Cima dei Pecoli 2352m e Cima Porton di Monfalcon 2342m

Relazione e foto di Jacopo Verardo.

Introduzione

Queste due cime, con soli dieci metri di dislivello di differenza, sono poste nel ramo orientale dei Monfalconi (Dolomiti d’Oltre Piave), e vanno a concludere quella piccola catena di cime che parte da Forcella de las Busas e che si conclude alla profonda Forcella dei Pecoli. Sono le due cime più facili e più alte di questo settore, per questo motivo, soprattutto nell’ultimo anno, sono state molto gettonate. Godono di un panorama eccezionale sui Monfalconi e verso la Carnia, e di una friabilità abbastanza accentuata rispetto alle loro sorelle d’Oltre Piave. Al di là della loro frequentazione, sono un ottimo punto d’osservazione per tutto ciò che le circonda: cime deserte (Urtisiel Ovest, Barbe, Biasutti), canaloni interessanti, e la abbandonata Palestra di Roccia “B. Zamolo”. Ambienti primordiali e pressochè incontaminati.

Tre di noi le hanno salite, in tre momenti diversi, durante il 2015. Per primo Pola con suo padre ha salito i Pecoli (Pècoi) in accoppiata col Monfalcon di Forni; poi è stato il mio turno; infine Claudio le ha salite in novembre. A onor del vero anche il Maestro De Piccoli le aveva tentate l’anno scorso, ma il brutto tempo lo aveva respinto.

Relazione

La giornata non è delle migliori: fa freddo e il meteo non promette bene. Ma devo essere a Cimolais verso le 14, così ho la mattinata libera e approfitto per farmi queste due cime. Solito avvicinamento: in macchina lungo la Val Cimoliana fino al parcheggio quota 1163m, poi il noto Pian Meluzzo fino alla Caseruta dei Pècoi (1363m – 0.45 min). Qui mi coglie l’alba, grigia e piatta come poche albe quest’anno. E diamine, fa veramente freddo per essere inizio ottobre! Così salgo veloce per scaldarmi lungo il ripido sentiero CAI 359 che conduce nella meravigliosa Val Monfalcon di Forni. Si sale velocemente tra chiazze di mughi e gli ultimi larici, fino a giungere sotto il paretone di Cima dei Pècoi, caratterizzato da un bellissimo diedro giallo su cui sale la Via Franz. Da qui costeggiando verso destra la parete si potrebbe andare a prendere la famigerata Via della Rampa che porta ai Pècoi. Non questa volta, non da solo. Così seguo il bel sentiero CAI fino a giungere nei pressi del laghetto posto nell’alta Val Monfalcon di Forni (quota 1950m circa). Luogo veramente da favola! La giornata potrebbe anche concludersi qui per chi non ambisce alle cime. Le pareti della Croda Ultima del Leone e della Cresta del Leone sono maestose e non hanno nulla da invidiare alle pareti delle Dolomiti famose, così come la parete unciniforme del Monfalcon di Cimoliana.

Da qui verso destra (Est) si vede già bene il Porton di Monfalcon: un enorme e bellissimo arco naturale posto sotto la cima che da esso prende il nome. Il ghiaione che da lì discende indica la via: va risalito interamente, stando prima a destra, poi, in alto, sulla sponda sinistra del canale. Così si giunge al Porton…sotto il quale se ne può ammirare la maestosità. Sulla sua destra stacca un’evidente cengia, inizialmente stretta, ma mai difficile. La si percorre fino a che si giunge ad una sorta di intaglio tra la montagna e un pinnacolo sulla destra. Da qui si sale per facili roccette sulla sinistra, tralasciando la cengia, seguendo i molti ometti che segnano la via, per poi giungere in un canale abbastanza stretto che si conclude con il classico masso incastrato. Lo si può superare sia sulla destra che sulla sinistra (le difficoltà più o meno si equivalgono: I grado superiore/II inferiore). Si sale poi su zolle erbose sulla destra per affrontare poi gli ultimi 50 metri di I grado (molto marcio e coperto di detriti instabili) fino ad arrivare su Cima dei Pècoi (2.45 ore dal parcheggio).

