Cima Cadin Degli Elmi 2424m – Brutta sorpresa lungo la via Normale

Anello Cima Spe-080
Cima Cadin degli Elmi dalla Forcella dei Lares.

Relazione di Francesco (Il Pola) Polazzo, foto di Jacopo Verardo.

Salita del 4 ottobre 2014.

Premessa

Molto ci stuzzicava l’idea di andare a visitare quest’imponente montagna. La sua bellezza conquista da qualunque punto la si osservi, e sembra inespugnabile così ben difesa dalle sue pareti dolomitiche. A dispetto delle apparenze, l’incantevole via normale non oppone difficoltà che non possono essere vinte da un escursionista esperto allenato.

Relazione

Abbandonate le auto al parcheggio di Pian Fontana guadiamo il torrente e risaliamo la Val di Santa Maria tramite il sentiero CAI 356. Siamo in buona compagnia: Jacopo, mio padre Leonardo, Ugo e Bruno. La valle è meravigliosa, stretta e scavata dal lavoro che l’acqua continua a perpetuare nel corso dei secoli. Inoltre i colori dell’autunno la rendono ancora più speciale, infiammandola dei suoi colori. Raggiungiamo forcella Spe e scartiamo a destra verso il bivacco Gervasutti, il sentiero è rovinato in più tratti che richiedono un po’ di attenzione, ma non compromettono la progressione. Giungiamo al bivacco in poco più di tre ore, mentre il cielo comincia a coprirsi di nuvole. Bruno preferisce fermarsi al bivacco, mentre noi quattro risaliamo l’evidente canale che separa l’avancorpo della nostra meta dalla cresta di Santa Maria. La traccia che sale è labile, ma comunque intuibile ed una grossa freccia fatta di sassi indica la direzione. Arriviamo faticosamente alla Forcella di Santa Maria dove facciamo una breve sosta, ripartiamo e subito ci troviamo di fronte ad uno spettacolo disastroso: bolli rossi, grandi ed applicati senza criterio ogni due metri. Questa brutta sorpresa ci viene regalata da ignoti che ormai hanno iniziato una loro crociata senza senso, che ha colpito alcune delle più belle cime di queste zone. Proseguiamo con un po’ di amarezza, sapendo che il piacere dell’avventura è stato ucciso e che una parte di quello che la Montagna ha da insegnarci (trovarsi la via, ragionare, esplorare, scoprire) oggi non ci verrà insegnato. La salita continua inizialmente per un tratto roccioso con facili passaggi forse di I grado, poi si rimonta una pala erbosa fin sotto le pareti, in prossimità delle quali si scarta a destra fino a trovare un ampio varco che permette di salire facilmente per un tratto articolato di roccette fino in cima. Le difficoltà non superano mai il primo grado e l’esposizione è assente. La qualità della roccia è scarsa e si presenta coperta di detrito, ma non compromette la sicurezza della salita. Arriviamo in cima ed il panorama è celato dalle nuvole, un vero peccato! Scendiamo per la via di salita fino al bivacco, dove recuperiamo Bruno, e proseguiamo lungo il Sentiero Marini fino alla testata della Val di San Lorenzo (sentiero in parte franato, non comodo, attenzione!). Qui scendiamo il ripido ghiaione, che si presenta duro e franoso nella parte alta, più potabile nella parte bassa, e proseguiamo lungo il desolato vallone fino ad uscire in val Cimoliana poco a monte dell’agriturismo Pian Pagnon. Camminiamo a ritroso fino al Pian Fontana dove recuperiamo le auto.

Note conclusive

Cima isolata, ambiente suggestivo, via normale magnifica e mai difficile. Peccato sia stata barbaramente ornata di bolli rossi applicati senza alcun senso. Speriamo di non dover più assistere a cime che si ammalano di varicella in questo modo. Dislivello complessivo in salita di 1500 metri, sviluppo notevole, difficoltà intorno al I grado. 4 ore e mezza per la cima, 2 e mezza per la discesa. Utile il casco per la presenza di molto detrito nella parte finale.

