Cengia Giacin-Cesaletti e Cengia di Grohmann – Traversata del Pelmo

<< Sul trono di un dio troppo alto per poterlo solo immaginare,

una ruga attraversa il corpo di roccia e silenzio

rimandando al cielo una preghiera  >> 

                                                                                                 Vittorino Mason

Salita del 24-06-17

Relazione e foto di Claudio Betetto e Nicola Stefanuto

Premessa

Sul Pelmo eravamo saliti quasi tre anni fa attraverso quella che è la via normale per la Cengia di Ball.

Questa montagna mi aveva da subito ammaliato col suo fascino romantico. Sapere che il primo salitore, John Ball, era prima un navigatore, poi un avventuriero e solo in ultima un alpinista mi affascina; come per altro mi affascina la solitaria possanza di questo monolite.

Ci sono due cenge che risultano essere delle varianti alla via comune: la negletta Cengia Giacin-Cesaletti e la più famosa Cengia di Grohmann. Con l’amico Nicola decido per un progetto ambizioso: una traversata Pelmo – Pelmetto (con cime) salendo il primo attraverso la selvaggia Cengia Giacin-Cesaletti e collegandosi al secondo grazie a quella di Grohmann. La partenza è da Zoppè di Cadore.

Relazione

Dormiamo a Zoppè di Cadore (1475m ca.) e sul far della luce imbocchiamo il sentiero 471 che ci conduce fino al Rifugio Venezia (1946m). Quando il Pelmo ci appare dinnanzi, all’alba, possiamo solo ammirarlo attoniti.

Niente pause e proseguiamo, oltrepassando l’attacco della Cengia di Ball. Pieghiamo a sx nel canalone di Forca Rossa dove troviamo neve a sx e sfasciumi a dx. Proseguiamo fino ad un primo grande sperone roccioso sulla sx del canalone, lo superiamo a dx, ci saliamo sopra e poi ci caliamo a sx sulla grande bancata ghiaiosa che conduce fino alla Spalla Est (probabilmente è più comodo aggirarlo a sx e collegarsi direttamente alla bancata).

In realtà perdiamo almeno due ore a cercare l’attacco ingannati dalla relazione che non combaciava bene con la realtà. Un po’ di intuito in più non avrebbe guastato: errore nostro!

Sulla Spalla Est vediamo qualcosa che assomiglia ad un ometto (probabilmente non lo è) e lo puntiamo per lunga cengia. In mezzo alla bancata, ci alziamo alla cengia superiore. Sul finale scorgo un ometto distrutto (ma vero) sull’intaglio sottostante a quello adocchiato e andiamo lì. In realtà la cengia passa sull’intaglio ancora sottostante (ometto grande ma non visibile dal canalone). Abbiamo rinvenuto un cordino per la calata ma meglio disarrampicare, p. II marcio).

Imbocchiamo così la Cengia Giacin-Cesaletti che con estremo logicità si collega all’insellatura della Forzeleta (2480m) che dà direttamente sul Vant del Pelmo.

La cengia inizialmente è comoda, poi si assottiglia e obbliga a qualche passaggio delicato, soprattutto uno che sbalza verso il vuoto sottostante: un errore risulterebbe fatale.

“Tirato un sospiro di sollievo” una volta raggiunta la Forzeleta, attacchiamo il turbo e saliamo fino alla cima del Pelmo (3168m) per il tratto di via comune. Raccapricciante è la situazione del defunto ghiacciaio, negli ultimi anni nevaio e ora ridotto ai minimi termini (a Giugno!). Sono le 13 e abbiamo i tempi contati.

Scendiamo e ci mettiamo alla ricerca della Cengia di Grohmann. Questa è evidente e segnata con ometti. Attacca subito al di sotto dei prima salti che conducono al Vant superiore e conduce sotto alla Spalla Sud per poi aggirarla alla base. Per raggiungerla basta deviare dalla traccia principale delle via comune.

Il meteo è incerto e non promette benissimo. Ci guardiamo e conveniamo che tutto sommato ce la sentiamo di rischiare a patto di sbrigarci.

Imbocchiamo così la comoda  traccia (per il momento!) che ci farà entrare in un mondo parallelo. Un viaggio di 2 ore nell’immensità. Non si raggiunge mai una difficoltà alpinistica ma l’esposizione si fa sentire soprattutto dove il fondo roccioso è reso insidioso dal ghiaino. La traccia è sempre evidente e gli ometti segnano la via. Ad ogni insellatura d’angolo è lo stupore e nel raggiungerla la trepidazione che pare di essere tornati bambini. Nel frattempo “i gialli” ci spiano dall’alto.

Il temporale incalza ma fortunatamente siamo nei pressi de La Fessura (2726m). Secondo sospiro di sollievo.

Le energie per il Pelmetto ci sono ma il meteo e l’ora tarda ci fanno desistere, peccato, non so quando ancora salirò qui.

In realtà divallare da La Fessura è una bella avventura! Dei salti aggettanti sbarrano la strada a dx (faccia a valle), così bisogna disarrampicare a sx (ometti, II). Inutile dire che tutto è marcio. Superati i salti, rientriamo a dx nel canale. Terzo ed ultimo sospiro di sollievo.

Poi giù di corsa sulle ghiaie, più giù rinvenendo una traccia a sx che si immuga. Seguiamo fedelmente gli ometti fino all’Anello Zoldano. Tornare all’auto sarà un’agonia per il corpo ma un momento di immersione totale nei pensieri, cullati dai rumori del bosco.

Arriviamo a Zoppè che ha appena fatto buio, cotti ma felici di aver vissuto un’esperienza grande al cospetto del Pelmo.

Note

Ferraglia e corda non usati ma conviene portarsi dietro un cordone da abbandono per eventuale calata dalla Fessura ed eventualmente qualche chiodo a discrezione per assicurare (se si riesce) sui passaggi delicati.

Dislivello complessivo: su carta tocca i 2000m, coi sali-scendi arriverà a 2200m.

Bibliografia

V. Mason, Il libro delle Cenge (2013).

10 Risposte a “Cengia Giacin-Cesaletti e Cengia di Grohmann – Traversata del Pelmo”

  1. E’ sempre un piacere leggere le vostre relazioni e complimenti per la continua ricerca di percorsi inusuali.

  2. Grazie Claudio (mio omonimo ahah). E’ bello provare a fare un alpinismo di ricerca e (ri)scoperta.
    Un saluto e buone avventure!

  3. Grandissimo Claudio!
    la Grohmann è un mio sogno nel cassetto. Ci siamo visti di persona l’anno scorso a Valminon (ero di ritorno da una solitaria “marcissima” sul Pic di Mea)
    Qualche settimana dopo ho fatto buonissimo uso di una vostra relazione per la salita al Miaron.
    Luca

  4. Grande Luca! Certo che mi ricordo di te! Vai sulla Grohmann che è uno spettacolo;)
    Un saluto
    Claudio

  5. Grohmann fatta nel 2015 in senso opposto rispetto al vostro, bellissima. Prossimamente pensiamo di cimentarci sulla Giacin-Cesaletti 😉
    Raffaele

  6. A livello ambientale la Grohmann secondo me è superiore alla Cesaletti, più maestosa e grandiosa.
    Tuttavia quando sei sulla Cesaletti capisci che stai seguendo un percorso più ricercato, meno battuto. E’ una bella avventura!
    Buona montagna
    Claudio

  7. Great tour, amazing pictures guys! Already the idea to do this traverse is genius!
    Is it much more difficult than Cengia di Ball? It’s just more exposed, is it?
    All the best!
    Roy

  8. Hi Roy!
    It’s great to talk about mount Pelmo with people not from Italy! Pelmo is where Dolomitic mountaineering started, long time ago…it’s a magic place!
    Cengia Giacin Cesaletti is very beautifull, more exposed than Ball’s one expectially in two points where you have to be decisive;)
    Cengia di Grohmann instead is a little bit terrific but great and magnificient:) no one at the same global level in Dolomites.
    For other infos we are here.
    Claudio

  9. Grazie per le info.
    Come è la Giacin Cesaletti adesso?
    Come difficoltà è simile alla Grohman (che ho fatto).
    Grazie Fabio

  10. Ciao, scusa del ritardo infinito, non guardavo i commenti da mesi.
    La Giacin-Cesaletti adesso (Estate scorsa) non posso saperlo. Posso dirti che c’è un passo un pelo più ostico del resto ma se hai fatto la Grohmann vai tranquillo anche lì. Ricrodo che avevamo faticato a trovare l’attacco dal canalone distrutto su cui si fa l’avvicinamento.

    Buona salita se andrai!

    Claudio

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