È presto, così mi godo, ad un freddo incredibile, il cielo terso. Una coltre di nubi alte oscura il cielo, conferendo alle cime una luce particolarmente fotogenica, tenue. Un vecchio amico avrebbe detto “tempo bello, ma coperto”. Non c’è il libro di vetta, così ne lascio uno io in un barattolo custodito nel grande ometto di vetta. Scatto un po’ di foto e poi scendo per la via di salita fino all’uscita dal masso incastrato. Da qui risalgo il ripido dosso erboso alle sinistra (salendo) del canale del masso. Seguo poi un’esile cengetta, e doppiato uno spigolo roccioso, mi ritrovo sopra il famigerato Porton! Sotto ai piedi un oscuro canalone inquieta un po’ la vista, vola un sasso che quasi non si sente cadere. Girato lo spigolo si risale un canale largo/colatoio, affrontando un salto di pochi metri quasi di II grado. Si giunge poi ad un terrazzo colmo di detriti (qui è tutto così, occhio se si è in più di uno….), e da questo si infila nuovamente il colatoio che si ha di fronte e, superando un salto di II grado inferiore e qualche I grado marcio, si giunge in Cima Porton di Monfalcon (0.20 minuti). Identico panorama, ma nuova soddisfazione! Questa cima è sicuramente meno frequentata dei Pècoi e infatti le poche firme sul foglio di vetta sono quasi tutte conosciute…come spesso accade in Oltre Piave. Il tempo peggiora e taglio la corda, a tratti cade qualche goccia, così scendo lesto fino al Porton per la via di salita. Da qui scendo un centinaio di metri per il canalone ghiaioso, poi devio a destra e seguendo un’evidente traccia che conduce alla sorgente del Bivacco Marchi-Granzotto, e da qui in poco si risale al bivacco. Non pioviggina più cosi mi fermo mezz’oretta per mangiare un boccone e assaporare il silenzio di questo magico luogo. Per la discesa scelgo di chiudere un anello classico, e risalgo alla Forcella del Leone per discendere la Val Monfalcon di Cimoliana, a metà della quale ritrovo la flebile pioggerellina che mi bagna accuratamente fino alla macchina…

Note conclusive

Quest’accoppiata è sicuramente interessante e adatta ad una bella giornata autunnale. Meritano sicuramente la visita per l’escursionista esperto, amante dell’Oltre Piave. Le difficoltà sono di I e II grado su roccia eccezionalmente friabile; la maggiore difficoltà è proprio quella di non far cadere sassi…casco molto utile! 5 ore totali con un buon passo, comprese le soste. Dislivello di 1430m circa.

2 ottobre 2015.

Bibliografia

A. e C. Berti, Dolomiti Orientali vol. 2.

Luca Visentini, Dolomiti d’Oltrepiave;

04 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Caseruta dei Pecoli; alle sue spalle Cima dei Pecoli.
08 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Il bellissimo diedro giallo su cui sale la Via Franz alla Cima dei Pecoli.
10 Cima dei Pecoli e Cima Porton
La Val di Brica; da sinistra: Crodon di Brica, Cime Fantulina, Cima Val di Guerra, Croda del Sion, Cima Val d’Inferno, Cima Brica e Campanile Gambet.
12 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Il Porton! Si deve risalire questo ghiaione…
16 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Monfalcon di Cimoliana e Monfalcon di Forni; al centro il Biv. Marchi-Granzotto.
20 Cima dei Pecoli e Cima Porton
La cengia iniziale…impressiona più del dovuto.
57 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Il passaggio del masso incastrato, in comune con entrambe le Normali.
23 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Cima Porton di Monfalcon.
24 Cima dei Pecoli e Cima Porton
In Cima dei Pecoli.
31 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Cridola, Torre Both e Torre Cridola.
32 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Verso le Giulie.
33 Cima dei Pecoli e Cima Porton
In primo piano il Camporòs.
35 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Monfalcon di Cimoliana.
39 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Monfalcon di Forni e gruppo del Cridola.
56 Cima dei Pecoli e Cima Porton
La Normale a Cima Porton di Monfalcon.
50 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Autoscatto su Cima P. di M.
48 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Cima dei Pecoli, precedentemente visitata.
59 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Il Porton.
Valle delle cascate
“La valle delle cascate di ghiaia”.
64 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Monfalconi di Cimoliana e di Forni, con il Marchi-Granzotto.
75 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Cima Barbe, Cima Biasutti, Cima Porton di Monfalcon e Cima dei Pecoli.
77 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Poco sotto la Forcella del Leone; il Portonàt di Cima Monfalcon di Cimoliana.
80 Cima dei Pecoli e Cima Porton
Alta Val Monfalcon di Cimoliana.

 

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