La Val di Santa Maria.
La Val di Santa Maria.
Il bivacco Gervasutti.
Il Bivacco Gervasutti.
La forcella di Santa Maria.
La forcella di Santa Maria.
Salendo alla forcella Santa Maria.
Salendo alla forcella Santa Maria.
Dettagli.
Dettagli.
Scempio.
Scempio.
Facili passaggi subito dopo la forcella.
Facili passaggi subito dopo la forcella.
Gli ometti sarebbero bastati.
Gli ometti sarebbero bastati.
Passaggini su roccia marcia.
Passaggini su roccia marcia.
Vista verso il Cadore dalla Cima.
Vista verso il Cadore dalla Cima.
Autoscatto in vetta.
Autoscatto in vetta.
Vista sugli Spalti.
Vista sugli Spalti.
In discesa sulla china erbosa.
In discesa sulla china erbosa.
Il bivacco  con dietro il canalone da risalire e l'avancorpo della montagna.
Il bivacco con dietro il canalone da risalire e l’avancorpo della montagna.
Lungo il sentiero Marini.
Lungo il sentiero Marini.
L'inizio del ghiaione alla testata della val di San Lorenzo.
L’inizio del ghiaione alla testata della val di San Lorenzo.
Parte alta del ghiaione.
Parte alta del ghiaione.
Val di San Lorenzo.
Val di San Lorenzo.
Quasi in Val Cimoliana.
Quasi in Val Cimoliana.

14 Risposte a “Cima Cadin Degli Elmi 2424m – Brutta sorpresa lungo la via Normale”

  1. Ciao ragazzi, mi era giunta voce della bollinatura di questa cima ed avevo anche visto alcune immagini di questo scempio: ora che le ho visionate tutte sono rimasto ancor più sbalordito di fronte a tanta imbecillità!!! Senza parole…

  2. Ma quale scempio e scempio! Provate voi con la nebbia a girare da quelle parti; fitti, devono essere i bollini; possono salvare una vita. Invece di ringraziare chi li ha fatti, brontolate come comari. Giovini ingrati!

  3. Signor Beltrame, siamo dispiaciuti e infastiditi dal suo commento, soprattutto perché non ci sentiamo in dovere nei suoi confronti e il termine “ingrati” è fuori luogo. L’idea stessa del blog nasce per condividere con altri interessati determinate esperienze dando magari dei consigli e avvertimenti, ma in modo che anche chi legge una volta scelto l’itinerario possa goderlo come è stato per noi. Di montagne ce n’è in abbondanza e vie per salirle di tutti i gusti: non troviamo sia intelligente ricoprire di bolli rossi un percorso che le persone scelgono proprio per godere della natura selvaggia, per la ricerca della via di salita, togliendo il mistero che racchiude la montagna stessa. Chi invece vuole percorrere sentieri segnati e vie ferrate può disporne già per tutta una vita, sua e dei discendenti! Senza ovviamente considerare il danno estetico, che può essere più o meno soggettivo.
    Questo ovviamente è solo un punto di vista, con cui si può essere o meno d’accordo. Certo è che esprimere un’opinione è molto diverso dall’imbrattare la roccia di segni rossi a prova di ipovedenti (in 3 metri abbiamo contato anche 6 bolli rossi!!!), al di là del fatto che se uno sceglie di salire con la nebbia è una scelta sua e sono fatti suoi quel che gli succede, e ci sfugge da che entità giuridico/divina un individuo si senta investito per tenere un simile comportamento per cui si preferisce rendere accessibili dei luoghi a chi lì altrimenti non ci andrebbe. Queste verniciature inoltre sono particolarmente gravi poiché le montagne in questione sono all’interno di un Parco naturale, nonché sono patrimonio dell’UNESCO, e quindi tutelate da delle regole imprescindibili a qualsiasi modo di vedere la montagna.
    Noi non dobbiamo essere grati a chi compie questi atti, ma al limite a coloro che le vie le hanno aperte; dubitiamo che questi sarebbero felici di sapere che le fatiche che gli sono costate per trovare questo o quel passaggio siano ridotte al seguire dei bollini.
    Cosa c’è di più bello ed etico di lasciare inalterati i posti che si amano e portano a vivere emozioni tanto intime e meravigliose? Non è forse il minimo che si deve a questi ambienti, ormai unici in tutta Italia se non al mondo, il cercare di mantenerli inalterati il più possibile?
    Detto ciò se uno si ritrova in questo ragionamento ben venga, in questo blog la pensiamo così; così non fosse esiste la libertà di opinione e il nostro pensiero non limiterà di sicuro la libertà altrui. Se c’è chi non è d’accordo, nessuno lo obbliga a leggere il nostro blog e tanto meno ci arrogheremo il diritto di andare in giro per il mondo a impedire di andare in montagna a chi vuole bollini ovunque o a rimuoverli dove li troviamo.
    E forse è proprio questa la differenza.

