera Nusieda prima che faccia buio. Inoltre sia Omar che Federico conoscono bene il tracciato, che nella parte alta sotto la forcella è abbastanza incerto; basti sapere che si deve tendere piuttosto a sinistra puntando alla parete basale del Piz de Nusieda, dove in una bella faggeta si incontrano i segni CAI. Da qui si affronta prima una larga cengia, che voltato lo spigolo Sud-Ovest del Piz de Nusieda porta a scendere poi alla bellissima Casera Nusieda Alta.

Vi arriviamo al buio: la piana bellunese accende le luci notturne davanti a noi. Siamo stanchi, ma estremamente soddisfatti…è fatta! Ci godiamo il momento con una lunga sosta (15 min…), poi indossate le frontali scendiamo con calma a Le Rosse. Alle 18.30 montiamo in macchina…12 ore di attraversata praticamente senza soste.

Note conclusive

È questa un’attraversata spettacolare, indimenticabile per chi l’affronta con la curiosità verso l’ignoto. Regala visuali magnifiche ed insolite di questi Monti del Sole. È molto lunga; impegna il fisico, ma soprattutto l’animo, costantemente posto sul filo dell’incertezza. Sbagliare durante un’attraversata simile vorrebbe dire complicare molto le cose, specialmente a fine dicembre, quando le giornate sono corte. Sotto il profilo tecnico c’è da dire che è utile una corda, imbrago e discensore per le calate, ma ciò che è fondamentale è l’acqua: non è presente nessun tipo di sorgente dal Bivacco Valdo fino a Casera Nusieda!

Dopo questa attraversata, ma in generale dopo questi due giorni, restano grandi ricordi di questi Monti del Sole, ma anche tanta curiosità che ci porterà sicuramente a tornarci! È un raggruppamento strano, diverso da tutte le altre Dolomiti; morfologicamente si presenta tormentato, con altissime pareti e profondissime forre. Questo lo rende poco accessibile e quindi poco frequentato, conferendogli un alone di mistero che solo pochi angoli remoti delle nostre Alpi conservano ancora. L’integrità dell’ambiente è pressoché totale, la potenza della Natura è espressa ai massimi livelli…là dentro ci si deve rassegnare ad essere soli e lontani dal mondo in cui viviamo. E forse è proprio questa la bellezza di tali montagne… Chi ama il selvatico deve provare i Monti del Sole.

28 – 29 dicembre 2015.

Bibliografia

Miotto e P. Sommavilla, Sentieri e Viaz dei Monti del Sole.

Monti del Sole-127
Lungo la cengia sotto il Tornon.
Monti del Sole-130
Albeggia verso il Gruppo del Cimonega.
Monti del Sole-137
Le Stornade all’alba.
Monti del Sole-142
Cima Est dei Ferùch, all’alba da Forzela dei Pom.
DSC06398
Il Bus del Diaol.
Monti del Sole-148
Nel fondo del primo anfiteatro alla base di Cima Bus del Diaol.
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Passaggi tra rocce e mughi.
Monti del Sole-152
Le Stornade…pareti senza fine!
Monti del Sole-156
Scendendo il canale roccioso-erboso che porta nel secondo anfiteatro alla base di Cima Bus del Diaol.
Monti del Sole-158
Lotta tra i mughi. A destra Cima dei Camini.
Monti del Sole-162
Risalendo verso Forzela de la Caza Granda.
Monti del Sole-165
Forzela de la Caza Granda e l’immensa parete Nord della Croda Bianca.
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Il bivacco nei pressi di Forz. de la Caza Granda.
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Croda Bianca.
Monti del Sole-172
Attraversando alla base della Croda Bianca. A sinistra Cima Bus del Diaol.
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Cengetta esposta prima di un forcellino…
Monti del Sole-173
Splendido panaroama verso il Piz de Mezodì, e dietro le Pale di S. Martino.
Monti del Sole-183
Gli incredibili strapiombi della Croda Bianca.
Monti del Sole-184
Il Mont Alt e il nostro viaz alla sua base.
DSCN6893
L’ex traverso attrezzato su cui ci siamo legati.
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Cima Bus del Diaol e Croda Bianca.
Monti del Sole-189
Tra i mughi alla base del Fornel.
Monti del Sole-193
Forzelon de le Mughe e la maestosa Peralora.
Monti del Sole-194
La Palaza.
Monti del Sole-195
Oltre il Forz. de le Mughe, nel punto in cui si deve scendere decisamente a sinistra per imboccare il canale in cui abbiamo fatto due doppie.
Monti del Sole-200
Seconda doppia.
Monti del Sole-207
Tramonto verso Est.
Monti del Sole-211
Tramonto su La Schiara.
Monti del Sole-215
Il Sass di Peralora.
Monti del Sole-217
A sinistra i Pizet, a destra il Piz di Nusieda.
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Le luci di Belluno da Casera Nusieda.

2 Risposte a “Cima Est dei Ferùch 2134m e Alta Via Monti del Sole”

  1. Ciao, mi chiamo Andrea vi seguo da molto, siete magici vorrei anch’io fare l’alta via dei Monti del Sole, per adesso sono arrivato al Valdo nel maggio del 2016.
    Vi saluto cordialmente.
    Andrea

  2. Ciao Andrea!
    Grazie mille per i complimenti!
    I Monti del Sole sono un mondo tutto da scoprire, ogni angolo svela qualcosa di nuovo e particolare, spesso anche difficile da trovare nelle altre Dolomiti. L’Alta via sotto questo punto di vista è il miglior modo per assaporare a pieno questo ambiente. Tuttavia è impegnativa sotto tutti i punti di vista! Sembra però che, uno o due anni fa, siano stati rifatti/fatti ex novo i segni…se così fosse (meglio informarsi, noi non ci siamo più tornati), alcuni problemi di orientamento potrebbero essere risolti.
    Saluti anche a te 🙂

    Jacopo

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