Cima delle Cenge 2009m – via Direttissima parete sud-ovest

Il vallone di Riobianco

 Foto e relazione di Francesco Polazzo.

Premessa

Andare in Giulie è sempre fantastico. Sono posti meravigliosi e romantici, Alpi dell’anima, dove ogni valle, sella o cima raggiunta trasmette qualcosa di profondo che rimane con noi e ci accompagna a casa. Anche una cima secondaria come la cima delle Cenge lascia qualcosa d’ineffabile a chi ha la fortuna di sedersi sulla cima e di contemplare l’immenso panorama che regala questo monte. Salire per la via “direttissima” è il coronamento di un’ascesi che è lontana dall’essere solo fisica. Infatti questa via propone un’arrampicata elegante su una delle rocce più belle delle Alpi Giulie, in un ambiente appartato, grazie al lungo e non facile avvicinamento.

Racconto della salita

Domenica 28 maggio io e mio padre Leonardo lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio poco prima del ponte sul Rio Bianco, sulla strada che collega Sella Nevea a Tarvisio ed imbocchiamo il sentiero 625, che in poco meno di un’ora porta al Ricovero Brunner. Dietro al ricovero, sulla destra, si seguono le indicazioni per la normale a Vetta bella. Inizialmente il sentiero (segnato a bolli rossi e ben evidente) scende leggermente ed attraversa un torrente, poi prosegue lungamente in mezzo ai mughi. Si continua tra la vegetazione fino ad un caminetto di II grado non solidissimo, lo si risale e si continua sul crinale stretto e mugoso, ma sempre agevole finché questo non diviene più ripido, allora si attraversa a destra (ometto) attraversando un pendio di caratteristiche rocce bianche per poi riguadagnare il crinale. Continuare lungo la traccia fino a poco sotto la forcella degli Ometti (pinnacoli e torrioni ben visibili) fino a trovare una debole traccia che scende a destra (piccolo ometto) in un canalone. Scendere sul fondo del canalone e risalirne il versante opposto tramite cengette esposte e friabili, dove qualche mugo aiuta. Continuare per la cengetta fino a che un passaggio scabroso (sporgenza di roccia marcia) la blocca; da qui si può salire la paretina verticale subito prima dell’interruzione della cengia (pp II) o superare il delicato passaggio e riprendere la cengia subito dopo per poi salire tra mughi e cengette ghiaiose. In ogni caso si perviene ad un’ulteriore cengia erbosa con mughi leggermente esposta. La si segue interamente verso sud fino al sue termine, poi si sale il ripido prato a zolle intramezzato da mughi e ghiaia seguendo le tracce di passaggio fin sotto la parete. L’attacco è ben visibile poiché è esattamente sotto l’arco naturale presente circa 30 metri più in alto. L’andamento della via è anche facilmente intuibile, in quanto sale tutto il colatoio nero della parete sud-ovest visibile già dall’avvicinamento.
Il primo tiro sale inizialmente una fessura su di una paretina verticale (IV) poi entra nel facile colatoio fino a raggiungere l’arco naturale (III). Si passa sotto l’arco con un movimento più atletico (IV+) poi si continua facilmente fino ad una cengia dove si trova una grande clessidra con cordoni. Circa 40 metri.
Il secondo tiro è il più sostenuto e risale la parete nera di ottima roccia per 50 metri, fino ad arrivare ad un comodo terrazzo. Inizialmente si punta ad una fessura che sale da destra verso sinistra (chiodo all’inizio), la si segue per qualche metro con bei movimenti su buone prese, poi si piega leggermente a destra (1 chiodo) e si continua cercando i punti deboli della parete fino alla sosta su quattro chiodi. Lungo il tiro si trovano in tutto quattro chiodi e diverse clessidre. (IV+ )
Il terzo tiro risale completamente il colatoio nero pieno di clessidre e con roccia bellissima e lavorata dall’acqua senza via obbligata, anche se conviene attaccarlo sul margine sinistro, dove si rinviene un chiodo, per poi portarsi al centro e risalirlo fino alla comoda sosta su clessidra. (35 metri).
Da qui si possono salire le rocce facili sulla sinistra fino a sbucare in cresta con due lunghezze di corda, oppure, come abbiamo fatto noi, proseguire facilmente verso destra fino ad uno strapiombo giallo che si supera sulla destra (IV+) per poi continuare per parete articolata fino alla successiva sosta su clessidra. (40 metri)
L’ultimo tiro supera un breve e poco accennato strapiombino giusto sopra la sosta (IV) e continua per una canalino non solidissimo fino ad un grande masso con cordoni (50 metri, III). Da qui si seguono le tracce per circa 50 metri di dislivello che portano alla panoramicissima cima.
Decidiamo di scendere a doppie lungo la via (tutte le soste sono attrezzate con cordini e maglia rapida), per poi percorrere a ritroso il sentiero fino alla macchina. Tuttavia si può anche scendere per la normale, lunga e che oppone passaggi fino al II grado anche esposti.

Considerazioni

Una via bellissima su roccia da favola ad una cima dal panorama mozzafiato in uno degli ambienti più evocativi della nostra regione. La lunghezza e l’impegno dell’avvicinamento unito alla necessità di sapersi proteggere in molti tratti rendono quest’ascensione una vera esperienza alpinistica. Probabilmente è una delle salite di media difficoltà più entusiasmanti delle Alpi Giulie.

La parete dove sale la via. Evidente la linea che passa sotto l’arco naturale e risale tutto il colatoio nero.
La verticalità del secondo tiro.
Uscita del terzo tiro.
L’incantevole vallone di Rio Bianco.
Le Giulie.
Cima!
Verso il Canin.

2 Risposte a “Cima delle Cenge 2009m – via Direttissima parete sud-ovest”

  1. Ciao, bella salita e ottima relazione: complimenti :-). Io ed un mio amico vorremmo provare la stessa via ma spezzando la gita in due giorni: primo giorno arrivo all’attacco e bivacco notturno. La mattina dopo si lascia l’attrezzatura da bivacco alla base della parete, cima, discesa in doppia fino alla base e ritorno. Secondo te è fattibile? Hai qualche consiglio da darci? Grazie in anticipo!

    Alessandro

  2. Ciao! Anche noi abbiamo lasciato uno zaino all’attacco, quindi no problem dal quel punto di vista. Le soste sono tutte ottime, tranne la clessidra della prima, ma c’è un ottimo spuntone giusto lì vicino. Lo spazio per bivaccare non è tanto, ma ci si sta! La via è bellissima su roccia super, quindi buon divertimento!
    Francesco

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