  4. Ecco chi erano le persone in cima al cadin degli Elmi sabato 4 ottobre! Vi ho visti mentre salivo, in solitaria, l’adiacente Cadin di Vedorcia. Lì l’ambiente è veramente selvaggio e non ci sono bolli rossi, fortunatamente! Bel sito, continua così. Se vuoi relazione e foto x il Vedorcia, fammi sapere. Ciao!

  5. Complimenti per la salita! E grazie per gli apprezzamenti! Le foto e le relazione ci farebbero molto comodo 😉

  6. Ieri abbiamo avuto l’occasione di salire questa cima che fin da piccolo me la sono sempre trovata davanti agli occhi, proprio una bella scarpinata…
    Noi abbiamo preferito la salta nel versante del bivacco Gervasutti e discesa per la forcella sui ghiaioni per comodità e con qualche variante rispetto all’itinerario abituale.
    Non mancherò di rifarlo a breve!
    Comunque volevo tranquillizzarvi sul fatto che i bollini rossi di segnalazione grazie alla natura hanno ridotto il loro impatto visivo così da non risultare più fastidiosi agli occhi…
    Gli occhiali da sole con lente scura non servono più!

  7. Bravi ragazzi, avete detto tutto voi, chiaramente e semplicemente. Serve però che anche le autorità si muovano, perchè verniciare senza criterio in montagna non credo proprio che sia consentito… Un caro saluto e buon lavoro con questo bel sito. Luca

  8. Grazie mille e complimenti a te per il sito stupendo e rinnovato!! Il problema è abbastanza serio e si radica all’interno di poche menti malate, come dimostrano alcuni commenti datati a questa relazione…. L’unica soluzione è che le autorità trovino un modo efficace al più presto per fermarli, come hai detto tu…nel frattempo è bene publicizzare il più possibile questi fatti in modo che il primo che li coglie nel fatto li denunci! Speriamo…
    Ciao!
    Jacopo

  9. Ho notato anch’io che il colore a spray con cui sono stati fatti quei segni sta sbiadendo rapidamente. Se nessun altro “valorizzatore improvvisato” si metterà a ripassarli, credo che in pochi anni avremo di nuovo il monte perfettamente pulito.

  10. Fatta sabato con alcuni amici. La via è ancora piena di bollini rossi: ce ne saranno almeno un centinaio in 300m di via! Non sò chi sia il mentecatto che li ha fatti, ma penso proprio non sia stato autorizzato da nessuno a compiere un tale scempio e quindi se individuato (mi pare di capire che lo conoscete, questo sig. ‘Michele’) penso che ci siano gli estremi per una denuncia penale.

  11. Ho salito questa bella cima anni fa, con un amico, basandomi sulla descrizione trovata nel bel libro di Visentini. Siamo escursionisti molto ma molto “normali”, senza particolare esperienza e capacità alpinistiche. Con l’ausilio della relazione di salita, di qualche ometto, e degli occhi, non abbiamo trovato difficoltà e, in compenso, il piacere di esercitare la nostra (modesta) capacità di orientarci. Certo non avremmo intrapreso la salita nella nebbia. Dispiace che qualcuno scambi la volontà di protagonismo (opinione personale) con la tutela degli altri. Un conto è mettere qualche ometto di pietra, (sono anche esteticamente belli oltre che utili “amici”), un altro alterare pesantemente l’ambiente come fosse cosa propria. Se non sbaglio c’è un Ente Parco…

  12. Siamo perfettamente d’accordo con te! Grazie, inoltre, per aver raccontato la tua esperienza 🙂
    L’Ente Parco purtroppo nulla può, così come i forestali, finchè non trova questi personaggi che commettono l’atto in se. Fortunatamente sembra che abbiano placato la loro passione per la vernice negli ultimi anni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *