Cima di Prampèr 2409m – Una cresta da Occidentali

Relazione e foto di Jacopo Verardo.

Introduzione

È fine dicembre 2015, manca qualche giorno a Natale. Le giornate sono meravigliose, la neve latita. È quindi d’obbligo fare un’uscita gustosa prima che le feste natalizie ci costringano a tavola. Giorno designato il 24, la vigilia; luogo, per una volta, lontano dalle solite, amate, vette friulane. Propongo a Pola di fare un giro nelle Dolomiti Bellunesi, per noi quasi sconosciute. Da tempo avevo adocchiato l’interessante zona del Tàmer – San Sebastiano, degli Spiz e del Talvena – Pramper. Proprio su quest’ultimo cade la scelta.

Questa cima è posizionata al termine della cresta che diparte dagli Spiz di Mezzodì, nel cuore di una zona bellissima. Soprattutto l’omonima Val di Prampèr e le ampie conche che attorniano la Talvena, regalano visioni meravigliose, bucoliche e rilassanti, che con la tenue luce oramai invernale, ci regalano una giornata di pace.

Relazione

Percorsa la Val Zoldana, a Forno di Zoldo entriamo nella Val di Prampèr percorribile in auto fino al divieto (1150m circa). Da qui proseguiamo lungo la strada forestale, a tratti asfaltata, che lungamente – a metà circa si taglia un lungo tornante tramite sentiero segnato – ci conduce a Malga di Prampèr (1540m). Qui il Sole deve ancora arrivare e tutto è coperto di uno spesso strato di brina che imbianca l’ambiente e che si scontra con il rosso intenso dell’alba sul Castello di Moschesin, che con le sue singolari architetture squadrate incuriosisce l’animo. Seguiamo ora il sentiero CAI 523, che con blandissima salita ci accompagna lungo il limitare del bosco di larici e mughi che lentamente si dirada e si fa sempre più altimontano. Molto dolcemente arriviamo al valico pascolivo di Prà della Vedova, dove finalmente incontriamo il debole Sole invernale. Luogo veramente singolare questo! Direi ancestrale. Racconta di un’antica vita pastorale, forse neanche troppo lontana, destinata a scomparire tra fitte mughete e tra l’indifferenza di questo mondo frenetico e tecnologico che mai si ferma a pensare da dove ha avuto origine.

Poco oltre questo pascolo, tra macchie di mughi, giungiamo al Rifugio Pramperèt (1857m). A conferma “dell’antichità” che mi ha trasmesso questa zona, c’è poi questo piccolo rifugio ora chiuso, ma gestito durante la stagione estiva. Almeno esternamente dà l’idea di essere ancora un vero rifugio alpino, piccolo, rustico, e ben lontano dall’essere un albergo a cinque stelle come si presentano ormai moltissimi rifugi dolomitici. Il posto poi è veramente interessante; davanti a noi si rivela la grossa Talvena con il suo avancorpo delle Cime de Zita. Dopo una breve sosta ad un strano e caldo Sole decembrino, proseguiamo sullo scorbutico sentiero CAI 521 che in 20 min ci conduce, tra fitte e asfissianti mughete, ma senza difficoltà, a Forcella Piccola (1943m). Dopo pochi minuti dal rifugio, intravvediamo nell’alta Val Pramperet l’antica Casera di Pramperet, che con il suo tetto sfondato sta lì, incagliata in mezzo ad un grande pascolo come un vecchio veliero sugli scogli. Un raggio di Sole ne illumina lo sfacelo. Che peccato perdere casere, cultura e tradizioni!

Dalla Forcella Piccola visualizziamo il percorso da fare ma soprattutto apprezziamo le poderose pareti del terzetto di Cima di Prampèr, Spigol del Palon e Cima del Coro, che racchiudono la grande Conca de Cornìa.

Scesi 50m dalla forcella assecondiamo un’evidente traccia sulla sinistra, che ben tagliata tra i mughi, si addentra nella Conca de Cornìa; uscita dalle mughete prosegue abbastanza alta tra pascoli e ghiaie, segnalata da ometti. Ad ogni modo si può proseguire anche liberamente puntando all’evidente canale che scende dalla Forcella del Palon, a cui si giunge dopo aver salito un ripido versante di ghiaino, sempre senza difficoltà. Su questa forcella, ampia e panoramica, non ci fermiamo neanche e proseguiamo a sinistra (Sud-Est) per l’invitante crestone della nostra cima. Del resto è pur sempre fine dicembre e i tempi sono stretti! La cresta, segnalata da sufficienti ometti, è del tutto atipica rispetto alle normali creste dolomitiche. Si presenta colma di enormi blocchi di dolomia, che, a tratti, rallentano anche l’avanzata. Sembra di essere sui crestoni delle Alpi Occidentali sepolti da enormi blocchi granitici. Invece siamo in Dolomiti Bellunesi…quante stranezze si possono incontrare in un ambiente ormai dato per conosciuto?

Dopo un primo tratto abbastanza facile si incontra un primo passaggio su roccia (I grado – abbondantemente friabile…). Si prosegue sempre tra grandiosi massi bianchi, per giungere, quasi in cima, al passaggio “chiave”: un breve salto di I grado porta a salire una liscia placca inclinata (attenzione in discesa), dalla quale si può successivamente scendere o saltando (…), oppure con un ulteriore breve passaggio di I grado. Da qui in breve arriviamo in vetta. Panorama veramente spetacolare! La giornata poi è meravigliosa e aiuta non poco: la vista spazia sulle vicine Tamer Grande – San Sebastiano, dal gruppo Civetta – Moiazza, all’Antelao, passando per il Pelmo e le Ampezzane, infine le lontane Carniche e l’amato Oltre Piave. Si vede persino lo Spiz Galina!

Sostiamo a lungo e ci godiamo il momento: la vigilia di Natale a 2400m, in maniche corte, senza un filo di neve. Lasciamo le firme su un bigliettino dentro il contenitore del libro di vetta (non c’è il libro, ne una penna) e ripercorriamo la cresta fino in forcella. Qui per accorciare il rientro all’auto, decidiamo di scendere per il canalone Nord-Ovest, che deposita le sue ghiaie proprio a pochi minuti dalla nostra auto. Questa variante fa veramente schifo in veste estiva! Parliamo di quasi 1000 metri di dislivello di canalone/ghiaione, dal fondo duro e dalle pendenze sostenute. Va percorso con molta attenzione e da esperti del settore… I primi metri sono molto ripidi, si incontra anche qualche ometto, poi si giunge alla suddivisione del canalone in tre canali principali. Consiglio di seguire quello centrale (noi chiaramente siamo finiti su quello di destra…), meno ripido e con pochi, facili salti tra i massi. Ci fossero stati 2 metri di neve la musica sarebbe cambiata…e pensare che noi avevamo piccozza e ramponi…la speranza è l’ultima a morire…

Note conclusive

Cima veramente panoramica e appagante! La salita richiede solo un briciolo di dimestichezza con facili passaggi su roccia e un po’ di pratica con i percorsi non segnalati, seppur l’orientamento sia banale. La grandiosità dell’ambiente e le particolarità della cresta finale ripagano ampiamente la scelta di salirla, così come il lungo percorso di avvicinamento alla via Normale. Anche solo fermarsi al Rifugio Pramperèt giustifica un’appagante uscita escursionistica! Cima comunque per escursionisti esperti. Il canale Nord-Ovest di discesa dalla Forcella del Palon invece è molto più delicato e da affrontare solo con grande consapevolezza del terreno; lo sconsiglio, toglie un po’ di piacevolezza all’escursione. Dislivello di 1400m; noi abbiamo impiegato 8 ore totali per il giro.

24 dicembre 2015.

03 Cima di Pramper
Castello di Moschesin all’alba.
08 Cima di Pramper
Malga di Prampèr.
12 Cima di Pramper
“Ah quanto è bello il Pelmo!”
16 Cima di Pramper
Prà della Vedova.
18 Cima di Pramper
Dal Prà della Vedova verso il Castello di Moschesin.
23 Cima di Pramper
Rifugio Pramperèt.
24 Cima di Pramper
Casera di Pramperèt.
27 Cima di Pramper
Alta Conca di Cornìa, al centro la gialla parete di Cima di Prampèr.
34 Cima di Pramper
Salendo alla Forcella del Palon.
41 Cima di Pramper
Sul primo passaggino di I grado.
45 Cima di Pramper
L’atipica cresta che porta in cima.
54 Cima di Pramper
Arrivo in cima.
49 Cima di Pramper
In primo piano Cima del Coro e gli Spiz di Mezzodì; dietro Antelao e Bosconero.
55 Cima di Pramper
Tofane, Pelmo e Croda Rossa d’Ampezzo.
56 Cima di Pramper
Civetta.
57 Cima di Pramper
Tàamer Grande, San Sebastiano e Moiazza.
59 Cima di Pramper
Castello di Moschesin e dietro le Pale di San Martino.
61 Cima di Pramper
Verso l’Alpago…occhio alla Spiz Galina!
64 Cima di Pramper
Cima dei Preti e Duranno.
66 Cima di Pramper
Sorapìss e Antelao.
76 Cima di Pramper
Salvadis sul Prampèr.
79 Cima di Pramper
In discesa lungo la cresta.
82 Cima di Pramper
Occhio al friabile…
83 Cima di Pramper
Giù nel tormentato canale Nord-Ovest.
91 Cima di Pramper
Gli Spiz di Mezzodì.

Una risposta a “Cima di Prampèr 2409m – Una cresta da Occidentali”

  1. Mi piacerebbe, ricevere le vostre relazioni , sono molto interessanti grazie buona s.

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